MILANO, 4 maggio 2022 – “Ho incontrato il limite, il sorriso e la possibilità di andare oltre” – Con queste parole, l’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, si è rivolto agli operatori sanitari, nel giorno della sua visita che si è svolta nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 3 maggio, nella sede milanese dei Centri Clinici NeMO.
Stanza dopo stanza, Mons. Delpini, accompagnato dal presidente dei Centri Clinici, Alberto Fontana,ha incontrato Antonio, Marta, Cosimo, Klisman, Laura e, con loro,tutti gli altri pazienti conSLA, SMA, DistrofieMuscolarie Neuropatie,ospiti del Centro.Patologie degenerative, queste, per le quali è richiesta un’alta complessità assistenziale e che impattano fortemente sull’intero sistema di vita della persona e della sua famiglia. “Eppure qui ho incontrato il sorriso – prosegue l’Arcivescovo – tra i pazienti e gli operatori. Un sorriso che significa condivisione per attraversare insieme il limite. E superarlo”.
Una toccante Visita per condividere lo spirito di una comunità che ogni giorno sa cosa significhi imparare a porre lo sguardo oltre il limite.
“In questo momento in cui tutti stiamo assistendo alla distruzione e alla guerra – prosegue Arnoldo Mosca Mondadori – sapere che esistono centri come i NeMO, dove ogni giorno gli operatori si svegliano per costruire il bene è confortante. E se è vero che per la ricerca di una cura ci vogliono anni, ogni giorno diventa fondamentale per assicurare una qualità di vita degna. Ed è questo il vero miracolo”.
In questa logica si è aperta una riflessione sull’incompiuto che appartiene ad ognuno di noi. “Abitiamo il Paese dell’Incompiuto – spiega Mons. Delpini –perché non siamo ancora arrivati là dove vorremmo essere. Vuol dire che non riusciamo neanche a dire il grazie come vorremmo dirlo. Diventa allora fondamentale continuare a darci da fare. L’incompiuto ci mortifica talvolta, perché vorremmo vedere la meta e i risultati talvolta sono mortificanti. La mortificazione di essere nel Paese dell’incompiuto, per me che sono prete, è benedetta da Dio, che ha preferito essere tra gli uomini nel Paese dell’incompiuto. Quando è morto in croce ha detto tutto è compiuto. Ciò significa che non è il successo che ci deve animare, ma quanto vale metterci la vita. E quello che ho visto oggi è la prova della qualità del Paese dell’Incompiuto”.