GALLARATE, 10 ottobre 2025-Si è concluso con l’assoluzione piena un calvario durato quasi due anni per un tecnico di radiologia dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Gallarate, ingiustamente accusato di violenza sessuale su tre pazienti. Il Gup Anna Giorgetti ha smontato completamente le accuse, ribaltando la richiesta di condanna del Pubblico Ministero e decretando la non attendibilità delle presunte vittime.
L’uomo, difeso dall’avvocato Alberto Zanzi, è stato prosciolto con la formula più ampia, ponendo fine a un incubo che lo aveva travolto a livello professionale e personale.
Le accuse mosse contro l’operatore erano pesantissime: approfittare della svestizione delle pazienti per palpeggiamenti e persino scattare foto non autorizzate. La vicenda era esplosa a fine 2023, portando al sequestro del telefono del tecnico.
La difesa ha puntato sulla prova scientifica per smantellare l’ipotesi accusatoria secondo cui l’uomo avrebbe cancellato le tracce di eventuali reati. “Abbiamo prodotto una consulenza che prova l’assenza di attività di ripulitura del cellulare. Nessun file è stato mai cancellato“, ha dichiarato l’avvocato Zanzi.
Le “indagini difensive molto articolate” hanno permesso di evidenziare le lacune nel materiale probatorio, che, come sottolineato dal legale, “non ha retto” al vaglio processuale.
Mentre l’inchiesta era in corso, il tecnico aveva subito la sospensione dal lavoro per quasi due anni, percependo solo un terzo dello stipendio. La notizia, amplificata a livello nazionale, lo aveva dipinto sui social come un “mostro”, con commenti durissimi anche da parte di colleghi di altre strutture.
“Il mio assistito ha passato momenti molto difficili,” ha commentato l’avvocato Zanzi, sottolineando come la verità fosse stata oscurata dall’indignazione sommaria.
Oggi, con l’assoluzione, non solo è rientrato immediatamente al lavoro, ma è stata anche respinta la richiesta di risarcimento di 150mila euro avanzata dalla parte civile.
La sentenza del Gup Giorgetti ripristina la verità dei fatti: nessuna violenza, nessuna prova, solo accuse rivelatesi infondate. La giustizia ha prevalso, chiudendo un capitolo doloroso e restituendo dignità all’operatore.





