Varesotto in fiamme: Coldiretti lancia l’allarme incendi tra caldo record e danni all’agricoltura

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VARESE, 1 luglio 2025-Il Varesotto è alle prese con una serie di incendi di campi agricoli, un fenomeno allarmante aggravato dall’ondata di caldo record che sta attanagliando la zona. A fronte dei numerosi roghi segnalati negli ultimi giorni, Coldiretti Varese lancia un severo monito: “Tutti devono fare attenzione: un semplice mozzicone di sigaretta lanciato da un’auto in corsa può trasformare un campo agricolo in un rogo pericoloso, con danni ingenti per le imprese del territorio”.

La gravità della situazione è testimoniata direttamente dal presidente di Coldiretti Varese, Pietro Luca Colombo, la cui azienda agricola è stata colpita dalle fiamme. “Per un soffio l’incendio non si è esteso alla nostra macchina trebbiatrice; lo abbiamo domato proprio quando le prime fiamme iniziavano a lambire l’attrezzatura. I danni ci sono anche quando il raccolto è ultimato: nel mio caso ha preso fuoco la paglia, che ora ovviamente non possiamo più rivendere,” racconta Colombo.

Il fenomeno si sta diffondendo a macchia d’olio nel Varesotto, con le aree più colpite concentrate nella bassa provincia, dove il rischio si estende anche al vicino Alto Milanese. Tuttavia, non mancano episodi più a nord, come nei campi di Induno Olona, dove le fiamme hanno divorato ettari di terreno, colpendo anche campi di cereali ancora da raccogliere.

Purtroppo, la problematica non è circoscritta al Varesotto. Ogni anno in Italia, migliaia di ettari agricoli vanno in fumo, favoriti dalla persistente siccità. L’assenza di pioggia da settimane trasforma la vegetazione in sterpaglie secche, pronte a incendiarsi al minimo innesco. Le attuali altissime temperature anticicloniche creano le condizioni ideali per la propagazione rapida del fuoco. Lo si è già visto nel 2024, confermato come l’anno più caldo mai registrato in Italia, con una temperatura media nei primi sei mesi superiore di 1,47 gradi rispetto alla media storica.

Ogni rogo comporta un costo elevato per la collettività, stimato in oltre diecimila euro all’ettaro. Questo include non solo le spese immediate per lo spegnimento e la bonifica, ma anche quelle a lungo termine per la ricostituzione degli ecosistemi devastati. Nelle aree colpite, vengono meno non solo le attività umane tradizionali, ma anche la possibilità di fruizione del territorio per appassionati, senza contare la perdita di importanti polmoni verdi e gli effetti negativi sul turismo. Oltre al clima anomalo, con alte temperature, siccità e vento, la disattenzione e il dolo giocano un ruolo cruciale, con una stima del 60% degli incendi di origine dolosa.

“Proprio per contrastare il fenomeno, è fondamentale valorizzare il ruolo delle imprese agricole come sentinelle del territorio, garantendo un presidio costante soprattutto nelle zone più interne, dove la presenza umana può fare da argine non solo al rischio incendi ma anche al dissesto idrogeologico,” rimarca Colombo.

Coldiretti ribadisce l’importanza di un riconoscimento adeguato per chi svolge questa funzione di controllo e monitoraggio, essenziale per prevenire tragedie annunciate e proteggere un patrimonio ambientale ed economico sempre più fragile.