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PCI Varese su emergenza sanitaria e privatizzazione: ” Non si puó risparmiare sulla salute”

VARESE, 8 marzo 2020- Egr. Direttore

Il governo ha annunciato che requisirà mezzi e strutture cliniche ed ospedaliere private. È un’ottima cosa. Incredibile che queste decisioni, sacrosante, arrivino solo quando l’emergenza arriva ad alti livelli. Ciò che si dovrebbe imparare da tutto questo è che il liberismo funziona solo per chi fa profitti ma non funziona per tutti gli altri. Da comunisti da sempre lottiamo affinché tutti i diritti sociali, tutti i servizi fondamentali al cittadini siano universali, pubblici, gratuiti e garantiti.

Non è un caso che il privato sparisca ogni volta che ci sono da spendere soldi e non da prendere. Il profitto è nemico dell’uomo, la storia lo ribadisce tante di quelle volte che è difficile fare un elenco.

Questa situazione contingente sta dando la rappresentazione plastica del fatto che ogni ulteriore richiesta di autonomia differenziata è non solo immotivata, ma fonte di grave pregiudizio per l’intero Paese.

Quando si parla di diritti universali, in questo caso della salute dei cittadini, ogni recinto sia esso fisico o giuridico, ha riflessi negativi.

In questo  senso l’idea di stato federale è fuori contesto, anacronistica, egoistica, divisiva. L’Italia unita è una regione dell’Europa. L’istruzione è una funzione essenziale dello Stato e come tale non può essere parcellizzata in venti microcosmi regionali.

Si riscontra,  in questa  linea politica  della Lega,  una totale incapacità  di fronteggiare contingenze storiche  che  non possono essere risolte  con le solite battute da  clown,  “dall’Autonomia Differenziata”, o quelle da Papete, “ adesso voglio tutto il potere” .

Questa linea politica, che ha la sua massima espressione in ciò che sta avvenendo in Lombardia  non è in grado di rispondere alle emergenze, di qualsiasi tipo esse siano: da quelle del lavoro a quelle sanitarie.

Politicamente parlando,  non si può andare avanti in questo modo, se non si modificano i paradigmi politici di riferimento.

Il dogma del mercato libero e della privatizzazione  si presenta in tutta la sua fragilità se un virus è in grado di sconvolgere anche il sistema sociale.  In questa situazione in cui si sono messi in discussione e a rischio i diritti universali, la salute in primis.

La politica, dal canto suo, mostra di abdicare, in favore della mera economia di mercato.

La sanità lombarda da sempre, fin dall’amministrazione Formigoni, è stata laboratorio di tutti i più nefasti esperimenti  di privatizzazione e oggi si trova alle corde, mancano i posti letto e le risorse per i servizi essenziali.

Questa epidemia virale ha scoperchiato un fatto, cioè che la sanità pubblica lombarda doveva rispondere ad interessi oligopolistici,  di varia natura e a vari livelli, vedi la questione  della chiusura degli ospedali di Gallarate  e di Busto Arsizio, per dare luogo ad una riduzione drastica del numero  di posti letto che oggi rischiamo di pagare a caro prezzo a causa dell’attuale epidemia da Covid19.

Tutto ciò andava  evitato attraverso una politica  che  doveva tenere fondamentalmente  conto dei diritti fondamentali dei cittadini, ben descritti nella Carta Costituzionale, come quello alla salute.

Non  si può “risparmiare” sulla salute.

I risparmi si fanno laddove sono possibili, per esempio sulle spese militari, e soprattutto è inaccettabile questo continuo raggiro fatto a danno dei contribuenti a proposito della SANITA’ PUBBLICA (vedi la proposta di  sponsorizzata  da Maroni a proposito della “riforma  del sistema dei malati cronici”).

Lucrare sulla sanità alla stregua di un qualunque servizio significa non averne compreso il significato e svilire ciò che ha significato per il nostro paese esserci dotati di un sistema sanitario nazionale che risponde al diritto universale alla salute.

La proposta  della Lega Salvini a proposito dell’Ospedale unico, da collocare  sul territori  di Busto Arsizio, al confine  con quello di Gallarate risponde, in modo palese, alla linea del business nel campo  della salute e risponde alle logiche  delle cordate  economiche  nazionali (e internazionali) che, a vario titolo, da tempo, intendono mettere mano, anche  attraverso la cosiddetta “Autonomia Differenziata” sul sistema ospedaliero pubblico.

L‘Ospedale Unico tra Busto Arsizio e Gallarate costituisce l’esempio lampante di questo tentativo di accaparramento privato delle eccellenze sanitarie lombarde.

PCI Federazione di Varese

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