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Progetto SmartDoc: l’importanza della telemedicina anche nell’era post covid

MILANO, 9 marzo 2021- La telemedicina, integrata dalle indispensabili visite di persona, può svilupparsi con profitto anche nella fase post Covid, avvicinando ulteriormente il paziente al suo medico curante. Sono alcune delle conclusioni di uno studio condotto sul progetto SmartDoc per la cura a distanza delle neoplasie polmonari. Inaugurato a fine giugno 2020 dalla Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT), SmartDoc è realizzato con il contributo dell’Associazione Il Tulipano Bianco APS.

Dal 19 giugno al 1 dicembre 2020 hanno usufruito del servizio di telemedicina 83 pazienti, con un alto grado di soddisfazione: 4,69 il valore medio dei punteggi registrati nei questionari di valutazione su un massimo di 5. La maggior parte di loro (82,35%) si è detta completamente soddisfatta della comunicazione medico-paziente e della possibilità di porre facilmente domande anche se collegati da remoto. Per 14 pazienti (16.87%) si è trattato di prima visita; per due (2.41%) di secondo parere; per 4 (4.82%) di controllo a un mese dall’operazione, mentre ben 63 (75.90%) sono ricorsi a SmartDoc per le visite di controllo periodiche. La telemedicina si è rivelata dunque cruciale per assicurare la continuità delle cure.

Il dottor Alessandro Pardolesi

“Il gradimento da parte dei pazienti ci sta dimostrando che non ritengono questa modalità una sorta di ‘ripiego’ a causa dell’emergenza”, sottolinea Ugo Pastorino, Direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. “Il nostro auspicio dunque, è che la telemedicina rimanga anche quando la crisi attuale sarà alle spalle, e possa diventare un’opzione in più da offrire per integrare le visite di persona con quelle a distanza”.

“La crisi sanitaria ha impresso una decisa accelerazione all’utilizzo della telemedicina, strumento che racchiude molte potenzialità ancora inesplorate. Il successo del progetto pilota suggerisce che questa pratica può trovare un utilizzo più diffuso, con beneficio dei pazienti ma anche dei medici curanti. Nel periodo peggiore dell’emergenza, SmartDoc ci ha permesso di restare vicini ai nostri pazienti e di non rinviare importanti visite di controllo, nonostante le limitazioni agli spostamenti”, dichiara Alessandro PardolesiDirigente Medico della Struttura Complessa di Chirurgia Toracica di INT, ideatore e responsabile del progetto.

“Abbiamo creduto nel progetto sin dall’inizio. A otto mesi dal lancio, i risultati confermano che la scelta è stata giusta. Dopo aver contribuito all’avvio di SmartDoc continueremo a sostenerlo per far sì che, una volta terminata la fase sperimentale, sia a disposizione di sempre più persone”, spiega Francesco Giordani, presidente del Tulipano Bianco Aps.

L’età dei pazienti assistiti da SmartDoc va da 19 a 87 anni, con una media di 64,5 anni. La maggior parte di loro ha più di 65 anni (50,6%), il 63,9% sono uomini e il 36,1% donne. Hanno beneficiato delle visite a distanza soprattutto i residenti nel Sud e delle Isole (54,22%), mentre tra le regioni la Lombardia è al primo posto con il 28,92% dei consulti.

In questa fase il progetto è gestito dalla segreteria del Dipartimento di Oncologia polmonare dell’INT. che cura l’organizzazione degli appuntamenti. Le prenotazioni per le visite si possono effettuare attraverso il numero dedicato 02/23902384, disponibile dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 12 e dalle 13 alle 17.

SmartDoc intende favorire la diagnosi ed il follow-up clinico-radiologico post-operatorio nei pazienti affetti da tumore al polmone, la seconda neoplasia più frequente negli uomini (15%) e la terza nelle donne (12%). Il trend è in calo negli uomini (-1,6%) grazie a una disassuefazione dal fumo, e in aumento nelle donne (+2,2%) a causa di un incremento delle fumatrici. Il fumo di sigaretta rappresenta il principale fattore di rischio ed è responsabile di circa nove casi su dieci di malattia.

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