Emergenza coronavirus, segretario Anaao-Assomed Stefano Magnone: ”Ora premi in busta paga e maggiori riposi per tutti gli operatori sanitari della Lombardia”

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VARESE, 21 aprile 2020- di GIANNI BERALDO-

Come ripetuto nelle scorse settimane da Giulio Gallera, assessore regionale al Wellfare, la Lombardia da questa emergenza sanitaria é stata travolta da una sorta di tsunami, trovandosi decisamente spiazzata al cospetto di un evento eccezionale.

Una emergenza per Covid-19 che ha chiamato in causa tutte le varie figure professionali del comparto sanitario lombardo come medici, infermieri, tecnici, fisioterapisti, molti dei quali sono stati anch’essi contagiati o, peggio, deceduti.

Insomma in prima linea inizialmente senza nemmeno avere le protezioni adeguate. Nessuno di loro però si è tirato indietro nonostante doppi o tripli turni massacranti, spesso concedendosi sole poche ore di riposo lottando strenuamente nel tentativo di salvare vite umane. Un grande sacrificio il loro che andrebbe ripagato non solo a parole (”I nostri eroi”…), ma gratificandoli almeno a livello economico oltre concedere loro giorni extra di riposo una volta terminato il primo stadio emergenziale.

Riconoscere merito e sacrificio con atti concreti, questo chiede Anaao-Assomed, associazione Medici e Dirigenti della Lombardia per tramite del segretario regionale Stefano Magnone, medico chirurgo anch’egli in prima fila nella lotta la coronavirus all’Ospedale Papa Giovanni di Bergamo, città tra le più colpite al mondo dall’epidemia.

Magnone ha inviato una lettera (sottoscritta da numerose sigle sindacali del settore) a parlamentari e consiglieri regionali, sottoponendo loro richieste utili a rivedere l’intero comparto.

Il dottor Stefano Magnone, segretario regionale Anaao-Assomed

Il Governo in realtá ha già messo a disposizione delle cifre da distribuire a tutti gli operatori sanitari impegnati a fronteggiare l’emergenza coronavirus, senza però fare distinzioni tra Regioni e portata della emergenza che si differenzia come dimostrano i dati diffusione virus.

« Si tratta del Decreto Cura Italia prevedendo che fondi per la Sanità venissero suddivisi tra le varie regioni in base a delle percentuali stabilite appunto da decreto. Alla Regione Lombardia sono destinati 41 milioni di euro da spalmare per tutte le figure sanitarie dipendenti. Peccato che fatti i conti questi fondi alla fine ammonterebbero a circa 250/300 euro lordi a testa. Insomma bruscolini».

Il segretario Stefano Magnone rimarca come a fronte di questa ”miseria” siano state messe in campo da parte dei sindacati e dalla Regione Lombardia proposte decisamente più idonee ad affrontare il problema «Ci siamo accorti che la Regione aveva già raggiunto il tetto massimo a livello economico relativo ai progetti aggiuntivi consentiti dalla norma, pertanto abbiamo pensato che la strada più corretta fosse quella di chiedere soldi in più allo Stato rimarcando come quella distribuzione di fondi non tenesse conto delle differenziazioni di carichi di lavoro. Basti pensare che in Lombardia vi sono il 50% dei casi totali. In quella lettera abbiamo infatti scritto che quelle risorse sono insufficienti per il lavoro fatto e rischi corsi, considerando che la Lombardia ha avuto un carico non paragonabile ad altre Regioni».

Ospedale Papa Giovanni di Bergamo

Sollecitata da queste richieste interviene direttamente la stessa Regione Lombardia, disposta a fare una legge regionale ad hoc con cui stanziare dei soldi «e qui subentra un altro problema-dice ancora Magnone- visto che non si possono differenziare gli stipendi a livello regionale considerato che il contratto in realtà e nazionale, quindi materia statale anche per l’ordinamento costituzionale. A questo punto si potrebbe pensare a una premialitá in considerazione dell’eccezionalità degli eventi, potendo quindi modificare il contratto almeno per quest’anno. Si pone quindi un contrasto teorico tra Regione e Stato, ecco perché lo strumento preferito sarebbe un emendamento al decreto Cura Italia oppure un nuovo provvedimento legislativo. La Regione a quel punto potrebbe contrattare con i sindacati la distribuzione dei fondi in base alle reali attività svolto sul campo dai singoli operatori sanitari, così come non tutte le aziende ospedaliere hanno avuto lo stesso carico di lavoro emergenziale».

Ora è da capire chi ci metterebbe questi soldi: Stato o Regione? Per quest’ultima ipotesi lo Stato non dovrebbe rivalersi su di essa solo per il fatto di avere fatto questa scelta. Su questo punto recentemente è intervenuto direttamente il presidente della Regione Lombardia, chiedendo lumi allo Stato su come si potrebbe fare, come Regione, per erogare questo fondi aggiuntivi autonomamente.

«Passasse questa linea per il personale sanitario verrebbe fuori quasi una mensilità in più come premio per questa emergenza» rimarca ancora il segretario Anaao-Assomed che sottolinea pure l’importanza di ottenere un periodo di riposo per il personale sanitario impegnato da settimane per questa emergenza, da programmare con una opportuna organizzazione dei turni di lavoro «in tal senso devo dire che non abbiamo ancora le idee molto chiare per una cosa che, per fortuna, non era mai accaduta. Secondo noi ci sarebbe da ipotizzare per qualcuno un periodo di stacco e rigenerazione. I traumi sono stati vissuti anche da tanti colleghi e colleghe, quindi si potrebbe immaginare una sorta di percorso di ristoro sotto il profilo personale».

Traumi certo. Il dottore Magnone ci ricorda come tante persone ricoverate per Covid-19 siano morte senza un parente, senza i propri cari accanto, ma solo con il conforto di medici e infermieri. Molti dei quali rimasti scossi da queste terribili esperienze dove la vita e con essa gli affetti di una persona prima che paziente, si spengano improvvisamente e senza un perché. Se non per il fatto che un virus ha avuto la meglio nonostante sforzi, capacità e passione messe in campo dai vari professionisti sanitari. Medici, infermieri, tecnici ecc…non sono eroi, sono invece dei professionisti, persone che hanno scelto di mettere a disposizione una parte importante della loro vita fatta di studi e capacità: doti mai banali così utili per salvare la vita delle persone.

Anche solo per questo andrebbero premiati senza retoriche banalizzazioni ma con atti concreti.

direttore@varese7press.it