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Nella e Salvatore della Rivendita Tabacchi di via Sacco: ”Non ce la facciamo piú, gli incassi sono dimezzati”

VARESE, 2 marzo 2020- di GIANNI BERALDO-

Nella e Salvatore sono volti noti per decine di studenti che transitano quotidianamente sui marciapiedi di via Sacco, dove si trova tra gli altri la Rivendita Tabacchi n.5.

Via Sacco è una zona topica della città, dalla quale ci si reca nei principali istituti scolastici superiori ricettacolo di varia ”umanità studentesca”, dalla quale emerge un fitto sottobosco di giovani fumatori (non sappiamo se solo di ”normali” sigarette: ma questa è un’altra storia), equamente suddivisi tra maschi e femmine.

Anzi queste ultime in netta crescita a livello di tabagismo secondo recenti dati ufficiali del Ministero della Salute.

Insomma avrete capito che tra i più assidui fruitori della nota rivendita di tabacchi varesina vi sono proprio gli studenti, senza i quali ovviamente gli introiti ne risentirebbero notevolmente.

Come sta accadendo in questi giorni di emergenza sanitaria, con chiusura  totale delle scuole di ogni ordine e grado, che si protrarrà anche per questa settimana.

Via Sacco dove si trova la Rivendita Tabacchi

Oggi però i coniugi Nella e Salvatore, titolari delle rivendita che abbiamo raggiunto oggi in negozio, non presentano il sorriso delle giornate migliori, anzi sono decisamente affranti per una situazione che diventa sempre più drammatica e ingestibile anche e soprattutto sotto il profilo economico «Non ce la facciamo più a sopportare un’altra settimana di crisi. I clienti entrano con il contagocce con incassi risicati che non servono nemmeno a pagare le ingenti spese che dobbiamo affrontare quotidianamente per tenere aperta la rivendita», dice Nella che con fatica alza lo sguardo verso di noi tanto è l’amarezza e tristezza manifesta sul suo volto.

La mazzata finale è stata proprio l’ordinanza regionale relativa a chiusura scuole, come evidenzia Salvatore «Senza studenti per noi è la fine, se a questo aggiungiamo che sono pochissime le persone che in questi giorni frequentano il centro città, capite che stiamo vivendo momenti drammatici».

Nella ci spiega che sono proprio gli studenti a essere i migliori clienti, nel senso che oltre a sigarette acquistano pure cartine, molte caramelle ma pure qualche ”gratta e vinci”, cosi come altri oggetti utili ai fumatori. Crisi di presenze che a portano chiaramente ad avere incassi ridotti, come spiega Salvatore «mediamente in un giorno incassiamo circa 900 euro solo di vendita sigarette, ora invece siamo sui 500 euro quando va bene. Chiaramente queste cifre non sono al netto! Insomma una catastrofe dalla quale sarà difficile riprendersi. A questo aggiungo che probabilmente dovremo bloccare anche alcuni ordini mettendo in crisi altre persone, altri lavoratori».

I titolari della rivendita rimarcano come, nonostante il loro esercizio commerciale non rientri tra le categorie con chiusura limitata alle ore 18 come ad esempio i bar, anche la loro attività praticamente cessa allo scoccare delle 18 «da quell’ora in poi la città è deserta: in giro non si trova più nessuno»

Nella e Salvatore, così come tutti i commercianti varesini, ora sperano in qualche aiuto economico da parte della Regione, la stessa che in settimana dovrebbe discutere sullo stato di crisi in cui versano tutte le attività comprese nella cosiddetta ”zona gialla”, ossia quelle province dove sono stati rilevati casi di persone contagiate e ricoverate per coronavirus: come Varese appunto.

Insomma un’altra storia drammatica, un’altra situazione che speravamo di non raccontare ma che invece sta divenendo un vero e proprio dramma, dal quale per ora non si intravede la soluzione.

direttore@varese7press.it

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