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“Una squadra diventa vincente se la società alle spalle è vincente”: workshop oggi a Varese alla presenza di Scola, Marotta e Monguzzi

VARESE, 27 maggio 2023-di GIANNI BERALDO-

Le più importanti società sportive (ma anche le meno note) italiane di calcio e basket, come affrontano e si confrontano con il cruciale tema economico e quindi di come fare quadrare un bilancio? Con quali idee e progetti utili a garantire introiti importanti per il futuro senza dissesti societari soprattutto in un periodo dove tutto si ‘brucia’ in fretta? Questo e molto altro è stato brillantemente discusso questa mattina durante il workshop intitolato ‘Verso la Sostenibilità economica societaria’, svoltosi questa mattina alla Sala Campiotti della Camera di Commercio di Varese .

Organizzato dalla Pallacanestro Varese in la collaborazione della Camera di Commercio (presente con il Segretario Generale Mauro Temperelli che ha aperto il workshop), questo incontro ha messo in luce aspetti importanti legato al core business di blasonate società sportive (aziende a tutti gli effetti), come la stessa Pallacanestro Varese oggi rappresentata dal suo Amministratore Delegato Luis Scola, oppure la Juventus presente con Paolo Monguzzi, responsabile stadio e vari eventi. Tra i relatori invitati anche Giuseppe Marotta, CEO dell’Inter e personaggio notissimo tra i varesini non foss’altro per i suoi trascorsi dirigenziali con il Varese calcio ma anche per il fatto che lui stesso è varesino di nascita. Interessante anche la presenza di Antonio ‘Toto Bulgheroni’ (il mese prossimo compirà 80 anni) grande industriale che dopo molti annoi torna alla guida della Pallacanestro Varese come presidente del rinnovato CdA dimessosi in blocco dopo le recenti e negative vicende.

Un parterre dei roi composto da degni rappresentanti che hanno sempre creduto in certi sani valori dello sport, così come in una conduzione societaria economicamente trasparente puntando alla crescita societaria adottando progetti seri ma soprattutto realizzabili.

E questo è pure il mantra della Pallacanestro Varese che l’AD Scola oggi ben rappresenta nella sua quintessenza, puntando a una crescita della società senza avere fretta ma con obiettivi importanti per il futuro <<Se trovi delle aree dove poter migliorare questo vuol dire progettare un futuro. Siamo arrivati a un punto che questa sistema non va bene, con squadre che investono moltissimo per poi fallire oppure senza nemmeno raggiungere risultati sportivi importanti. Dobbiamo puntare a diventare una società sostenibile che possa essere ad esempio per le altre, anche se qualcuna già esiste come ad esempio l’Atalanta nel calcio.

E’ una rivoluzione concettuale, investire sostenibilmente. La prima risposta è che comunque dobbiamo vincere ogni partita e come si fa investendo ma in modo sostenibile?

Luis Scola (foto Varese7press)

La nostra idea è creare una struttura piramidale che si consolidi nel tempo e senza fretta>>, sottolinea Scola che ha un sogno nel cassetto <<quello riempire il palazzetto con gran parte dei ragazzi del settore giovanile sugli spalti. Questo aumenterebbe in loro il senso di appartenenza, una sorta di tifosi molto leali perchè vivendo da dentro la società provano emozioni diverse rispetto al classico tifoso. Ragazzini di 12 anni ad esempio vedono il, gioco in maniera più profonda senza fare distingui tra giocatori: per loro sono tutti protagonisti allo stesso livello.

In questa provincia vi sono molte aziende importanti che vorrebbero donare al territorio quello che hanno ricevuto a livello economico, per questo dobbiamo progettare un futuro che possa coinvolgere tutte queste realtà. Importante pure la sostenibilità energetica, come spendere meno soldi a livello energetico creando un sistema più sostenibile con idee e progetti green>>. Tutte belle idee, grandi progetti che attendono di essere realizzati.

Come il nuovo (o nuovi) stadio di Milano per il quale Marotta però ha poche speranza che vangano realizzati o realizzato senza il diretto coinvolgimento del Ministero per le infrastrutture, unico organo istituzionali che potrebbe davvero cambiare le carte in tavola.

Il Ceo dell’Inter (ex alto dirigente della Juventus società con la quale ha vinto tutto) dall’alto della sua grande esperienza parla di come si possa gestire economicamente una grande società sportiva come l’Inter puntando sulla sostenibilità <<Innanzitutto vi sono da rispettare il fayrplay finanziario a livello europeo e regole d’ingaggio importanti anche a livello nazionale. Nel calcio siamo passati da un modello di mecenatismo e romantico del calcio del passato a gestire una società di calcio che deve seguire un modello di business , quindi bisogna valorizzare le risorse interne con i ricavi che partono dal grande contenitore che è lo stadio fino ad arrivare al calciomercato dove noi l’anno scorso abbiamo chiuso con un attivo di 170ml di euro, entrate che hanno permesso di investire in modo importante nella stagione in corso. Ovviamente fondamentali pure i diritti televisivi con ricavi che arrivano a un miliardo e mezzo con contratto quinquennale che si concluderà nel 2028>>.

Marotta con un pizzico di nostalgia ricorda che <<Il mio primo contratto lo firmai proprio a Varese nel 1977, anche allora capii che la scelta dello staff è importante e forse fondamentale. Bisogna curare molti aspetti dalla cura dell’alimentazione ai magazzinieri così come i campi di calcio d’allenamento. Sono partito che di fianco al mio studio a Varese vi era il calzolaio per curare le scarpe dei giocatori, oggi vi è anche lo psicologo. La società evolve e bisogna curare ogni minimo aspetto utile a portare a dei risultati importanti. Fondamentale anche l’attività di sponsorizzazione, costruendo un rapporto di fidelizzazione che possa durare nel tempo. Con la Juventus ho vissuto la nascita dell’Allianz Stadium, struttura moderna che che ha cambiato totalmente il concetto di business. Investimenti che hanno portato a vincere 7 scudetti di fila e due finali di Champions League consecutive. Una squadra diventa vincente se la società alle spalle è vincente>>.

E di esperienza in pochi anni ne ha accumulata parecchio pure Paolo Monguzzi, che con

Paolo Monguzzi (foto Varese7press)

piglio sicuro sottolinea <<La mia attitudine è quella di interfacciarmi umilmente nelle grandi società come fossero dele piccole società con le quali in passato ho pure collaborato.

Non basta costruire un struttura per aumentare i ricavi, questo vale forse all’inizio ma poi bisogna programma il futuro. Abbiamo certamente uno stadio moderno ma in un contesto italiano con strutture sportive non all’altezza,. Purtroppo abbiamo questo vantaggio competitivo, dico purtroppo perchè ci piacerebbe confrontarci con altre società che con stadi simili al nostro.

Lo stadio deve essere la vetrina di tutto quello che la società svolge. Devo pensare a creare un luogo dove tutti si possono riconoscere, il concetto di sostenibilità non vuol dire abbassare l’asticella ma confrontarsi con investimenti diversi. Essere sostenibili vuol dire cercare di pensare a nuove situazioni. In questi primi tre mesi, prima ero alla Roma, ho cercato di valutare le varie variabili in base alla città di riferimento, alla gente, al tipo di stadio.

Bisogna analizzare dove sei e come potere agire in base al contesto. Aumentare il prezzo del biglietto funziona quando vinci ma importante è creare prima la base senza rincorrere il risultato. Insomma bisogna partire da concetti organizzativi utili al momento per creare i giusti presupposti perchè poi le cose possano andare bene. Se ognuno nella società genera qualcosa arrivano poi i risultati anche economici. Creare il giusto team fa la differenza>>.

Toto Bulgheroni (foto Varese7press)

Monguzzi si dice <<persona ambiziosa con un carattere che nei momenti di difficoltà porta ad agire bene in prospettiva futura. Speriamo che nei prossimi anni vi siano nuovi stadi e palasport in tutta Italia dove si possa creare un evento al giorno come minimo. Ora stiamo studiando come sfruttare luoghi non utilizzati all’interno dello stadio, come ad esempio un luogo dedicato alle scuole con progetti scolastici dove lo stadio diventa un contenitore. Altro progetto sfruttare un club house sempre all’interno dello stadio così da permettere di vedere le partite quando la squadra gioca in trasferta>>.

Idee, progetti, voglia di fare, poi alla fine bisogna sempre fare i conti con la realtà che in questo momento dice che per fare certi investimenti bisogna avere la certezza di avere ricavi all’altezza perchè, come ha riportato nel suo intervento Marotta “il tempo del mecenatismo è finito da un pezzo”.

direttore@varese7press.it

 

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