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Riflessioni: “Natale con i suoi sepolcri imbiancati”

VARESE, 30 dicembre 2020-di VINCENZO ANDRAOUS-

Me ne stavo in disparte, nelle ultime file della Chiesa, perché volevo ascoltare un po’ di silenzio senza rumore, quando poco distante da me, alcune persone stavano parlottando del Papa, di come a volte, “secondo loro”, Francesco usi toni ricattatori, di rimprovero, nei riguardi di chi invece “come loro” non meritano di essere tirati per la giacchetta. Si riferivano alle parole pronunciate dal Pontefice durante la Messa della Notte di Natale: Gesù è nato scartato per dirci che ogni scartato è figlio di Dio”.

Non riesco a trovare una sola prevaricazione alla coscienza di chicchessia nelle parole pronunciate da Francesco, se non l’intenzione di fare convergere la testa al cuore e magari anche alla pancia, affinché l’azione morale di ognuno sia sinonimo di libertà di ciascuno. Mentre quel Bimbo nasce, significando una ri-nascita per tutti e non certamente il passaggio di una mera ricorrenza, ebbene, poco più in là da quella mangiatoia, qualcuno s’accalorava per fare emergere la propria ineccepibile condotta sociale e fede cattolica profonda. Al punto da ribadire che Francesco non può rivolgersi in quella maniera alle persone per bene, dunque sarebbe più consono che rivolgesse tali giudizi verso i soli  malfattori e delinquenti all’intorno.

Insomma una notte di Natale dei lunghi coltelli, una notte di parole buttate lì come cluster bombs, come a volere nascondere da una parte il proprio analfabetismo emotivo, dall’altra il proprio domicilio coatto con ben conosciuti sepolcri imbiancati. Personalmente nelle parole di Francesco sento il cuore della speranza e della rinascita, per chi è autorevole a sufficienza per non ritenersi coinvolto in piroette intellettuali di così poco conto, ma anche nei riguardi di chi ha sbagliato, di quanti hanno tradito il patto sociale, di coloro che  in galera o nella vita pagano il proprio debito con la collettività, tentando di riparare con dignità al male fatto, anche da dentro una cella, dove Dio c’è, e non è morto come qualcuno vorrebbe che sia.

Papa Francesco non ha mai inteso confondere il giusto dallo sbagliato, il male dal bene, perché questo discernere è il respiro indistruttibile della fede che sorregge la nostra esistenza.  Forse come ha ben detto qualcuno, dimentichiamo troppo velocemente che per sperare occorre avere fatto un grande incontro,  quel Bimbo spogliato di tutto. La Messa volgeva al termine, con profondo rammarico non sono riuscito a trovare quel silenzio che cercavo, in questa notte di passi in avanti, di orme digitali, di quiete e di amore, la sensazione è di essere sempre più inadeguati, di non farcela a scavalcare le intemperie delle commiserazioni, mentre Dio con la nascita di quel bambino ci dice: “Coraggio, sono con te”.

redazione@varese7press.it

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