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Lo storico Art Hotel chiuso per mancanza di clienti: ”Stiamo vivendo un momento drammatico mai accaduto prima”

VARESE, 29 febbraio 2020- di GIANNI BERALDO-

«In quindici anni di attività non è mai capitato di chiudere un giorno, questa situazione è un vero disastro dal quale sarà dura riprenderci».

Queste le drammatiche e tristi parole di Paola Trotti che oggi ci ha  accolto nella hall dell’Art Hotel situato in viale Aguggiari, chiuso per mancanza di clienti dopo l’allarme coronavirus. Con lei la figlia Chiara Lorenzini, seduta scompostamente su di una poltrona: distrutta, con lo sguardo nel vuoto come cercare qualcosa o qualcuno che possa recargli conforto o, meglio, dare delle risposte concrete al perché tutto questo è potuto accadere.

Sia la signora Paola che Chiara, insieme al cuoco FrancoTesta, fino al nostro arrivo erano intenti a rinfrescare alcune aree della hall dando una mano di pittura, esaltandone il colore di alcuni capitelli in attesa che i prossimi clienti possano complimentarsi con loro per l’ottimo lavoro, oltre che per l’impeccabile sevizio che da 15 anni offre la nota struttura alberghiera varesina.

L’ingresso dell’Art Hotel, chiuso per la prima volta dopo 15 anni di attivitá

Clienti appunto, ma quali? Una defaillance con continue disdette. Anche gli indomiti appassionati delle due ruote ciclistiche, molti dei quali provenienti dall’estero, hanno ”tradito”.

Ciclisti amatoriali per i quali l’Art Hotel è da sempre punto di riferimento importante, essendo inserito nel circuito dei principali Bike Hotel d’Europa, offrendo pure accompagnatori importanti come ex campioni del ciclismo utili a far ripercorrere agli ospiti anche i brividi del percorso mondiale varesino datato 2008: uno dei più belli della storia del ciclismo internazionale.

Questo ora è solo un amaro ricordo, con la speranza che tutto possa tornare al più presto alla normalità «Riceviamo disdette ogni giorno e fino ad aprile non avremo clienti-sottolinea Chiara Lorenzini-Il nostro è soprattutto un business hotel, con molti clienti che partecipano a fiere o convegni di settore. Come ad esempio l’internazionale e atteso Salone del Mobile slittato al prossimo mese di giugno. Insomma una vera disgrazia per la quale al momento non vedo soluzioni».

Franco Testa dal canto suo stima, a grandi linee, una perdita importante per i prossimi mesi quantificabile in circa 100mila euro «Per noi una cifra significativa che potrebbe metterci in difficoltà anche per il proseguo dell’attività».

Danni economici decisamente rilevanti destinati anche ad aumentare se il quadro emergenziale a livello sanitario non dovesse migliorare.

Un caratteristico angolo della hall

Per questo la Regione Lombardia ha deciso di compensare questa crisi, aiutando vari settori del commercio presenti in zone a rischio come Varese appunto. Infatti, dopo avere deliberato aiuti economici per esercizi commerciali (e non solo) attivi nella cosiddetta ”zona rossa” (lodigiano ecc…), ora l’attenzione si sposterà verso le ”zone gialle” dove è situato il capoluogo di provincia «La prossima settimana probabilmente verrà deliberato un decreto urgente per aiutare economicamente anche i commercianti varesini, albergatori compresi ovviamente. Non sono ancora state stimate le cifre da erogare ai singoli esercizi, ma sicuramente sarà un aiuto concreto utile a poter riprendere l’attività almeno fino al superamento di questa crisi», dice il Consigliere regionale Samuele Astuti da noi contattato sulla questione.

Crisi che potrebbe coinvolgere negativamente anche il personale che opera all’Art Hotel «ora forzatamente in ferie per un mese-aggiunge Paola- Dispiace in quanto poi non potranno più usufruirne una volta riattivata l’attività. Per quanto li riguarda questa è la prima soluzione che abbiamo adottato per salvaguardarne i posti di lavoro, ma se le cose dovessero peggiorare non possiamo garantire nulla per il futuro».

Fortunatamente l’Art Hotel possiede pure un servizio ristorante aperto al pubblico «Per domenica abbiamo una prenotazione per 15 persone con la speranza che non disdicano all’ultimo momento. Non è molto considerato che il numero di coperti a disposizione è nettamente superiore, ma è già qualcosa e soprattutto aiuta psicologicamente ad affrontare questo momento terribile non solo a livello economico». Una situazione critica vissuta in prima persona anche dalla dipendente Adriana Averna, solidale con i titolari e presente anch’essa all’incontro odierno.

Tutto noi ovviamente auguriamo che l’Art Hotel così come tutte le altre strutture ricettive cittadine possano riprendersi in fretta.

Nel frattempo potremmo pensare di contribuire trascorrendo qualche ora in serenità (auspicabile in questi grigi momenti) prenotando proprio al ristorante dell’Art Hotel dove, tra l’altro, si mangia davvero bene in un ambiente accogliente e familiare.

direttore@varese7press.it

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