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Il Circolo di Varese tra gli ospedali italiani piú perfomanti a livello di cure per infarto miocardico

VARESE, 15 dicembre 2020-www.doveecomemicuro.it, portale di public reporting sanitario, ha realizzato un’indagine sugli ospedali italiani più performanti per volume di ricoveri per infarto miocardico acuto, per numero di interventi di bypass aortocoronarico e per volume d’interventi di angioplastica coronarica (fonte: PNE 2019, con cui è stato recentemente aggiornato il sito www.doveecomemicuro.it).

A livello nazionale, 2 presidi lombardi sono presenti in classifica: il Centro Cardiologico Monzino di Milano è al 1° posto in Italia con 2320 interventi di angioplastica coronarica eseguiti nel 2018 mentre l’Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano è 4° con 1082 interventi.

A livello regionale, nelle prime posizioni per numero di ricoveri per infarto miocardico acuto ci sono: al  posto l’Ospedale Policlinico San Matteo di Pavia, al  l’Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi – ASST Sette Laghi di Varese, al  l’Ospedale Carlo Poma di Mantova – ASST Mantova, al  l’Ospedale Bolognini – ASST Bergamo Est di Seriate (BG) pari merito con il Presidio Ospedaliero Spedali Civili di Brescia – ASST Spedali Civili.

Quanto al volume d’interventi di bypass aortocoronarico: al  posto c’è l’Ospedale Carlo Poma di Mantova – ASST Mantova, al  l’Ospedale Civile di Legnano – ASST Ovest Milanese, al  il Policlinico San Donato – Gruppo San Donato di San Donato Milanese, al 4° l’Humanitas Gavazzeni di Bergamo e al  il Presidio Ospedaliero Spedali Civili di Brescia – ASST Spedali Civili.

Riguardo al numero di interventi di angioplastica coronarica: al  posto c’è il Centro Cardiologico Monzino di Milano, al  l’Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato di Milano, al  il Policlinico San Donato – Gruppo San Donato di San Donato Milanese (MI), al  l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (MI) e al  l’Ospedale Bolognini – ASST Bergamo Est di Seriate (BG).

In base alle evidenze scientifiche, un maggior numero di casi trattati da una struttura sanitaria ha un impatto significativo sull’efficacia degli interventi e sull’esito delle curePerciò, il Decreto ministeriale sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera (DM 70/2015) fissa delle soglie minime al di sotto delle quali il rischio di esiti negativi aumenta notevolmente”, spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico di www.doveecomemicuro.it.

In Lombardia, le strutture pubbliche o private accreditate che nel 2018 effettuano ricoveri per infarto miocardico acuto sono 108 (153 considerando anche quelle sotto i 10 volumi). La soglia ministeriale di minimo 100 ricoveri annui è ottenuta dal 65,7% (contro il 25% dell’edizione precedente del PNE) degli ospedali, pari a 71. A rispettare tutti e 3 i valori di riferimento (volume uguale o superiore ai 100 interventi annui, mortalità a 30 giorni dal ricovero uguale o inferiore all’8% e PTCA entro 48 ore dal ricovero uguale o superiore al 45%), invece, è il 27,7% dei centri, pari a 30.

Quanto al bypass aortocoronarico, le strutture che eseguono almeno 5 interventi annui sono 20. Il valore di riferimento ministeriale di minimo 200 interventi l’anno è rispettato dal 15% dei centri, pari a 3. Nella Regione non ci sono strutture che rispettano entrambi i valori di riferimento (volume uguale o superiore ai 200 interventi annui e mortalità a 30 giorni dal ricovero uguale o inferiore all’1,5%). (Nel 2012 le strutture che eseguivano almeno 5 interventi di bypass erano 20. Il 30% di esse, pari a 6, rispettava la soglia ministeriale riguardo al volume. Il 15%, pari a 3, invece, rispettava entrambi gli standard ministeriali).

Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano interventi di angioplastica coronarica sono 65 (71 considerando anche quelle sotto i 10 volumi). Il valore di riferimento ministeriale di minimo 250 interventi l’anno è rispettato dal 71% dei centri, pari a 46. (Nel 2012 le strutture che eseguivano almeno 10 interventi di angioplastica erano 64. Il 64,1%, pari a 41, rispettava la soglia ministeriale riguardo al volume).

Quanto alla quota di residenti che scelgono di farsi curare nella Regione, per ciò che concerne l’infarto miocardico acuto si attesta al 95,8%, per il bypass aortocoronarico al 97,3% e per l’angioplastica coronarica al 96,8%.

Un dato nazionale positivo emerso dal confronto delle edizioni del Programma Nazionale Esiti relative agli anni 2012 e 2018 è il calo di ricoveri per infarto miocardico acuto che in 6 anni hanno registrato un -7,6%.

Questo risultato dipende in gran parte dalle strategie di prevenzione cardiovascolare e dalla consapevolezza sempre più diffusa dell’importanza di avere stili di vita corretti”, dice Marco Di EusanioDirettore della Cardiochirurgia dell’AOU Ospedali Riuniti di Ancona. “La riduzione dei ricoveri, in particolare per quanto riguarda gli infarti STEMI, i più urgenti, si deve molto anche all’efficacia dalla prevenzione farmacologica con statine, antiaggreganti e al miglior controllo dell’ipertensione arteriosa”, aggiunge Gian Piero Perna, Direttore del reparto di cardiologia del medesimo ospedale.

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