Busto Arsizio. Sequestrati articoli griffati di profumeria, capi d’abbigliamento e medicinali provenienti da Paesi asiatici

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 BUSTO ARSIZIO, 13 luglio 2022-I Finanzieri del Comando Provinciale di Varese, su delega della Procura della Repubblica di Busto Arsizio, in esecuzione di un decreto di perquisizione di diversi locali ubicati nelle province di Varese, Milano e Lodi, hanno sequestrato più di 25.000 articoli di profumeria, cosmesi, importati da Paesi del Medio oriente, e di abbigliamento contraffatti oltre che di 70 pezzi di medicinale importato da Paesi asiatici privo dell’autorizzazione del Ministero della Salute e denunciato all’Autorità Giudiziaria 6 persone responsabili a vario titolo di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, ricettazione e relative aggravanti.

In particolare, nell’attuazione del dispositivo permanente di contrasto ai traffici illeciti, orientato alla tutela del Mercato dei Beni e Servizi e finalizzata al contrasto della contraffazione e dell’e-commerce illegale, attraverso il costante monitoraggio della piattaforma marketplace di noti social, i finanzieri della Compagnia di Gallarate hanno individuato una rete di commercio di profumi recanti diversi marchi di note griffe contraffatti, messi in vendita proprio sulle più diffuse piattaforme digitali attraverso l’allestimento di veri e propri negozi on-line.

Gli approfondimenti investigativi si sono sviluppati con l’ausilio delle banche dati in uso al Corpo che hanno permesso di indentificare i soggetti che avevano allestito i negozi digitali e gli intestatari delle utenze ad essi associate, nonché il luogo di stoccaggio e vendita della merce. e di eseguire mirate perquisizioni locali nei confronti dei soggetti gestori dei negozi online, gravati da diversi precedenti penali, tra cui bancarotta fraudolenta e contraffazione.

Il prosieguo dell’attività di polizia economico-finanziaria orientata alla disarticolazione della catena logistica, organizzativa e strutturale della filiera illecita, anche mediante mirati accertamenti bancari, da un lato, ha permesso di accertare l’origine della merce sequestrata e identificare anche ulteriori soggetti coinvolti nell’illecito traffico operanti nella provincia di Varese, Milano e Lodi e, dall’altro, di quantificare, attraverso l’analisi della documentazione extracontabile rinvenuta e degli accertamenti bancari, il profitto del reato di ammontare complessivo pari a euro 935.000.

L’Autorità Giudiziaria bustocca titolare delle indagini, riscontrate le emergenze investigative in ordine alle misure cautelari reali, ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza a scopo di confisca dei beni individuati dalle Fiamme Gialle a seguito dei mirati accertamenti patrimoniali sugli indagati.

L’esecuzione del decreto di sequestro preventivo d’urgenza, a cura della polizia economico-finanziaria, ha consentito di sottoporre a misura cautelare una villetta a Lodi, del valore commerciale di 250.000 euro ed unità immobiliare con cantina annessa sita nel comune di Milano, del valore commerciale di 150.000 euro. Nei giorni scorsi, il Gip presso il Tribunale di Busto Arsizio ha convalidato il sequestro già disposto d’urgenza, rilevando, tra l’altro, il pericolo che la libera disponibilità del denaro e dell’immobile utilizzato come deposito merci potesse aggravare le conseguenze dei reati per i quali si stava indagando.

L’operazione delle Fiamme Gialle si è sviluppata secondo il dispositivo operativo del Corpo nell’ambito del contrasto alla contraffazione e all’abusivismo commerciale organizzato facendo leva sulle peculiari funzioni di polizia economico-finanziaria ed è stata condotta trasversalmente tanto sotto il profilo penale quanto amministrativo-tributario con il sequestro preventivo dei prodotti e dei profitti realizzati dal sodalizio del falso, finalizzato alla confisca per equivalente, in caso di condanna penale, nonché con la quantificazione del profitto del reato ai fini della tassazione del provento illecito.

La costante attenzione sulla filiera dei beni di consumo e le attività a contrasto della commercializzazione di prodotti contraffatti e non sicuri sono volte non solo alla tutela della salute dei cittadini consumatori, ma anche a garanzia della leale concorrenza e del corretto funzionamento delle dinamiche del mercato, dell’occupazione e del tessuto produttivo nazionale.