BUGUGGIATE, 30 giugno 2025 – Il Comune di Buguggiate ha formalizzato la sua uscita da Coinger, la società in-house che gestisce i rifiuti per diversi Comuni della provincia. La decisione, ratificata dal Consiglio comunale, arriva in prossimità della scadenza dei termini previsti per il recesso, fissati a sei mesi prima del 31 dicembre 2025.
La principale motivazione alla base di questa scelta è la valutazione negativa del servizio offerto da Coinger, ritenuto inadeguato dall’Amministrazione comunale e spesso fonte di lamentele da parte dei cittadini. Ma, secondo il Comune, il problema più profondo risiede nella perdita della vocazione originaria di trasparenza e controllo da parte dei Comuni soci, a causa di modifiche statutarie adottate prima dell’insediamento dell’attuale amministrazione.
Il sindaco di Buguggiate, Matteo Sambo, ha spiegato la situazione: «Coinger avrebbe dovuto essere una società realmente partecipata e controllabile, ma le modifiche allo Statuto e le scelte fatte a maggioranza da altri Comuni ne hanno snaturato il funzionamento rendendola inconsistente».
Cinque anni fa, Buguggiate, insieme ad altri nove Comuni su 25, aveva proposto un’alternativa al progetto originale di Coinger, ritenuta più sostenibile sia dal punto di vista operativo che economico. Tuttavia, questa proposta fu respinta dalla maggioranza, che scelse di proseguire con il piano iniziale. Questa divergenza di vedute ha portato a diverse azioni tra i dieci soci: tre Comuni hanno intrapreso contenziosi legali per uscire dalla società; quattro, tra cui Buguggiate, hanno ottenuto un regime sperimentale di “doppia velocità”; mentre i restanti si sono adeguati alla linea decisa dalla maggioranza.
«A distanza di cinque anni – ha proseguito Sambo – dopo una serie di continui ritardi e correzioni che non hanno permesso a Coinger di attuare la tariffa puntuale di bacino come da progetto, Coinger ha adottato un modello molto simile a quello che proponevamo noi, ma con forti aumenti tariffari. Aumenti che noi, a Buguggiate, abbiamo coperto con fondi propri per evitare di superare le soglie imposte da Arera, l’ente di controllo».
La scelta di recedere è stata influenzata anche da una ricognizione del mercato, che ha rivelato l’esistenza di alternative più flessibili, personalizzabili ed economicamente vantaggiose, in grado di rispondere meglio alle esigenze di un Comune di piccole dimensioni. La decisione di agire ora è dovuta alla mancata adeguamento dei termini di recesso rispetto alla durata della “doppia velocità”, rendendo insufficiente una sperimentazione di soli sei mesi per ottenere risultati significativi.
Nonostante le incognite legate ai costi dell’uscita e alla rivalutazione delle quote investite, l’Amministrazione comunale guarda al futuro con fiducia. «Il percorso richiederà impegno e attenzione – ha concluso il sindaco – ma siamo convinti che oggi più che mai serva una gestione moderna, sostenibile e costruita sulle reali necessità della nostra comunità».