Varese, 9 marzo: in piazza per i diritti delle donne, contro la violenza di genere

0
299

VARESE, 3 marzo 2025-Varese si prepara a una nuova mobilitazione per la Giornata internazionale dei diritti delle donne. Per il terzo anno consecutivo, le strade della città saranno teatro di un corteo femminista, organizzato da FemVa e da numerose realtà associative del territorio. Quest’anno, la manifestazione si terrà domenica 9 marzo, un giorno dopo la ricorrenza ufficiale, a causa della concomitanza con le celebrazioni del Carnevale.

Il concentramento è previsto per le ore 16 in Piazza Monte Grappa, da dove partirà il corteo che si propone di essere “il grido altissimo e feroce anche di tutte quelle donne che non hanno voce”. L’obiettivo è ribadire il rifiuto della cultura patriarcale e la lotta per la parità dei diritti, la fine della violenza di genere e una più equa distribuzione del lavoro di cura.

L’iniziativa si inserisce nel contesto dello sciopero globale femminista e transfemminista, lanciato a livello nazionale da NonUnaDiMeno con lo slogan “lotto, boicotto, sciopero”. FemVa invita tutte e tutti a partecipare a questo momento di condivisione e di lotta.

Focus su lavoro e violenza di genere

Il corteo sarà anche l’occasione per denunciare le condizioni di sfruttamento nel settore del lavoro domestico, dove, secondo l’Osservatorio Domina, in Lombardia la metà del lavoro è svolto in nero, prevalentemente da donne straniere. Inoltre, verranno evidenziati i dati allarmanti sulla violenza di genere, con Varese che, nel primo semestre del 2024, è risultata la provincia lombarda con più chiamate al numero antiviolenza 1522 dopo Milano.

FemVa sottolinea la necessità di misure educative sulla sfera sesso-affettiva per contrastare la violenza di genere e critica le politiche del governo, ritenute inadeguate e repressive nei confronti dei movimenti sociali.

Uniti nella lotta

Il collettivo transfemminista ribadisce l’importanza di scendere in piazza e di unirsi ai movimenti ecologisti, antirazzisti, contro le guerre, per la Palestina, anticapitalisti e anticoloniali, per esprimere rabbia e dissenso contro un sistema che sfrutta, opprime e reprime.