Non solo parole: Extinction Rebellion invade Roma con azioni e denunce

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VARESE, 6 maggio 2025-Dal 25 aprile al 1° maggio, Roma è stata epicentro di una vibrante protesta nonviolenta promossa da Extinction Rebellion, unendosi a voci che rifiutano un futuro segnato dalla devastazione ambientale. Una settimana intensa di azioni dirette, cortei colorati e momenti di condivisione ha animato le strade e le piazze, portando con sé un messaggio chiaro di “gioia, amore e rabbia” contro chi, secondo gli attivisti, sta minando i fondamenti stessi della democrazia e della comunità.

“LA PRIMAVERA RUMOROSA È STATA UN SUCCESSO”, dichiarano con forza gli organizzatori, ripercorrendo le tappe di questa mobilitazione che ha visto 5 azioni dirette nonviolente, 3 cortei, 1 presidio in piazza e numerosi sit-in davanti alla Questura, intervallati da momenti di rigenerazione e convivialità.

Il movimento ha scelto simbolicamente il 25 aprile per dare il via alla sua “Primavera Rumorosa”, ricordando i partigiani antifascisti che 80 anni fa liberarono l’Italia con la speranza di un futuro più democratico e giusto.

L’eco delle parole di Papa Francesco contro la guerra ha risuonato al Colosseo durante il suo funerale, con un’azione che ha ribadito l’urgenza di “Disarmare la Terra”. Extinction Rebellion ha criticato aspramente il “grottesco teatro politico” della cerimonia funebre, sottolineando la presenza di capi di stato che in vita avevano osteggiato il messaggio del Pontefice.

Un potente striscione con la scritta “Difendere la terra non i confini” è stato fatto sventolare da un ponte vicino a San Pietro, un monito contro la violenza dei confini che “uccide la vita”, contrapposto alla difesa della terra come fonte di fioritura.

La protesta ha poi preso le tinte vivaci della Red Rebel Parade, un corteo animato dalla suggestiva presenza della Red Rebels Brigade e dalle performance di numerosi artisti che hanno sostenuto la “Primavera Rumorosa”, tra cui Egotek e Arkana Sound System, LOTTA, Fragmental e molti altri.

Un’immagine iconica della settimana è stata quella del grande unicorno alato con la “presidente” in sella, depositato davanti al Ministero della Difesa. Un gesto simbolico per denunciare le “favole” di un governo che, a detta degli attivisti, preferisce politiche “ecocide e genocide” alla reale tutela dei cittadini, in un paese già duramente colpito dalla crisi climatica.

L’azione più incisiva è stata l’occupazione della sede produttiva di Leonardo spa, colosso del settore della difesa, per protestare contro gli investimenti pubblici nel riarmo e il presunto coinvolgimento del governo italiano e di Leonardo nel conflitto in Palestina. Alcuni manifestanti si sono incatenati agli ingressi, mentre altri sono riusciti a entrare inscenando un “die-in” con sangue finto e srotolando striscioni di denuncia. “Sabotare la guerra non è reato”, hanno rivendicato con forza.

La protesta ha poi portato i suoi “mille colori della giustizia e della solidarietà” davanti al Ministero della Giustizia, in risposta a un “buio fascista che avanza” e in solidarietà con le vittime nei CPR e a Gaza.

Infine, il 1° maggio, Extinction Rebellion si è unita alle lavoratrici e ai lavoratori per chiedere una transizione giusta, sottolineando l’inscindibilità della lotta per l’ambiente da quella contro lo sfruttamento, il razzismo, il precariato e il carovita.

Nonostante la natura pacifica delle proteste, la “Primavera Rumorosa” ha incontrato una forte reazione repressiva da parte delle forze dell’ordine. Gli attivisti denunciano sgomberi violenti davanti ai ministeri della Difesa e della Giustizia, con manifestanti trascinati, colpiti e, secondo le testimonianze, sottoposti ad abusi anche all’interno delle camionette durante il trasferimento in questura. Persino persone che stavano semplicemente documentando le proteste sarebbero state fermate.

Questi episodi, avvenuti anche di fronte al Ministero della Giustizia, vengono interpretati da Extinction Rebellion come un segnale della “deriva autoritaria” del governo, in linea con il controverso Decreto Sicurezza.

Di fronte a questa situazione, la risposta del movimento è chiara: “ribellione”. Extinction Rebellion promette di non arrendersi all'”ondata fascista” che minaccia il futuro e i diritti, annunciando un momento di rigenerazione e riflessione per tornare nelle piazze ancora più numerosi e determinati.