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Lo Statuto dei lavoratori compie 50 anni, Colombo (Cgil Varese): “Diritti e tutele da conquistare anche per i giovani”

VARESE, 18 maggio 2020-Mercoledì cade il mezzo secolo di vita dello Statuto dei Lavoratori, diventato legge italiana il 20 maggio 1970, a seguito delle lotte sindacali culminate nell’autunno caldo.

Il Segretario generale della Cgil di Varese Umberto Colombo interviene: “Sono passati 50 anni: il mondo del lavoro ha visto trasformazioni radicali. Ma molti dei problemi e delle lotte di allora da parte di lavoratori e sindacati sono tuttora di stringente attualità. Soprattutto oggi, che l’emergenza covid 19 ha messo in evidenza le fragilità del sistema economico e sanitario, è più che mai attuale la questione della tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, della difesa del welfare, in particolare della sanità pubblica, dell’assistenza socio-sanitaria, dell’istruzione. Come pure di un sistema di ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro che possano sostenere lavoratrici, lavoratori e imprese nei momenti di difficoltà”.

“Inoltre – continua Umberto Colombo – diritti fondamentali quali prevenzione e sicurezza sul lavoro, parità di genere, possibilità di percorsi professionali attraverso una formazione continua, tutele contrattuali, tutto questo resta ancora oggi valido e di estrema necessità, ma deve essere applicato a tutto il mondo del lavoro, in particolare alle giovani generazioni, che spesso devono essere liberate da condizioni di sfruttamento e di precarietà. Un pensiero particolare lo rivolgiamo alle lavoratrici, di frequente penalizzate nei percorsi professionali”.

“Siamo consapevoli – dichiara ancora il Segretario generale della Cgil di Varese – che tanto resta da fare a 50 anni dallo Statuto dei Lavoratori. Continuiamo ad impegnarci perché il lavoro sia dignitoso e tutelato, perché i diritti siano diffusi ovunque, dalle grandi alle piccole realtà produttive. Pensiamo a quanto siano decisive, per combattere l’emergenza sanitaria, alcune professionalità troppo spesso dimenticate, tra le quali ad esempio medici e infermieri, personale sanitario e dei servizi. Per questo la Cgil deve continuare la battaglia affinchè la proposta di iniziativa popolare, ‘Carta dei Diritti Universali del Lavoro’, diventi legge. Per questo occorrono alleanze sia nel mondo del lavoro, sia nella società per sostenere questo passaggio con forza, come è accaduto nel 1970”.

“Il cinquantesimo anniversario dello Statuto dei Lavoratori che, ricordiamolo – continua Umberto Colombo –, ha consentito di portare la Costituzione italiana nei luoghi di lavoro, impone al sindacato di rimettere al centro dell’iniziativa un nuovo Stato sociale, il rispetto e la tutela dell’ambiente, un uso delle tecnologie digitali che salvaguardi il lavoro e non provochi emergenze occupazionali, nuovi investimenti pubblici che possano rilanciare opportunità economiche e di lavoro in un rapporto diverso tra imprese e lavoratori.

Le riflessioni a cui ci obbliga la pandemia possano essere occasione per riprogettare modelli economici e produttivi in un maggior confronto tra imprese, sindacato e istituzioni, per rilancio e sviluppo (sia nel Paese, sia nel nostro territorio) da parte del mondo dell’impresa e del lavoro”.

Conclude il Segretario generale della Cgil Varese, Umberto Colombo: “Per scongiurare emergenze occupazionali legate alla pandemia occorre che sindacato, associazioni datoriali e istituzioni aprano da subito un confronto per evitare licenziamenti, rilanciare il tessuto economico e sostenere l’occupazione nelle imprese varesine. Per questo anche il tema della formazione, riqualificazione e tutela dei diritti – che ancora una volta dobbiamo allo Statuto dei lavoratori – devono diventare centrali per la difesa e la ripartenza del lavoro e dell’economia della nostra provincia.”

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