Le firmatarie, che si definiscono “vostre elettrici e no”, non risparmiano critiche aspre alle dodici destinatarie, tra cui Elena Buscemi, Monica Romano, Natascia Tosoni, Diana De Marchi del PD e Marzia Pontone (Lista Sala), accusandole di aver tradito gli ideali ambientalisti e di aver dimostrato “subalternità al potere maschile e maschilista”.
La lettera, pubblicata oggi 3 ottobre 2025 e promossa da figure come Nadia Boaretto (ecofemminista) e Anita Sonego (già consigliera comunale), parte da una premessa di profonda amarezza: “Pensavamo che voi, in quanto donne della sinistra, condivideste l’anelito a una Milano ambientalista, costellata di polmoni verdi e di parchi, giusta e attenta nella difesa della natura e del suolo.”
Le ambientaliste si dicono incapaci di trovare “scusanti” per un voto che considerano un “avallo a questa operazione che defrauda la cittadinanza di una sua proprietà pubblica, tra le più iconiche e amate”. Viene inoltre sollevato un quesito sul metodo di voto: “Non riusciamo a giustificare perché vi siate assunte l’onere di votare una delibera che la stessa Giunta non ha votato, astutamente accollandone a voi consigliere e ai consiglieri la responsabilità.”
Il cuore della protesta elenca una serie di punti critici che, secondo le firmatarie, avrebbero dovuto portare a un voto contrario. Le motivazioni spaziano dall’impatto ambientale e urbanistico ai dubbi di natura finanziaria e legale:
Danno ambientale: Lavori di abbattimento e distruzione del Parco dei Capitani, con ulteriore cementificazione e consumo di suolo.
Contraddizioni sullo stadio: Il Meazza è “idoneo per le Olimpiadi”, ma viene ritenuto “inadatto per eventi internazionali” in una “narrazione contraddittoria e assurda”.
Aspetti finanziari: La capienza non sarà maggiore, ma i costi di biglietti e abbonamenti sì; i Club risultano “già indebitati con il Comune” e i fondi d’investimento proprietari sono “opachi e legati a finanziarie con sedi in paradisi fiscali”.
Allerta antimafia: Viene citata la preoccupazione del comitato antimafia (Nando Dalla Chiesa e David Gentili) per il rischio di infiltrazioni mafiose.
Clausole contestate: La presenza di una “clausola leonina e ricattatoria” (lo scudo penale per la società rappresentante delle squadre) è definita “assolutamente irricevibile da parte di un Ente pubblico”.
Sperpero di denaro pubblico: L’abbattimento e il rifacimento del sottopasso Patroclo, costato milioni di soldi pubblici, verrà rifatto “a scomputo degli oneri di urbanizzazione” per esigenze della nuova proprietà privata.
La critica più forte si concentra sulla dimensione di genere e politica. Le cittadine accusano le consigliere di aver dimostrato una “subalternità al potere maschile e maschilista” nel processo decisionale.
“È maschilista il metodo con cui è stata approvata questa delibera,” si legge nel testo, denunciando la bocciatura della proposta di un Referendum e il fatto che il Consiglio sia stato “costretto a decidere in poche ore, senza la possibilità di discutere e approvare gli emendamenti.”
In chiusura, la domanda è diretta e polemica: “dove sono finite l’autonomia e l’indipendenza femminile e femminista delle donne di sinistra?” La risposta, amara, delle firmatarie è che si tratta di “solo parole vuote utili a nascondere la subalternità al volere del vostro partito politico.”
La lettera è stata pubblicata anche sul sito Change.org per la sottoscrizione pubblica, a testimonianza dell’intenzione dei comitati di “non lasciar cadere la questione San Siro.”
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