VARESE, 21 agosto 2025- di GIANNI BERALDO
L’annuncio di circa 100 licenziamenti e l’aumento dei prezzi da parte della Posta svizzera hanno scosso il Paese, segnando un momento di riflessione su un’istituzione che per decenni è stata sinonimo di efficienza e affidabilità.
Efficenze della Poste Svizzere che molti varesini hanno constatato personalmente (come il sottoscritto ad esempio), spesso recandoci in uno degli uffici postali oltre confine (spesso Stabio o Mendrisio), inviando pacchi o lettere all’estero o,addirittura, in Italia con la certezza di tempoi brevissimi per la consegna.
Con un utile dimezzato e una drastica riduzione del risultato d’esercizio nel primo semestre, la crisi attuale mette in luce sfide strutturali profonde che segnano il passaggio da un’era all’altra. Questo declino non è improvviso, ma l’epilogo di un cambiamento che ha le sue radici nella storia.
La storia della Posta in Svizzera ha inizio nel XVII secolo, con l’organizzazione dei servizi postali da parte di famiglie private. Il vero punto di svolta arrivò nel 1849, quando la Confederazione svizzera unificò i servizi postali cantonali per creare un’unica entità nazionale: le Poste federali. Questo atto fondativo pose le basi per un servizio efficiente e capillare, che nel corso del tempo divenne un pilastro dell’economia e della società svizzera. La Posta non era solo un mezzo per inviare lettere, ma un’infrastruttura di comunicazione e di connessione sociale essenziale. Grazie a una rete capillare di uffici postali e a un servizio puntuale, ha garantito il collegamento tra le aree urbane e rurali, supportando lo sviluppo del commercio e della vita quotidiana.
I fattori del declino
La crisi attuale, come evidenziato dai dati, è multifattoriale. La digitalizzazione ha eroso il
cuore del servizio tradizionale: il volume delle lettere, dei giornali e delle transazioni allo sportello è in calo costante.
Con la posta elettronica, i servizi bancari online e i pagamenti digitali, molte delle funzioni storiche della Posta sono diventate obsolete. Parallelamente, l’aumento dei costi operativi e la pressione competitiva hanno ulteriormente ridotto i margini. Il sindacato Syndicom ha denunciato la misura dei licenziamenti come “inaccettabile”, sottolineando che le decisioni di gestione non dovrebbero pesare sui dipendenti. Questo conflitto riflette le tensioni tra la necessità di adattarsi a un nuovo mercato e la responsabilità sociale di un’azienda che è stata a lungo un datore di lavoro stabile.
Rimane l’incertezza per il futuro
Nonostante le difficoltà, la Posta svizzera non è immobile. L’azienda sta cercando di reinventarsi, concentrandosi sui servizi in crescita. Il settore dei pacchi ha registrato una crescita significativa del 3,4% nel primo semestre, per la prima volta in tre anni, un dato incoraggiante che testimonia l’aumento degli acquisti online. Inoltre, la Posta sta investendo pesantemente nel digitale: l’app ufficiale ha raddoppiato i download negli ultimi cinque anni, raggiungendo 4,4 milioni, dimostrando un forte interesse della clientela per le soluzioni digitali.
La riorganizzazione della Rete Postale entro il 2026, pur se accompagnata da licenziamenti, è un tentativo di adattare le strutture fisiche e organizzative a un contesto in evoluzione.
La sfida per la Posta svizzera è bilanciare il mantenimento del suo ruolo di servizio universale con la necessità di operare come un’entità economicamente sostenibile in un mercato in rapida trasformazione.
Sebbene le difficoltà siano evidenti, l’azienda continua a essere finanziariamente solida, il che le offre un’opportunità di innovare senza perdere la sua identità storica.





