Giornata Internazionale dell’Infermiere, COINA denuncia: “Infermieri allo stremo, esausti e mal pagati”

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Infermieri e medici ospedalieri (foto Coinanews.it)

ROMA, 12 maggio 2025-In occasione della Giornata Internazionale dell’Infermiere, il Segretario Nazionale di COINA (Coordinamento Infermieri Associati), Marco Ceccarelli, lancia un grido d’allarme sulla drammatica situazione in cui versa la professione infermieristica in Italia. “Non ci limiteremo agli slogan di circostanza,” dichiara Ceccarelli con fermezza. “Oggi più che mai serve una presa di posizione netta, concreta e coraggiosa. Gli infermieri italiani sono esausti, malpagati, aggrediti, lasciati soli da un sistema che sembra averli dimenticati.”

Ceccarelli contesta con forza i dati sulla carenza di personale forniti dalla FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), definendoli un “errore grave”. “Parlare ancora di 65.000 infermieri mancanti non corrisponde alla realtà,” afferma. “Ne servono almeno 175.000, se vogliamo avvicinarci agli standard dell’Unione Europea, come evidenziato dall’ultimo rapporto OCSE ‘Health at a Glance: Europe 2024’.” Con soli 6,5 infermieri ogni 1.000 abitanti, l’Italia si colloca infatti tra gli ultimi posti in Europa, ben distante dalla media UE di 8,4.

“Siamo il Paese che forma ottimi professionisti e poi li costringe a fare le valigie,” prosegue Ceccarelli, evidenziando la fuga di cervelli nel settore. “Nel 2024 oltre 6.000 infermieri sono emigrati, attratti da stipendi dignitosi e condizioni di lavoro umane. Ancora più drammatico è il dato interno: oltre 20.000 dimissioni volontarie nei primi nove mesi dell’anno, spesso senza che ci sia un piano per rimpiazzare chi se ne va.”

Stipendi tra i più bassi d’Europa: una soglia di povertà al nord

Il segretario nazionale di COINA pone l’accento sulla questione retributiva, definendo gli stipendi degli infermieri italiani “tra i più bassi d’Europa”. Nel 2022, la retribuzione annua lorda di un infermiere italiano era di 48.931 dollari a parità di potere d’acquisto, un divario significativo di 9.463 dollari rispetto alla media OCSE di 58.394 dollari. “Questo gap salariale rispetto agli altri Paesi europei non è mai stato colmato, e oggi, con il mutato costo della vita, il divario è diventato insostenibile,” denuncia Ceccarelli. “Con stipendi che non sono al passo con l’inflazione e il carovita, gli infermieri si trovano ad affrontare una condizione economica che mette in discussione la loro stessa dignità professionale, soprattutto al nord, dove il costo della vita è più elevato e le retribuzioni ci collocano sulla soglia della povertà.” Questa situazione non solo deprime il morale della categoria, ma alimenta ulteriormente la fuga verso Paesi con migliori condizioni economiche.

Aggressioni al personale sanitario: un’emergenza silenziosa inaccettabile

Un altro tema cruciale sollevato da Ceccarelli è l’escalation di violenza nei confronti del personale sanitario. “Tra il 2023 e il 2024, si sono registrati oltre 130.000 episodi di violenza contro gli infermieri italiani, tra denunce e sommerso, fisiche e verbali. Nel primo trimestre del 2025, questo dato è aumentato di oltre il 30%.” Il segretario di COINA definisce queste aggressioni come “l’effetto di un rapporto incrinato tra cittadini e professionisti sanitari, deteriorato da anni di politiche sbagliate e tagli progressivi.”

“In molti ospedali le guardie giurate non ci sono di notte, proprio quando si registrano i picchi di violenza,” rivela Ceccarelli. “Un’aggressione su cinque è compiuta da persone in stato di alterazione mentale o sotto effetto di sostanze. E le infermiere, in particolare, subiscono minacce, insulti, morsi, capelli strappati, dita spezzate. È inaccettabile. Non si può andare a lavorare con la paura di non tornare a casa.” Il dato allarmante del 42% degli operatori sanitari italiani che ha subito almeno una minaccia o violenza nel corso della carriera evidenzia la gravità della situazione e la mancanza di un sistema di prevenzione e di un piano nazionale per garantire sicurezza reale.

Le proposte del COINA per una svolta radicale:

Per uscire da questa emergenza, COINA avanza una serie di proposte concrete e urgenti:

  • Assunzione immediata di almeno 100.000 infermieri, con un piano nazionale per colmare il divario con l’UE.
  • Retribuzioni adeguate alla responsabilità e al costo della vita, con un intervento urgente per sanare il divario salariale che colloca l’Italia al terz’ultimo posto in Europa.
  • Sicurezza reale negli ospedali, con presidi di pubblica sicurezza attivi h24.
  • Campagne di sensibilizzazione per ricostruire il rispetto verso i professionisti sanitari.
  • Investimenti concreti nella sanità territoriale, oggi quasi assente soprattutto al Sud.
  • Percorsi di carriera chiari, trasparenti e valorizzanti per il personale con esperienza e per i giovani.

“Il problema non si risolve con le toppe, ma con un intervento radicale e strutturale,” conclude Ceccarelli. “I sindacati, COINA in prima linea, hanno sempre chiesto misure serie, non spot elettorali. Ora basta tergiversare. Una società che abbandona chi la cura è una società malata, destinata al collasso. Gli infermieri non chiedono eroi, ma dignità, sicurezza e riconoscimento. È il minimo per chi ogni giorno salva vite.”