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“La nuova riforma sanitaria in Lombardia aiuterà solo il settore privato”: interessante incontro pubblico a Varese con diversi ospiti importanti

VARESE, 11 dicembre 2021- di GIANNI BERALDO-

Si é concluso in tarda mattinata di oggi con un dibattito che ha coinvolto direttamente il pubblico presente, l’incontro intitolato ‘Sanitá e Salute in Lombardia tra Legge Moratti e Pnrr’, organizzato in Sala Montanari dai Comitati per il diritto alla salute della provincia di Varese con il Patrocinio del Comune.

Incontro, introdotto dal medico e tra gli organizzatori dell’evento Filippo Bianchetti seguito dal sindaco Davide Galimberti, che ha visto la presenza di relatori di rilievo come Maria Elisa Sartor, docente di Organizzazione Sanitaria all’Univesrirá degli Studi di Milano e autrice dell’interessante e utilissimo libro ‘La privatizzazione della sanità lombarda

Filippo Bianchetti

dal 1995 al Covid-19: Un’analisi critica’, argomento principale di questa tavola rotonda che ha visto coinvolti anche i Consiglieri regionali Samuele Astuti (Pd) e Giampiero Mammí (M5S) e Marco Caldiroli, tecnico della prevenzione e presidente di Medicina Democratica.

Ma forse l’ospite piú atteso era sicuramente Vittorio Agnoletto anch’esso medico nnonché docente di Globalizzazione e politiche della salute all’Universitá degli Studi di Milano.

Agnoletto, da noi intervistato, non ha lesinato ovviamente critiche alla nuova Legge di Riforma sanitaria che verrá approvata settimana prossima in via definitiva, nonostante i 1900 emendamenti utili a una sostanziale revisione presentati dai gruppi politici di opposizione in Consiglio Regionale «Oltre a non cambiare nulla rispetto al passato direi che la situazione peggiora», dice Agnoletto «noi siamo la regione che in Europa ha pagato il tributo piú alto alla pandemia nonostante un sistema sanitario che ha punte di eccellenza, allora vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Cosa é abbastanza evidente: non ha funzionato la Medicina territoriale che é stata distrutta in questi ultimi 25 anni. Il numero di medici sul territorio non é sufficiente oltre a essere abbandonati a sé stesis. Questa riforma era l’occasione giusta, anche grazie ai corposi aiutoi economici in arrivo dal Pnrr, di riorganizzare tutto il sistema sanitario lombardo. Di tutto questo non é stato fatto nulla. La medicina territoriale é rimasta come prima, anzi peggio visto che nella nuova Legge hanno inserito che  le Case di Comunitá e gli ospedali di Comunitá siano gestite dalle strutture private».

INTERVISTA A VITTORIO AGNOLETTO

Il tema di Sanitá pubblica e privata in effetti é quello sul quale si é discusso a lungo sia questa mattina che in Regione, dove vi sono stati pure aspri scontri idelogici spesso confutati da dati certi virati favore di un cambio di passo significativo soprattutto per quanto riguardava la Medicina territoriale.

In tal senso é risultato utilissimo il primo intervento della giornata ad opera di Elisa

Maria Elisa Sartor

Sartor la quale, aiutata da slide, ha spiegato quanto poco vada incidere la nuova riforma sanitaria su ambiti importanti sui quali bisognava metterci mano per evitare gli errori del recente passato. Interessante ad esempio le differenze di prestazioni e servizi vincolati al marketing sanitario dove quelle avvantaggiate sono le persone piú abbienti e alcune categorie di professionisti (tra cui quelle dei giornalisti ad esempio). Me vediamo un quadro esemplificativo nel dettaglio. Le prestazioni standard (con ticket) vedono liste di attesa molo lunghe. Prestazioni mediche dirette con servizi a pagamento predispongono gamme diverse di servizio con fasce smart e plus. Infine si parla di prestazioni di mercato intermediario convenzionate con assicurazioni ecc…(giornalisti, liberi professionisti e altro).

Insomma la maggioranza dei cittadini risulta esclusa da un sistema sanitario che dovrebbe garantire cure efficai per tutti senza lunghe attese e differenze di reddito.

Samuele Astuti

Una legge raffazzonata che cambia tutto per non cambiare nulla, questo in sintesi l’evidenza di una riforma che ha guardato forse piú agli interessi di partito dando continuitá (politica appunto) alla precedente rifroma sanitaria targata Roberto Maroni.

«E’una legge che non risolve i problemi, ormai cronici, di una macchina sanitaria ingarbugliata e farraginosa dimenticandosi i problemi reali», dice Astuti che ha seguito con costanza e attenzione tutto l’iter aiutato dal fatto di essere pure un componente della Commissione Sanitá in Regione «in questi anni, da Formigoni in poi, é stato separato ció che doveva essere unito o comunque in relazione: il sanitario e il sociosanitario, ospedale e territorio, medici di base e sistema sanitario, enti locali e strutture sanitarie cosí come cittadini che hanno risorse economiche da quelli che purtroppo non hanno queste possibilitá».

INTERVISTA A GREGORIO MAMMI’

Parlando di territorio la questione sanitaria a Varese verrá costantemente monitorata dal Gruppo Sanitari fortemente voluto dal sindaco Galimberti, formato da varie figure professionali «Abbiamo esigenza immediata di applicare elementi correttivi su diverse criticitá che si sono palesate soprattutto durante la pandemia. A questo punto le Case di Comunitá sono una sfida importante per dare risposte adeguate al territorio», evidenzia il sindaco varesino in apertura dell’incontro.

Tra i politici che si sono dati un gran daffare per tentare di cambiare qualcosa, sicuramente il Consigliere grillino Giampiero Mammí che durante la nostra intervista ha sottolineato «Una riforma che non pensa a un domani quando tutto potrebbe essere privato é una riforma che non é attenta ai piú fragili e piú deboli. In questo senso purtroppo nulla di nuovo sul fronte del centrodestra lombardo. Ad esempio tra le varie proposte noi avevamo chiesto che le Case di Comunitá fossere gestite non solo da medici di base e farmacie ma pure dalle figure rappresentanti le altre professioni sanitarie. La nuova Legge invece prevede esattamtene il contrario con palese conflitto di interessi, visto che chi prescrive farmaci sará lo stesso soggetto che gestirá pure la struttura. Questo vuol dire essere miopi come azione politica».

Fará certamente discutere a lungo con strascichi importanti questo progetto di

Davide Galimberti

Legge 187 approvata martedí scorso(48 voti a favore e 26 contrari), dopo quasi tre settimane di discussione il Consiglio regionale e che la prossima settimana diverrá Legge a tutti gli effetti.

Discussioni che coinvolgono anche altre realtá politiche o associazioni attualmente fuori dai contesti istituzionali (da Potere al Popolo a Sinistra Italiana al Pci o associazioni come Un’altra Storia) dimostrando la loro contrarietá a questa riforma con diversi appuntamenti pubblici coinvolgendo la gente direttamente e nelle piazze cittadine «Giusto che certe battaglie a livello istituzionale vengano portate avanti da quelle forze di centrosinistra che siedono in Consiglio Regionale, ma esiste anche un’altra realtá altrettando importante che porta la gente nelle piazze ascoltando e interagendo con loro su temi come questo che poi riguardano tutti noi», evidenzia Giuseppe Musolino anch’egli tra i promotori dell’evento di oggi.

direttore@varese7press.it

 

 

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