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”Un Ospedale di Comunitá a Varese e la creazione di ambulatori con una rete tra medici di base”, la proposta del Comitato Varese in Salute ai quattro candidati regionali

VARESE, 28 gennaio 2023- di GIANNI BERALDO-

Quanto la Sanità abbia bisogno della politica per realizzare progetti di continuità assistenziale e quanto la politica abbia bisogno di empatia con essa utile al consenso? Dilemma che forse non toverá mai risposta se non la più evidente: entrambe le cose.

Certamente per trovare risorse economiche avvallando progetti più o meno importanti oltre che delle idee, dei progetti, servono quattrini e non pochi. A questo serve la politica.

Partendo da questi presupposti il Comitato Varese in Salute, istituito lo scorso mese di giugno dall’amministrazione comunale, con il consigliere comunale nonché medico Guido Bonoldi alla sua guida, ha pensato bene di sottoporre ai quattro candidati alla Presidenza della Regione Lombardia (ricordiamoli: l’uscente Attilio Fontana per la coalizione di centrodestra, Pierfrancesco Majorino per il centrosinistra, Letizia Moratti per una coalizione di centro, mentre la giovane Maria Ghidorzi correrà per Unione Popolare) quattro precise proposte, quattro progetti concreti da applicare alla Sanità del territorio varesino ma applicabile in tutta la regione.

Insomma Varese potrebbe divenire un vero incubatorio di idee legate alla Sanità, fungendo da capofila per alcuni progetti pilota.

Ma quali le proposte che verranno inoltrate ai quattro candidati?

Lo hanno spiegato alla stampa questa mattina in Sala Montoli del Comune, componenti del Comitato presente con Bonoldi, il medico di Sanità di Frontiera Filippo Bianchetti e da Giulio Minoia ex primario di Anestesia e Rianimazione all’Ospedale di Circolo (in pensione dal 2018). Con loro anche l’assessore ai Servizi Sociali Roberto Molinari e il sindaco Davide Galimberti, principale artefice della nascita di questo Comitato.

Il progetto più rilevante é quello di creare un Ospedale di Comunità a Varese (come prevede la legge regionale n.22 del 2021).

Come noto è in corso l’attivazione della Casa di Comunità in via Monte Rosa che dovrebbe avere un medico a disposizione 24 ore al giorno oltre ad apparecchiature di base come apparecchiature per indagini diagnostiche, ecografo e punto prelievi. Il minimo per evitare quanto meno l’affollamento nei Pronto Soccorso in casi meno urgenti. Questo è quello già sulla carta, ma la vera novità proposta dal Comitato consta nella realizzazione di

Casa di Comunitá in viale Monterosa a Varese

una sorta Ospedale di Comunità, un terzo ospedale quindi in una città già ‘ospedalizzata’ a sufficienza tra Circolo e Ponte. In questo caso però le differenze sono notevoli. Una struttura agile con circa 20 posti letto che possa assolvere il compito di assistere quelle persone fragili e anziani, coordinando il lavoro con medici di famiglia con la Un mini ospedale al quale potrebbero accedervi anche pazienti in cura a domicilio, con tanto di personale sanitario composto da diversi professionisti del settore come ad esempio gli infermieri di famiglia «una struttura che ovviamente andrebbe arricchita da varie strumentazioni utili allo scopo», dice Minoia.

Ma dove si potrebbe edificare? «Si parla anche del vecchio ospedale di Cuasso al Monte, luogo obiettivamente poco utile allo scopo a livello logistico ma soprattutto interessato a un altro progetto (quello di luogo di riabilitazione per pazienti con problemi respiratori, ndr). Un’idea sarebbe quello di crearlo nel sedime dell’ospedale di Circolo ora in fase di rinnovamento. In questo caso i costo sarebbero minimi e si potrebbe utilizzare personal sanitario dello stesso Circolo», sostiene Bonoldi.

Questo innovativo progetto ha già previsto anche il numero di personale necessario, ossia 10 medici, 10 infermieri e altrettanto personale volontario a rotazione.

«sarebbe importante far riemergere in ogni professionista sanitario impegnato in queste strutture anche la base del nostro lavoro, quello volontaristico e la volontà di curare per il benessere e interesse della persona, aggiunge Bonoldi.

Ricordiamo che di ospedali di comunità dal piano sanitario regionale nel sono stati già previsti altri due nel nostro territorio, quello di Luino e quello, appunto di Cuasso al Monte destinato come detto a altre patologie.

Gli altri tre progetti che verranno presentati ai candidati sono la Casa di Comunità diffusa che dovrebbe avvalersi di una serie di reti, di collegamenti con i vari studi medici così come le diverse strutture ospedaliere del territorio, rendendo uniforme l’azione da svolgere per i singoli soggetti: dai pazienti agli operatori sanitari.«la nostra proposta è quella di creare una casa di comunità spoke in città. Un servizio che possa offrire assistenza anche a tutti quelli che si rivolgono ai medici di medicina generale, questo vuol dire un investimento sotto il profilo informatico, fare leva sulla nuova figura che sono gli infermieri di famiglia che siano presenti sia nella Casa di comunità hub sia negli studi dei medici di medicina generale».

La terza proposta è quella di creare un ambulatorio riservato al lavoro di Sanità di Frontiera, attiva a Varese da molti anni, come dice Filippo Bianchetti tra i fondatori «Una necessità aggravata dal fatto che dopo anni ci hanno praticamente ‘sfrattato’ dalla vecchia sede che si trovava alle Acli di Varese. Momentaneamente siamo ospitati alla Brunella, dove condividiamo situazioni di aiuto e assistenza importanti nei confronti di persone immigrate e che sotto il profilo della assistenza sanitaria sono lasciate allo sbando nonostante la normativa preveda altro».

La quarta nasce da un’idea del dottor Pisani, ex medico Ats Varese, di creare un centro antifumo per chi sente la necessità di debellare una volta per tutte questo vizio così dannoso alla salute. Un centro di disassuefazione al fumo che non esiste a Varese che sarebbe coordinato da medici e altri consulenti.

«Il tema Sanità sarà decisivo per ogni candidato alla presidenza della regione», evidenzia il sindaco Galimberti «per questo il comitato ha cercato di mettere a fuoco alcuni temi centrali da porre loro. Temi che non sono solo territoriali ma in realtà interessa l’intera regione. Ovvio che poi vorremo un riscontro alle nostre proposte, risposte che si dovranno impegnare a presentare prima della chiusura della campagna elettorale ma soprattutto che possano essere applicate da chi vincerà le elezioni», conclude il sindaco varesino.

direttore@varese7press.it

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