La marea pro-Palestina invade le piazze d’Italia: segnale da non trascurare che sottolinea un profondo malessere

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VARESE, 22 settembre 2025- di GIANNI BERALDO

Oggi l’Italia ha assistito a una mobilitazione capillare e massiccia a sostegno della causa palestinese, con decine di migliaia di persone scese in piazza da Nord a Sud, come non si vedeva da molto, forse troppo, tempo.

Questa giornata di scioperi e manifestazioni non è stata solo un evento isolato, ma un segnale politico e sociale di forte rilevanza, che le istituzioni non possono permettersi di sottovalutare.

Mentre il dibattito pubblico e mediatico spesso si concentra su episodi di violenza o scontri, come quelli, purtroppo, verificatisi a Milano, la vera notizia di questa giornata è la vastità e la capillarità della partecipazione. La gente, in particolare i giovani, ha dimostrato di non essere indifferente alla situazione in Medio Oriente. . Le piazze hanno espresso un’istanza che va oltre la semplice condanna degli atti violenti, chiedendo una riflessione più profonda sul conflitto, sulla condizione dei civili e sulle politiche internazionali.

Le ragioni che hanno spinto così tante persone a manifestare sono complesse. Non si tratta solo di solidarietà, ma anche di una crescente insofferenza verso una narrazione che molti percepiscono come parziale o insufficiente. La richiesta di un cessate il fuoco immediato, il rispetto dei diritti umani e la fine dell’occupazione sono diventate parole d’ordine che risuonano in ogni città.

Questo movimento di piazza lancia un messaggio chiaro a tutte le forze di governo, che hanno spesso mostrato una tendenza a minimizzare il conflitto o a focalizzarsi esclusivamente sulle dinamiche geopolitiche, ignorando il dramma umano.

La partecipazione così ampia dimostra che la questione palestinese non è percepita come un problema lontano, ma come un’ingiustizia che interpella le coscienze. Le proteste non sono solo un atto di dissenso, ma un invito pressante a riconsiderare l’approccio diplomatico e politico.

La giornata odierna è la prova, che un’ampia fetta della società civile italiana non accetta di rimanere in silenzio e pretende che le proprie istanze siano ascoltate e prese in seria considerazione.

direttore@varese7press.it