CARNAGO, 19 maggio 2025-In un’epoca in cui la transizione ecologica e la mobilità sostenibile dovrebbero guidare le scelte amministrative, a Carnago sembra profilarsi una logica inversamente proporzionale. Il cuore pulsante del paese, il frequentato parcheggio di via San Martino 9, ospita due fiammanti colonnine di ricarica elettrica superfast. Un concentrato di tecnologia avanzata, indubbiamente, ma destinato a una nicchia ristrettissima di automobilisti: coloro che possiedono veicoli elettrici di alta gamma capaci di supportare ricariche ultra-rapide. Per la stragrande maggioranza dei cittadini, queste colonnine restano un miraggio tecnologico, di fatto inutili.
La vera anomalia, però, si svela spostando lo sguardo verso il Municipio. Lì, in una posizione meno centrale, meno visibile e con un afflusso di persone inferiore, trovano spazio le colonnine di ricarica standard. Queste, seppur più lente, rappresentano la soluzione compatibile con la quasi totalità delle auto elettriche in circolazione, il vero strumento per incentivare una mobilità realmente inclusiva.
Questa singolare dislocazione ha generato un diffuso senso di perplessità tra i cittadini, che iniziano a porsi interrogativi tutt’altro che innocenti: perché rendere meno accessibili le infrastrutture di ricarica effettivamente utili alla comunità? Si tratta di una semplice coincidenza, di una svista logistica, oppure si cela dietro questa scelta una precisa volontà di favorire una cerchia ristretta di “privilegiati”, magari legati agli ambienti amministrativi?
“Le colonnine superfast in centro sono come una Ferrari parcheggiata tra le utilitarie: fanno scena, ma non servono a nessuno,” commenta con un pizzico di amarezza un residente abituale della zona. “Quelle davanti al Comune sono le uniche che potrebbero davvero essere utili a molti… ma sembrano messe lì apposta per non essere usate.”
Sulla vicenda interviene anche il circolo di Fratelli d’Italia Carnago e Rovate, esprimendo forte preoccupazione per la gestione della mobilità sostenibile sul territorio. “Riteniamo incomprensibile e potenzialmente dannosa per la comunità la scelta di posizionare le colonnine di ricarica superfast in un’area centrale e frequentata, rendendole di fatto inutilizzabili per la maggior parte dei possessori di auto elettriche,” dichiarano in una nota congiunta i rappresentanti del partito locale. “Al contrario, la relegazione delle colonnine standard in una zona meno accessibile solleva legittimi dubbi sulle reali intenzioni dell’amministrazione in merito alla promozione di una mobilità elettrica inclusiva e al servizio di tutti i cittadini.”
FDI Carnago e Rovate si fa portavoce del malcontento popolare e chiede chiarezza all’amministrazione comunale sulle motivazioni di questa scelta, auspicando una revisione della dislocazione delle colonnine al fine di garantire un accesso equo e funzionale a tutti i cittadini interessati alla mobilità elettrica. Il partito si interroga inoltre sull’opportunità di investire ingenti risorse in infrastrutture utilizzabili solo da una minoranza, a scapito di soluzioni più accessibili e con un maggiore impatto sulla collettività.
Questa riflessione riporta prepotentemente al centro il tema cruciale dell’equità nelle politiche pubbliche. Se l’adozione di tecnologie green deve rappresentare un’opportunità per tutti, un passo concreto verso un futuro più sostenibile per l’intera collettività, perché a Carnago sembra configurarsi come un benefit elitario, “su misura” per pochi fortunati?
Nel frattempo, le colonnine superfast continuano a pulsare luminose nel parcheggio centrale, in vana attesa di un’auto compatibile che ne sfrutti la potenza. E i cittadini di Carnago, insieme a Fratelli d’Italia Carnago e Rovate, rimangono in attesa di risposte convincenti, interrogandosi sul vero significato di una transizione ecologica che, almeno nella loro realtà, sembra procedere a due velocità ben distinte.