VARESE, 2 ottobre 2025- di GIANNI BERALDO
L’ondata di proteste a sostegno del popolo palestinese e contro le operazioni militari in corso non accenna a placarsi in Italia. Oggi, giovedì 2 ottobre, l’attenzione è alta su diverse città, con studenti e attivisti di varia estrazione pronti a scendere in piazza in una nuova giornata di mobilitazione.
Queste manifestazioni si collocano nel contesto di forti tensioni internazionali, aggravate anche dalla notizia dell’abbordaggio da parte delle forze israeliane della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria diretta a Gaza. L’episodio ha scatenato immediate reazioni in tutto il Paese, alimentando l’attivismo e portando alla proclamazione di un’agitazione di portata nazionale per il giorno successivo.
Mentre la protesta ha già fatto sentire i suoi effetti nei giorni scorsi con cortei, presidi e anche blocchi di stazioni e porti, l’agenda di oggi prevede diverse forme di protesta:
Milano resta un epicentro caldo, come anticipato dal testo fornito. Dopo le tensioni dei giorni scorsi, inclusi gli scontri al termine del corteo del 22 settembre, l’attenzione delle forze dell’ordine è massima. Si temono nuove azioni di blocco e presidi in punti nevralgici, con il Consolato americano che potrebbe essere nuovamente un obiettivo sensibile, richiamando l’azione simbolica di protesta avvenuta il 22 settembre.
Flash Mob “Luci sulla Palestina”: Promosso dalla rete di operatori sanitari #DigiunoGaza, per stasera è previsto un flash mob in tutta Italia intitolato “Luci sulla Palestina – 100 ospedali per Gaza”. L’iniziativa mira a denunciare pubblicamente la situazione umanitaria e a chiedere politiche concrete di contrasto a ciò che definiscono un “genocidio”.
Altre città coinvolte: Nelle ore precedenti si sono già registrate proteste, presidi e cortei che hanno toccato punti nevralgici del Paese. A Roma, i manifestanti si sono concentrati vicino alla stazione Termini e hanno cercato di raggiungere Palazzo Chigi. A Napoli si sono verificati blocchi ai treni in stazione, mentre a Torino l’ingresso di Porta Nuova è stato chiuso per prevenire azioni di blocco. Anche a Genova la mobilitazione ha interessato il porto, con circa 3.000 persone in piazza. Si segnalano inoltre presidi e cortei in numerose altre città da Nord a Sud.
I manifestanti, che comprendono studenti, attivisti e membri di sindacati di base, chiedono principalmente la cessazione immediata delle operazioni militari, la rottura di ogni collaborazione e accordo (militare, commerciale, accademico) con Israele, e il riconoscimento dello Stato di Palestina.
La mobilitazione raggiungerà il suo culmine domani, venerdì 3 ottobre, con la proclamazione di uno Sciopero Generale Nazionale indetto da sindacati come la CGIL e l’USB (Unione Sindacale di Base), a cui hanno aderito anche altre sigle e categorie, inclusa la FIOM (metalmeccanici).
Lo sciopero è stato lanciato in risposta all’intercettazione della Global Sumud Flotilla e rappresenta un’azione di solidarietà e di protesta contro l’aggressione alle navi civili. Coinvolgerà:

Settori Pubblici e Privati: Lo stop è esteso a tutti i settori, con l’adesione della scuola (con possibili disagi per le lezioni) e i servizi pubblici.
Trasporti a Rischio: L’impatto maggiore è atteso nel settore dei trasporti, in particolare quello ferroviario. Per i treni di Trenitalia e Trenord, l’agitazione durerà 24 ore, con inizio alle 21:00 di oggi, 2 ottobre, e termine alle 20:59 di domani, 3 ottobre. Saranno comunque garantite le fasce orarie essenziali (solitamente 6:00-9:00 e 18:00-21:00).
Posizione del Governo: Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha preannunciato la possibilità di precettare lo sciopero per limitarne la durata, suscitando un forte dibattito e lo scontro con i sindacati che difendono il diritto di sciopero in relazione all’azione di solidarietà e ai valori costituzionali.
L’Italia si prepara dunque a vivere due giornate consecutive di forte impatto, tra proteste di piazza e un’astensione dal lavoro che mira a paralizzare parzialmente il Paese per portare all’attenzione dell’opinione pubblica e del governo la richiesta di un intervento più incisivo a favore della popolazione di Gaza.





