VARESE, 9 aprile 2025- – L’Aula Magna GraneroPorati dell’Università dell’Insubria si è trasformata oggi in un luogo di commozione e ricordo per onorare la memoria di Giulia Vanossi, la brillante studentessa del sesto anno di Medicina e chirurgia tragicamente scomparsa il 9 agosto 2024 durante un’escursione in montagna. Un’assenza che ha lasciato un vuoto profondo nella comunità accademica e nei cuori di quanti l’hanno conosciuta.
Familiari, il fidanzato, gli amici e i compagni di corso di Giulia si sono stretti in un abbraccio ideale, accolti dalle parole cariche di emozione della rettrice Maria Pierro. Con la voce incrinata, la rettrice ha voluto ricordare Giulia «con il cuore raccolto», sottolineando il segno indelebile che la giovane ha lasciato nel suo percorso universitario e umano.
Sentimenti di stima e affetto sono stati espressi anche dai professori Matteo Tozzi, che ha condotto la cerimonia, e Luigina Guasti, direttrice del Dipartimento di Medicina e chirurgia. Proprio con la professoressa Guasti, Giulia aveva sostenuto il suo ultimo importante esame in Clinica medica, solo pochi giorni prima della sua prematura scomparsa.
«Ricordare Giulia è un dovere ma anche un atto di amore. Era una studentessa brillante,

curiosa, appassionata, con uno sguardo sempre rivolto verso l’alto. Giulia era parte della nostra comunità, e lo sarà per sempre. Il suo esempio di passione, autenticità e luce continuerà a camminare accanto a noi», ha dichiarato con profonda partecipazione la rettrice Maria Pierro in apertura della toccante cerimonia.
L’amica Veronica Vitali, medico e alpinista, ha voluto dedicarle parole che intrecciano il ricordo personale con la passione di Giulia per la montagna: «La salita era ripida ma non ti ha mai spaventata. Amavi la montagna, forse perché era come te: forte, silenziosa, immensa. In ogni passo c’era coraggio, nella fatica una lezione. In ogni alba una nuova promessa. Da oggi sei un medico, amica mia, come hai sempre sognato. Non importa se non sei qui fisicamente. Sei in ogni vita che avresti voluto curare, in ogni gesto gentile che ci hai insegnato. La vetta oggi si inchina a te».
Il desiderio di Giulia di diventare medico era un obiettivo fondamentale, come ha ricordato con commozione la sua migliore amica e collega di corso, Greta Colombo: «Giulia aspettava questo giorno da tanto tempo, perché per lei laurearsi era un obiettivo fondamentale. Non conosco altra persona che si sarebbe meritata di più questo riconoscimento. Sono sicura Giulia che saresti stata una dottoressa magnifica, e ora siamo qui tutti assieme, a congratularci con te».
L’intenso legame affettivo è risuonato anche nella scelta della canzone dei Coma Cose, «Fiamme negli occhi», che gli amici hanno voluto come colonna sonora di un video che ha ripercorso i momenti più belli trascorsi con Giulia in università, tra le vette montane e nelle corsie dell’ospedale durante i suoi primi turni.
Anche chi l’ha conosciuta nel contesto professionale ha serbato un ricordo affettuoso della sua umanità. «Nel breve periodo in cui ho conosciuto Giulia – ha scritto Corrado Roda, nel cui ambulatorio di Medicina generale Giulia aveva svolto il tirocinio –, ho potuto constatare la sua delicatezza di approccio ai pazienti, con un sorriso che emanava serenità e dolcezza; tratti garbati e molto educati».
In prima fila sedeva la mamma di Giulia Vanossi, la signora Flora Ceruti, il cui orgoglio si mescolava al dolore inconsolabile per la perdita di una figlia che stava per realizzare il suo sogno di diventare medico. È stata lei a ricevere dalla rettrice, in un lungo e commosso abbraccio, una pergamena commemorativa e una corona di alloro, simboli del riconoscimento per l’impegno, la dedizione e gli eccellenti risultati raggiunti da Giulia nel suo percorso accademico.
Nata a Erba il 25 settembre 1998, Giulia Vanossi era descritta da tutti come una studentessa brillante, determinata e profondamente appassionata. Con 34 esami superati con ottimi voti, la laurea era ormai un traguardo imminente. Stimata dai docenti e amata dai compagni, si distingueva per la sua serietà, la sua sensibilità e il suo sorriso contagioso.
Accanto allo studio, Giulia coltivava una forte passione per la montagna e l’arrampicata sportiva, attività che praticava con entusiasmo e condivideva con spontaneità sui social media, diventando un’ispirazione per molti grazie al suo spirito positivo e avventuroso. Ironia della sorte, è stata proprio questa passione a causarne la prematura scomparsa durante una salita sulla via Federico Giovanni Kurtz, sul Monte Tredenus in Valcamonica, nel territorio di Cimbergo.
L’Università dell’Insubria ha voluto conferire l’attestato alla memoria degli studi in base al Regolamento che prevede la possibilità di onorare gli studenti scomparsi prima del termine del loro percorso. La proposta, accolta con profonda partecipazione dal Consiglio del corso di laurea in Medicina e chirurgia e dal Dipartimento di Medicina e chirurgia, è stata approvata all’unanimità dal Senato accademico come un gesto corale di tutta la comunità universitaria, un modo per dire a Giulia: “Sei e sarai per sempre uno di noi, un medico nei nostri cuori”.