MAPUTO ( Mozambico), 23 maggio 2025 – Il Mozambico si trova ad affrontare una crisi umanitaria di proporzioni crescenti, con oltre 25.000 persone costrette ad abbandonare le proprie case solo nelle ultime settimane. Questo esodo forzato si aggiunge a un numero già impressionante di circa 1,3 milioni di individui sradicati a causa di un prolungato conflitto armato, frequenti cicloni e una devastante siccità. L’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, lancia un allarme pressante: i finanziamenti cruciali si stanno esaurendo, mettendo a dura prova la capacità delle organizzazioni umanitarie di fornire protezione e assistenza a chi ne ha disperatamente bisogno.
La provincia di Cabo Delgado, ricca di riserve di gas, gemme e minerali, è l’epicentro di un conflitto persistente. Gli attacchi dei gruppi armati non statali contro civili e infrastrutture continuano senza sosta, costringendo migliaia di persone a fuggire, spesso per la seconda o terza volta, in cerca di sicurezza in comunità già gravate. La rinnovata intensità delle ostilità sta ora colpendo aree precedentemente considerate stabili e si sta estendendo a nuove province. Ad aprile, Ancuabe e Montepuez hanno registrato rispettivamente 14.929 e 5.370 nuovi sfollati, mentre nella provincia di Niassa, dove la dislocazione era stata limitata, oltre 2.000 persone sono state costrette alla fuga dal 19 marzo.
Questa escalation arriva in un momento critico per la risposta umanitaria in Mozambico. Le organizzazioni stanno affrontando bilanci sempre più ridotti mentre i bisogni continuano ad aumentare, creando una “equazione pericolosa”: meno fondi e più persone in difficoltà.
Il Mozambico sta gestendo contemporaneamente una triplice crisi:
Conflitto armato e sfollamento forzato.
Eventi climatici estremi ricorrenti: A marzo, il ciclone Jude ha colpito la provincia di Nampula, segnando il terzo grande ciclone in soli tre mesi, devastando aree che ospitavano già famiglie sfollate.
Mesi di disordini post-elettorali: I disordini civili di fine 2024 hanno spinto alcuni mozambicani a cercare rifugio nel vicino Malawi, un chiaro promemoria della fragilità della situazione.
Complessivamente, 5,2 milioni di persone nel Paese necessitano di assistenza umanitaria.
La capacità di risposta dell’UNHCR è gravemente limitata dalla mancanza critica di fondi. Le esigenze di protezione, inclusi il supporto ai sopravvissuti alla violenza di genere, i servizi di salute mentale e l’accesso ai documenti civili, superano di gran lunga le risorse disponibili.
Finora, l’UNHCR ha ricevuto solo il 32% dei 42,7 milioni di dollari richiesti per il 2025. Oltre ai 710.000 sfollati interni e alle oltre 600.000 persone ritornate nelle loro zone d’origine, il Mozambico ospita circa 25.000 rifugiati e richiedenti asilo, prevalentemente dalla Repubblica Democratica del Congo. Nell’insediamento per rifugiati di Maratane, l’UNHCR potrebbe essere costretto a sospendere il sostegno a servizi essenziali come l’assistenza sanitaria e l’istruzione a causa della carenza di fondi.
Il governo e la popolazione del Mozambico hanno dimostrato un impegno costante nell’ospitare e sostenere rifugiati e sfollati interni, nonostante siano uno dei Paesi più poveri del mondo. Le comunità locali hanno mostrato una profonda solidarietà. Tuttavia, non è “giusto né realistico aspettarsi che il Mozambico sostenga questo fardello da solo”.
La triplice crisi sta ora alimentando una crisi economica silenziosa. I prezzi dei generi alimentari sono aumentati vertiginosamente, spesso del 10-20% negli ultimi mesi, mentre i redditi della popolazione diminuiscono. L’alto livello del debito pubblico limita ulteriormente la capacità di intervento del governo.
“Si sta preparando una tempesta perfetta,” avverte l’UNHCR. “Se ci allontaniamo ora, il Paese dovrà affrontare un’emergenza umanitaria molto più grande. La crisi si sta manifestando ora. Abbiamo una scelta. Possiamo agire per prevenire, sostenere e proteggere. Oppure possiamo restare con le mani in mano.”
La comunità internazionale è chiamata a rispondere con urgenza per evitare un ulteriore deterioramento della situazione in Mozambico.