MILANO, 21 maggio 2025-Sabato 5 aprile e venerdì 9 maggio di quest’anno si sono tenuti a Milano due importanti eventi che avevano come filo conduttore il problema dell’inquinamento elettromagnetico nella nostra città. Il primo si è svolto in piazza XXV Aprile con un presidio di sensibilizzazione sui rischi di un nemico tanto invisibile quanto potenzialmente nocivo; il secondo, un’assemblea pubblica al CAM di Corso Garibaldi che aveva tra gli argomenti principali anche la questione della proliferazione delle antenne di telefonia e il conseguente aumento delle emissioni che, benché fissate da normativa nazionale, sono oggetto di dibattito scientifico per gli ormai riconosciuti rischi.
Una questione di cui non si trova menzione tra i media ma che è oggetto di crescenti preoccupazioni da parte dei cittadini per due motivi essenziali: il primo è di carattere sanitario, per tanti soggetti sensibili all’elettrosmog e ancora più esposti a emissioni aumentate esponenzialmente in questi mesi, anche a causa dell’innalzamento delle soglie stabilite dalla legge nazionale (si pensi ai portatori di dispositivi medicali, ai malati oncologici, a soggetti riconosciuti come elettrosensibili); il secondo legato a un aspetto economico, dal momento che laddove vengono installate le antenne vi è un deprezzamento del valore immobiliare, riconosciuto anche da alcune sentenze espresse nei nostri tribunali; la questione dell’impatto visivo generato dalla proliferazione di antenne diverse tra loro e anche di notevoli dimensioni, installate spesso in sfregio a qualsiasi decoro urbanistico, chiude il quadro di una situazione non più procrastinabile ma che sembra non interessare più di tanto alla politica locale, distratta da mille problemi e che dovrebbe invece attivarsi come sta accadendo in vari comuni italiani dopo le preoccupazioni dei cittadini.
A mettere ordine alla questione sul territorio milanese, città che non dispone neanche di un piano di localizzazione delle antenne, ci ha provato la politica locale con una mozione presentata nel 2024 e approvata a maggioranza dal Consiglio Comunale per impegnare il Comune a una prima mappatura delle radiobasi presenti in città, azione necessaria per poter avere un quadro chiaro della situazione ma rimasta per ora solo sulla carta, nonostante le numerose sollecitazioni di questi mesi dei comitati ai consiglieri firmatari e agli assessorati competenti, anche con richieste ufficiali via PEC sullo stato della mappatura a cui non è mai seguito un riscontro.
Un silenzio assordante interrotto solo nei primi mesi del 2025 con l’annuncio di alcuni esponenti politici riguardo la necessità di inserire nella mappatura anche le micro-celle 5G di ultima generazione, prossime all’installazione su lampioni stradali e nelle reti metropolitane, con tempistiche tutt’altro che definite; la suddetta mappatura, una volta ultimata, andrebbe inserita nel prossimo PGT, di cui ancora non si hanno ancora notizie.
Una pietra tombale sulla questione per chi sperava in un impegno in tempi brevi da parte delle istituzioni locali; una mancanza di autorità che avvantaggia le aziende TLC le quali, in assenza di qualsiasi regolamentazione locale, si affrettano a contendersi i tetti della nostra città a suon di contratti da sottoporre ad amministratori compiacenti; una totale assenza di regole per quello che rischia di diventare una sorta di far west delle antenne con casi già segnalati di edifici con più radiobasi gestite da differenti gestori di telefonia.
Una situazione che obbliga comitati e associazioni che si occupano di salvaguardare i diritti dei cittadini e di quelle che si occupano di tutelare i soggetti con problematiche riconosciute ad attivarsi con diffusione della situazione e con iniziative. Divulghiamo questa lettera aperta con la certezza di una sua ampia diffusione pubblica, a denuncia della situazione attuale nella nostra città.
I comitati firmatari:
Comitato Salvaguardia
Gruppo Milano MPL