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Esonda il fiume Ticino a Sesto Calende e Lago Maggiore: danni per campagne e cittá

VARESE, 4 ottobre 2020-Sotto la spinta dei nubifragi che si sono abbattuti sul nord Italia, è allerta per i fiumi ingrossati e per i laghi che hanno registrato aumenti del livello delle acque a vista d’occhio.

Così anche per il Lago Maggiore, che si è alzato di oltre un metro a Sesto Calende, e quello di Como con l’acqua arrivata addirittura in strada.

Carichi d’acqua anche il Ticino e gli affluenti del Po, che hanno portato il maggior fiume d’Italia ad alzarsi, con la piena, anche di oltre sei metri nelle ultime 24 ore, come conferma il monitoraggio di Coldiretti al Ponte della Becca a Pavia (qui ieri il grande fiume ha raggiunto l’allerta gialla).

“Il rapido innalzamento del Po – spiega Coldiretti Varese – è emblematico della situazione di sofferenza del bacino idrografico del nord in cui si sono verificate esondazioni dei corsi d’acqua con frane e allagamenti, morti e dispersi anche nelle province a noi vicine”.

Gravi danni nelle campagne del nord Italia, quindi, con raccolti distrutti e animali dispersi ma anche danni strutturali alla viabilità sulle strade rurali con milioni di euro di danni secondo la Coldiretti. Toccata anche la provincia di Varese, dove ancor oggi si sono protratti i disagi per la mancanza di energia elettrica nella zona di Induno Olona, mentre diverse strade poderali sono state interrotte nei giorni scorsi dall’acqua e dagli alberi caduti.

Sono gli effetti dell’ondata di maltempo dopo la pioggia dell’inizio autunno 2020 segnato da tempeste praticamente raddoppiate (+92%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con ben 127 eventi estremi tra nubifragi, grandinate, vento forte, tornado, bombe d’acqua secondo l’analisi della Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) dal 21 settembre fino ad ora, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Con i cambiamenti climatici l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai diventata la norma anche in Italia tanto che siamo di fronte ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione che – evidenzia la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti con sfasamenti stagionali e territoriali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.

La perturbazione si è abbattuta su territori che hanno buona dei comuni con parte del territorio a rischio idrogeologico. A questa situazione non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso più fragile dalla cementificazione, con la provincia di Varese che, purtroppo, si conferma sul podio delle province lombarde per “consumo di suolo” sottratto dal cemento all’attività agricola e boschiva: ben il 20,9% dell’intera superficie disponibile, secondo gli ultimi dati del rapporto Ispra che indicano come la provincia prealpina veda “consumati” ben 22.099 ettari, con un incremento – nell’ultimo anno – di ulteriori 35,8 ha.

Per questo – conclude la Coldiretti provinciale – è sempre più necessario “difendere il patrimonio agricolo locale e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne”.

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