Un aiuto concreto contro la violenza: ATS Insubria apre quattro Centri per uomini autori di violenza (CUAV)

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VARESE, 19 settembre 2025-Per contrastare e prevenire la violenza di genere, ATS Insubria ha attivato quattro Centri per Uomini Autori di Violenza (CUAV) tra le province di Varese e Como. Questi centri offrono percorsi di cambiamento e responsabilizzazione per gli uomini che hanno commesso violenza o che sentono di esserne a rischio. L’iniziativa risponde ai principi della Convenzione di Istanbul, promuovendo un approccio che mira a interrompere i cicli di abuso e a ridurre il rischio di recidiva.

Percorsi personalizzati e rete integrata

I CUAV non agiscono da soli, ma in stretta collaborazione con i servizi territoriali, come i Servizi Sociali, le Forze dell’Ordine e i Centri Antiviolenza. L’obiettivo è creare una rete coordinata ed efficace per la tutela delle donne e dei loro figli. I percorsi offerti sono personalizzati, possono essere individuali o di gruppo, e sono condotti da un team di professionisti specializzati. ATS Insubria sottolinea che questo progetto, finanziato con quasi 290mila euro dalla Regione, rappresenta un impegno concreto per promuovere una cultura del rispetto e della non violenza.

L’accesso ai servizi dei CUAV può avvenire in diversi modi: su indicazione dell’Autorità Giudiziaria o del Questore, oppure in forma spontanea, per chi riconosce il bisogno di un cambiamento. Per maggiori informazioni o per richiedere un supporto volontario, è possibile contattare direttamente le strutture.

Progetto intramurario: i CUAV arrivano anche in carcere

Oltre all’attività sul territorio, è stato avviato un importante progetto all’interno della Casa Circondariale di Varese. Realizzato dal CIPM (Centro Italiano per la Promozione della Mediazione), questo programma offre percorsi specifici per i detenuti accusati o condannati per reati di maltrattamento e stalking. L’iniziativa, che fa parte del più ampio Piano di Intervento di ATS Insubria, ha lo scopo di integrare la funzione rieducativa della pena con un approccio che favorisca la consapevolezza e la responsabilizzazione degli autori.

L’attività trattamentale in carcere mira a prevenire la recidiva, stimolando una riflessione sulle conseguenze delle proprie azioni e offrendo strumenti per riconoscere l’impatto della violenza sulle vittime e sulla collettività. Questo approccio integrato, che affianca il lavoro intramurario a quello territoriale, garantisce un monitoraggio costante dei soggetti, dal contesto detentivo fino al loro reinserimento sociale, con particolare attenzione ai casi ad alto rischio di recidiva.