VARESE, 14 ottobre 2020– “Ancora una volta sono gli anziani a pagare per l’incapacità del sistema sanitario e socio sanitario di proteggerli. Dopo la tragedia di marzo e aprile, dopo le numerose normative che hanno regolamentato gli accessi dei famigliari e degli operatori in sicurezza, scaturite a seguito di un confronto con gli stessi enti gestori (incluso il PAT), apprendiamo che si sta iniziando a pensare nuovamente alla chiusura totale alle visite dei parenti, già ridotte al lumicino”, dichiara Valerio Zanolla Segretario Generale SPI Lombardia.
“Certo, la continua crescita dei contagi e dei ricoveri ospedalieri preoccupa anche noi – ricorda Zanolla – “ma siamo preoccupati anche dello stato di salute complessivo degli anziani ricoverati, spesso privati dei necessari livelli di assistenza e di riabilitazione, e del fatto che l’assenza degli affetti familiari prolungata per così tanti mesi, in particolare per la tipologia di pazienti che si trova all’interno delle RSA, rischia di essere altrettanto pericolosa quanto il virus!”
“Ci chiediamo se davvero non sia possibile continuare a mantenere la vicinanza dei parenti nel rispetto delle norme che già esistono. o se invece sia più facile evitare di assumersi le proprie responsabilità da parte di chi deve gestire una struttura socio sanitaria. Regione Lombardia ed ATS intervengano per tutelare i diritti e la dignità degli anziani, garantendo tutti gli strumenti diagnostici e preventivi indispensabili per evitare l’accesso del virus. I ritardi registrati nell’avvio della campagna vaccinale e l’incertezza sulla capacità e sui tempi della copertura per gli operatori socio sanitari, in particolare del privato, non aiutano”, conclude Zanolla.