SARONNO, 3 marzo 2025-Il mese di marzo del Giuditta Pasta si apre martedì 4 alle ore 20.45 con la Compagnia Zappalà Danza e lo spettacolo Rifare Bach la naturale bellezza del creato che ha debuttato al festival MilanOltre in ottobre. Con questa creazione Roberto Zappalà cura in profondità l’estetica e il linguaggio del corpo, e lo fa dedicando un’intera serata a Johann Sebastian Bach, che con la sua musica cristallina e preziosa incarna per il coreografo l’ideale di un’arte pura e “onesta”.
Al centro della creazione un universo coreografico che mette il corpo quale elemento fondante e transito ineludibile. La naturale bellezza del corpo dei danzatori e della musica di Bach ha nella creazione un corollario di suoni della natura e del mondo animale, come delle mini-ouverture che introducono le note bachiane. Immagini bucoliche si susseguono, una natura quasi da alba dell’umanità dove i suoni dell’oggi, della sua violenza e tragedia sono ancora assenti. Il titolo vuole anche essere un richiamo alle tante rivisitazioni musicali che nel tempo sono state fatte delle opere del compositore tedesco. E alcune di queste sono parte della ricerca del coreografo nella composizione musicale dell’opera.
Questo lavoro sulle celebri partiture del sommo compositore tedesco è una celebrazione della ormai trentennale passione che lega il coreografo, costruttore di danze istintive e sensuali, con la musica di Johann Sebastian Bach scelta per molte produzioni in passato, qui rimaneggiate e ri-coreografate con aggiunta di nuovi brani. Ne scaturisce un organico collage astratto, un omaggio al compositore condotto con maestria da undici brillanti danzatori della sua compagnia. Il linguaggio coreografico di Zappalà, tellurico e viscerale, potrebbe sembrare lontano anni luce dal nitore compositivo e strutturale di Bach; eppure, in questo pezzo la naturale bellezza della danza si fonde perfettamente con la solennità e le note cristalline del compositore a cui il coreografo ha voluto aggiungere suoni della natura e del mondo animale.
Nei 70 minuti, spiega Zappalà, si restituisce allo spettatore” una natura da alba dell’umanità, dove i suoni dell’oggi, della sua violenza e tragedia, sono ancora assenti. Un mondo dove sia ancora possibile ascoltare la natura, i suoi silenzi, e intendere quella che Pier Paolo Pasolini descriveva come ‘la straziante e meravigliosa bellezza del creato’.”
L’evento è organizzato in collaborazione con Il Maggiore Danza e Fondazione Egri per la Danza
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