Il provvedimento è il risultato di una proficua sinergia tra l’assessorato alla Tutela Ambientale, Sostenibilità Sociale ed Economia Circolare, guidato da Nicoletta San Martino, e gli enti del territorio, in particolare l’Università degli Studi dell’Insubria.
L’iniziativa del Comune consolida un percorso già avviato dall’Università dell’Insubria. Già nel 2024, l’ateneo, coordinato dal professor Adriano Martinoli, aveva lanciato un progetto per studiare e contrastare l’uso dei coriandoli in plastica e l’abbandono di rifiuti, specialmente in occasione dei festeggiamenti delle lauree. Questo lavoro aveva già portato a un piano di comunicazione dedicato e alla collaborazione con le Guardie Ecologiche Volontarie del Comune per sensibilizzare gli studenti.
Come sottolineato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), i coriandoli di plastica sono altamente inquinanti, impiegando fino a 600 anni per decomporsi, contro le sole 6 settimane richieste dai tradizionali e sostenibili coriandoli di carta.
L’assessora Nicoletta San Martino ha ribadito l’importanza di questa scelta: “Anche i momenti di festa possono diventare un’occasione per adottare abitudini più rispettose dell’ambiente e della nostra salute. Con l’ordinanza contro i coriandoli non biodegradabili, l’amministrazione porta avanti un’istanza parte di una sensibilità diffusa… anche i più piccoli gesti, persino la scelta di un tipo di coriandoli, può fare la differenza per la salvaguardia e il decoro dell’ambiente e degli spazi pubblici.”
Anche il professor Adriano Martinoli dell’Università dell’Insubria ha accolto con grande soddisfazione l’ordinanza, definendola “un risultato concreto e di alto valore etico per tutta la comunità” e un “segnale forte e chiaro: la sostenibilità non è un concetto astratto, ma una pratica quotidiana che richiede impegno da parte di tutti.” Ha inoltre lanciato un appello agli studenti universitari, affinché si facciano “portatori di questo cambiamento culturale.”
Il provvedimento mira a contrastare i danni all’ambiente e alla salute, e prevede sanzioni amministrative che vanno da un minimo di 25 euro fino a un tetto massimo di 500 euro per i contravventori. Varese, dunque, rafforza il suo impegno per un futuro più verde e privo di inquinanti nascosti.