B&B sotto assedio nel Varesotto: così il canone RAI e la SIAE stanno mettendo in ginocchio le piccole imprese

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VARESE, 18 settembre 2025-In questo periodo di fine stagione turistica, i gestori di strutture ricettive nel Varesotto si trovano a fronteggiare una crescente pressione fiscale e burocratica. L’attenzione non è più solo sull’accoglienza, ma su un labirinto di tasse e balzelli, in particolare quelli legati alla diffusione di contenuti audio e video, che stanno diventando un vero e proprio incubo per le piccole realtà.

Un groviglio di costi e regole

Il problema principale risiede nei costi elevati e nella complessità delle normative che regolano i diritti dovuti a enti come SIAE, NUOVO IMAIE, SCF e al canone RAI. Questi oneri, se sommati, possono raddoppiare o addirittura triplicare le spese annuali, mettendo in difficoltà le strutture a conduzione familiare. Per un piccolo B&B con sole due camere, il canone RAI può superare i 400 euro all’anno, una cifra che raddoppia se si aggiungono i diritti per la musica e i video.

Le regole sono spesso percepite come ingiuste e sproporzionate. Il canone RAI, ad esempio, non è calcolato sul numero di televisori, ma sulla categoria della struttura e sul numero di stanze, creando situazioni paradossali in cui si paga come se si avessero dieci apparecchi pur avendone solo due. Inoltre, la mancanza di una distinzione per la stagionalità penalizza chi opera solo per pochi mesi all’anno, costringendo i gestori a pagare per l’intero anno solare.

La situazione si complica con l’arrivo dei “mandatari” incaricati dei controlli. Sebbene questi funzionari agiscano per conto di un solo ente, la loro presenza genera spesso allarme e confusione. È importante ricordare che non hanno potere di accesso coatto e non possono entrare nella proprietà privata senza il consenso del gestore, a meno che non siano accompagnati da un pubblico ufficiale.

Di fronte a questa “selva” di regolamenti, molti imprenditori stanno valutando soluzioni drastiche. Una delle più discusse, e consigliata anche da associazioni di categoria come BBVarese, è l’eliminazione totale degli apparecchi audio e video dalle stanze. L’idea è di fornire solo le prese per l’antenna e i collegamenti per la fibra ottica, invitando i clienti a utilizzare i propri dispositivi personali. Questa mossa sposta la responsabilità sui consumatori, aggirando un sistema percepito come eccessivamente predatorio.

Le testimonianze dei gestori del Varesotto sono eloquenti:

“Non è giusto che strutture a gestione familiare come la nostra debbano pagare le stesse cifre di un grande hotel. Siamo aperti solo pochi mesi all’anno, ma dobbiamo pagare per 12 mesi di diritti.”

“Nel mio B&B per evitare problemi ho tolto le TV dalle stanze. È una scelta drastica, ma è l’unico modo per non incappare in sanzioni o richieste assurde.”

La richiesta unanime del settore è una profonda riforma legislativa che porti chiarezza, proporzionalità e trasparenza. Nel frattempo, i gestori chiedono un maggiore sostegno dalle associazioni di categoria e un intervento delle istituzioni locali e nazionali per normalizzare una situazione che rischia di compromettere il lavoro di tante piccole imprese.