VARESE, 9 ottobre 2025-A ridosso della stagione fiscale, il quadro normativo e attuativo per i lavoratori frontalieri italo-svizzeri è sempre più confuso e precario. Dalla contestata “tassa sulla salute” alle difficoltà interpretative sulla tassazione sostitutiva, fino all’eterno nodo dell’Assegno Unico Universale, le Organizzazioni Sindacali denunciano un immobilismo istituzionale che getta nell’incertezza centinaia di lavoratori e preannunciano assemblee territoriali.
A ventuno mesi dall’entrata in vigore, prevista per gennaio 2024, della controversa tassa sulla salute per i “vecchi frontalieri”, il nodo cruciale delle modalità attuative resta irrisolto. Nonostante l’approssimarsi della stagione della dichiarazione dei redditi, l’assenza di linee guida chiare mette a rischio la corretta applicazione di un prelievo contestato in quanto ritenuto in violazione del trattato internazionale italo-svizzero del 2020 e della legge di recepimento 83/23. Le OO.SS. continuano a ribadire la necessità di un arretramento rispetto a un’iniziativa giudicata insostenibile sia sul piano della razionalità che su quello applicativo.
Un anno dopo la conversione del decreto omnibus (Legge n. 43 del 7 ottobre 2024), che ha introdotto una tassazione sostitutiva del 25% sulle imposte applicate in Svizzera per i frontalieri residenti nei 72 nuovi comuni italiani entro i venti chilometri dal confine, i problemi interpretativi si moltiplicano.
Ad alimentare l’incertezza è in particolare l’autorità dell’imposta alla fonte svizzera, le cui riserve rischiano di vanificare l’intesa raggiunta nel luglio 2024 tra il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e le Organizzazioni Sindacali (OO.SS.). Tale stallo getta nell’incertezza centinaia di persone precedentemente escluse dal regime di frontalierato.
A complicare il quadro è l’assenza di un confronto strutturato e regolare. Sono passati ben sette mesi dalla prima e unica convocazione del Tavolo interministeriale sul lavoro frontaliero (che coinvolge MILAV, MAECI, MEF), istituito con la legge 83/23 e previsto dal Memorandum d’Intesa del dicembre 2020. Nessuna ulteriore riunione è stata calendarizzata, bloccando di fatto la possibilità di affrontare le urgenti questioni poste all’Ordine del Giorno e lasciando le problematiche in sospeso.
A oltre tre anni dall’entrata in vigore (marzo 2022) dell’Assegno Unico Universale, l’importante misura di sostegno economico continua a presentare gravi criticità. Non sono state ancora risolte le problematiche relative alla trasmissione dei dati corretti tra gli Enti previdenziali italiani ed esteri, essenziale per la corretta compensazione degli assegni familiari erogati all’estero.
Ancora più grave, l’Italia non ha sanato la mancata erogazione della misura ai frontalieri residenti all’estero che rientrano in Italia, una palese discriminazione che ha portato la Commissione Europea a deferire l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea nel luglio 2024, a causa di una procedura d’infrazione già in corso.
Di fronte a questo “quadro preoccupante”, le organizzazioni sindacali italiane e svizzere dei lavoratori frontalieri hanno, deciso di mobilitarsi con un ciclo di assemblee territoriali lungo il confine.
Il calendario prevede tappe chiave per informare i lavoratori: 3 novembre a Varese, 4 novembre a Como, 7 novembre a Tirano, 8 novembre a Chiavenna e 13 novembre a Verbania.
Nelle scorse ore, CGIL, CISL e UIL hanno ricevuto una nuova convocazione per il 13 ottobre dall’Assessorato di Regione Lombardia con delega ai rapporti con la Confederazione Elvetica. Le comunicazioni emerse da tale incontro saranno ovviamente integrate nei contenuti delle assemblee informative di novembre. Al momento, si attende ancora una convocazione dalle altre Regioni e Province autonome interessate dal provvedimento (Aosta e Bolzano).





