OSNAGO (Lecco), 14 gennaio 2021-Come un fulmine a ciel sereno 70 dipendenti dell’azienda Voss Fluid di Osnago, in provincia di Lecco, hanno avuto comunicazione che la loro azienda chiuderà, senza discussione e senza prospettive per i lavoratori che verranno lasciati a casa.
Una modalità del tutto discutibile che scarica sui delegati sindacali di fabbrica la responsabilità di un annuncio drammatico. L’azienda ha scartato qualsiasi alternativa alla chiusura, ma i lavoratori non ci stanno e dicono no ai licenziamenti.
Le produzioni verrebbero trasferite non si sa bene dove, si parla di Germania e Polonia. L’Azienda comunica ai 70 dipendenti interessati, via mail o telefono, l’invito a partecipare a un’assemblea sindacale in cui sarebbero state comunicate novità importanti. Una modalità del tutto discutibile che scarica sui delegati sindacali di fabbrica la responsabilità di un annuncio drammatico. I due delegati sindacali, sostenuti dalle organizzazioni sindacali, hanno quindi comunicato a tutti i colleghi e colleghe del licenziamento conseguente alla chiusura della ditta. Inizia subito la cassa integrazione che prima coinvolge diversi lavoratori e, poi, dal 21 dicembre interessa tutti.
LA REAZIONE DELLE PERSONE E DEL SINDACATO
Dopo l’annuncio della chiusura si tiene un’altra assemblea per decidere quali azioni mettere in campo per contrastare la scelta aziendale. Si decide quindi di istituire un presidio permanente, organizzandosi giorno e notte, comprese le festività natalizie. Stupenda la gara di solidarietà che ha abbracciato le lavoratrici e i lavoratori, partita spontaneamente e che ha visto protagonisti il Sindaco e l’amministrazione, le istituzioni locali, le associazioni di zona e i semplici cittadini; i pensionati del paese hanno dato la disponibilità a partecipare al presidio. La solidarietà è fatta da chi porta viveri, caffè caldo, chi fornisce legna per scaldarsi, chi porta gazebi e unità mobili, chi presta il camper e chi porta la propria vicinanza.
Nel frattempo é stata attivata una petizione tramite raccolta firme sulla piattaforma change.or