Varese illumina la speranza: inaugurato “Il Faro” di Fondazione Giacomo Ascoli

0
265

VARESE, 6 giugno 2025-Varese ha un nuovo simbolo di speranza e solidarietà: è stato inaugurato ieri pomeriggio, venerdì 6 giugno, “Il Faro” di Fondazione Giacomo Ascoli. L’immobile di largo Flaiano, un tempo degradato, ha ripreso vita grazie a un’accurata ristrutturazione conservativa, finanziata dal generoso contributo di numerosi donatori. Un vero e proprio regalo alla città, in linea con le finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale della Fondazione.

“Il Faro” nasce con una missione chiara: offrire un sostegno concreto alla cura dei bambini affetti da patologie oncoematologiche, all’Oncoematologia pediatrica di Varese e alla ricerca scientifica, in particolare per debellare il linfoma pediatrico non Hodgkin.

La splendida palazzina di Largo Flaiano ospiterà le famiglie dei piccoli pazienti ricoverati nelle tre camere protette di lunga degenza presso l’Ospedale Del Ponte, al 5° piano del padiglione Leonardo – anch’esse progettate e cofinanziate dalla Fondazione. Inoltre, grazie a una convenzione con l’Università Insubria, medici ricercatori e specializzandi dell’Ateneo troveranno alloggio a un canone di locazione calmierato.

“Arrivare a questo traguardo è stata un’impresa lunga, difficile, faticosa ma anche esaltante, perché le preoccupazioni per il dilatarsi dei tempi e dei costi si sono risolte grazie alla grande risposta solidale di coloro che hanno compreso e condiviso l’importanza del progetto, la serietà e la determinazione della Fondazione per portarlo a compimento”, ha dichiarato con emozione Marco Ascoli, presidente della Fondazione, intitolata al figlio Giacomo, scomparso a 12 anni per un linfoma non Hodgkin. Il suo ringraziamento è andato a chi, con il proprio sostegno, ha permesso di superare ogni ostacolo, stimolando la Fondazione a fare sempre meglio per portare a Varese cure d’eccellenza e migliorare la qualità di vita dei bambini e delle loro famiglie.

Il taglio del nastro è stato un momento toccante, partecipato da numerose autorità: dal governatore Attilio Fontana al sindaco Davide Galimberti, dal prefetto Salvatore Pasquariello agli onorevoli Maria Chiara Gadda e Alessandro Alfieri, dal sottosegretario regionale Raffaele Cattaneo ai consiglieri regionali Emanuele Monti, Samuele Astuti e Romana Dell’Erba, dal consigliere provinciale Michele Di Toro agli assessori comunali Roberto Molinari e Andrea Civati, fino al già magnifico rettore e fondatore dell’Università dell’Insubria, Renzo Dionigi.

Dopo la benedizione di monsignor Gabriele Gioia, i presenti hanno potuto visitare “Il Faro”: gli uffici della Fondazione e delle altre associazioni impegnate nel sostegno dei malati al pian terreno, la lavanderia e i servizi accessori al piano seminterrato, dove sono state conservate le originali volte a botte in mattoni delle cantine. E, soprattutto, gli 8 appartamenti funzionali e luminosi, già completamente arredati, ai piani superiori.

Sei appartamenti bilocali ai primi due piani sono riservati all’Università, mentre due appartamenti, i più spaziosi, al piano attico – ricavati dal sottotetto – sono dedicati alle famiglie dei bambini ricoverati. Questi ultimi presentano un taglio in facciata caratterizzato da grandi vetrate. «È questa apertura che moltiplica la luce a dare all’edificio le sembianze e le funzioni di un Faro, come approdo dove rigenerarsi. L’ampio panorama sulla città e sulle Prealpi è pura bellezza, che contribuisce a rasserenare e facilita il recupero delle forze di chi affronta il percorso di cura accanto al proprio bimbo», ha spiegato l’architetto Elena Brusa Pasquè, che ha progettato e diretto i lavori di riqualificazione.

La ristrutturazione, avviata a dicembre 2021, è stata impegnativa e complessa. Ha saputo coniugare l’esigenza di conservare l’originalità della struttura, dalle possenti mura alle preziose cementine, con le esigenze di modernità ed efficienza energetica, dall’uso di led verticali e orizzontali all’inserimento dell’ascensore e di accorgimenti che rendono l’intero stabile completamente accessibile e inclusivo.

“Il Faro” è il frutto di un grande lavoro di squadra, dove professionisti, tecnici e maestranze hanno dato il massimo. I ringraziamenti della Fondazione vanno all’architetto Elena Brusa Pasquè e al suo staff, a Edil Napoli per la parte edile, a Varese Controlli per la progettazione e direzione lavori degli impianti elettrici ed idraulici (realizzati da Express Service ed Mdr Impianti). Doverosi i ringraziamenti anche agli ingegneri Riccardo Perucchetti e Gabriele Meda per la parte strutturale, ad Alessandro Vicari per le lavorazioni metalliche, a Fito Consult che ha donato e curato la parte garden, e ad Arredo più e Tacconi design per gli arredi.

Dopo l’inaugurazione e la visita in anteprima per i cento volontari della Fondazione Giacomo Ascoli dello scorso 3 giugno, “Il Faro”, a cui ha contribuito anche la Fondazione Cariplo, sarà aperto ai donatori per tutta la giornata di sabato 7 giugno, con visite guidate alla struttura e l’investitura di Capitani e Cavalieri del Faro, i maggiori sostenitori di quest’impresa. Tra questi, l’Arcobaleno di Nichi, in memoria di Nicholas Bertolla, che da anni raccoglie fondi per i due appartamenti all’ultimo piano. «Siamo convinti che avere vicino tutto l’amore della propria famiglia aiuti i bambini a salire il primo gradino verso la guarigione – ha ricordato Elena Bertolla – continueremo a lavorare per dare alle famiglie la possibilità di restare unite e vicine al loro bimbo malato durante le cure».

Nella giornata di sabato 7 giugno, su invito, saranno consegnati ai donatori i rewards della campagna di crowdfunding, con ringraziamenti a Nicora Garden, Mottalini Miele e Pasticceria Bacilieri. Altre visite seguiranno nei prossimi giorni per amici, fondi e sostenitori della Fondazione Giacomo Ascoli.

La Fondazione continuerà il suo lavoro con sempre maggior impegno e determinazione in ogni campo civico e sanitario, offrendo una visione positiva e di speranza, e una strategia mirata a vivacizzare la cittadinanza varesina, cercando di attirare personalità di rilievo in campo sanitario e culturale, per gettare le basi di un’inversione di rotta che consenta a Varese e provincia di risalire la china discendente di questi ultimi anni.

“Il Faro” è molto più di un edificio ristrutturato: è un potente simbolo di solidarietà e di un futuro migliore per Varese. Come credi che iniziative simili possano ispirare altre comunità a intraprendere percorsi di rigenerazione urbana e sociale?