Il futuro non si fonda sulle armi: la proposta dei Giovani Leghisti per l’Europa.

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Matteo Mauri

VARESE, 25 aprile 2025-In un’Europa che dovrebbe ergersi a faro di unità e speranza per le nuove generazioni, una voce si leva forte e chiara: quella dei giovani della Lega. Attraverso le parole del Coordinatore della Lega Giovani Lombardia, Matteo Mauri, si esprime un netto dissenso verso la deriva del riarmo e della tensione internazionale che alcuni vorrebbero imporre al continente.

Il fulcro della contestazione risiede nella recente bocciatura da parte della Commissione Affari Giuridici del Parlamento Europeo (JURI) del piano “SAFE”. Questo piano, parte di un più ampio progetto di riarmo europeo, ha tentato di bypassare il necessario confronto democratico parlamentare attraverso un utilizzo giudicato “scorretto” dell’articolo 122 dei Trattati.

La Lega Giovani del Varesotto non usa mezzi termini, definendo questa manovra una “scorciatoia pericolosa” e una “forzatura” che mina le fondamenta della democrazia europea, svelando una preoccupante “idea autoritaria di potere”. Il messaggio è inequivocabile: decisioni che plasmeranno il futuro non possono essere prese unilateralmente dalla Commissione, ignorando la rappresentanza popolare.

Ma al di là delle questioni procedurali, emerge una riflessione profonda sul modello di futuro che si sta delineando. Matteo Mauri pone interrogativi cruciali: “Di che futuro stiamo parlando? Uno in cui l’Europa investe miliardi in armi mentre tanti giovani lasciano il proprio Paese per mancanza di opportunità? Uno in cui le nostre città chiedono più sicurezza sociale, non militare? Uno in cui le scuole cadono a pezzi e l’occupazione giovanile resta ferma, ma si trovano risorse infinite per potenziare l’industria bellica?”.

La risposta della Lega Giovani è un sonoro NO a questa visione distorta dell’Europa. Il continente non ha bisogno di prepararsi alla guerra, ma di costruire un orizzonte di opportunità e crescita per i suoi giovani.

L’alternativa proposta è chiara e ambiziosa: un’Europa che investa con decisione nel talento, nell’educazione e nell’impresa giovanile. Una politica estera improntata alla diplomazia e al dialogo, lontana dalla logica dei conflitti armati. E soprattutto, la ferma richiesta che le decisioni di portata storica passino attraverso il vaglio democratico del Parlamento, respingendo accordi opachi tra tecnocrati.

Il messaggio conclusivo dei giovani leghisti è un vibrante appello alla consapevolezza e all’azione: “I giovani non sono spettatori. Siamo il futuro dell’Europa. E questo futuro lo vogliamo costruire, non subire.” Una dichiarazione di intenti che risuona come un monito e una promessa: la voce delle nuove generazioni non sarà silenziata.