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La denuncia dei sindacati: “A Varese gli operatori sanitari costretti a prolungamento turno: ma la situazione varesina é cosí grave?”

VARESE, 28 marzo 2020-Gli operatori sanitari della ASST Sette Laghi di fronte a questa emergenza senza precedenti stanno dando tutto, rischiando la salute propria e della propria famiglia.

La condizione di estremo stress psicofisico a cui sono costantemente sottoposti da giorni e giorni non ha inciso sulla ferrea volontà e la dedizione dei nostri professionisti sanitari e tutti gli operatori, di continuare a dare il proprio contributo per salvare vite, pur nelle condizioni non affatto ottimali che riguardano l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale e le risorse umane disponibili. Ma ci sono dei limiti: umani, fisici, psicologici e di carattere familiare.
In tutte le realtà ospedaliere lombarde si lotta giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, ma in nessun presidio si è imposto di modificare i turni di servizio in modo indiscriminato e dall’oggi al domani.

Ci sono realtà in cui a volte si è costretti a fare il prolungamento del turno, spesso si saltano i riposi ma, nonostante le criticità e l’emergenza non si è imposto un turno che, di fatto, rende impossibile la gestione famigliare dei figli o delle persone anziane.
In situazioni estreme bisogna adottare misure estreme.

Tutto pur di salvare vite. Ma quale situazione è più estrema di quella delle aziende bergamasche o bresciane, oppure dobbiamo pensare che la situazione varesina sia più complessa di quella degli ospedali milanesi?
Se invece si tratta di assumere tali decisioni organizzative secondo una visione prospettica finalizzata ad anticipare gli eventi anzichè subirli, perché in questo modo si pensa di avere un numero congruo di professionisti per gli affiancamenti e la formazione, allora questa decisione va condivisa con RSU e Organizzazioni sindacali cercando il più possibile di limitarla ai soli settori in emergenza. Non abbiamo colto negli incontri e nelle
comunicazioni aziendali che la situazione organizzativa sia tale da non permettere di procrastinare di qualche giorno un provvedimento che mette in enorme difficoltà molti operatori e le loro famiglie.
Siamo convinti che una riflessione comune possa consentire di trovare una soluzione congrua ed efficace da adottare nelle aree in sofferenza in attesa delle assunzioni annunciate.
Si chiede pertanto la sospensione delle decisioni assunte e la convocazione in videoconferenza delle scriventi per condividere una linea strategica che consenta di tutelare al massimo, pur nell’emergenza, la salute degli operatori sanitari, onde evitare conseguenze più gravi dei problemi a cui si vuol porre rimedio.

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