VARESE, 10 ottobre 2025-Prende il via a novembre “Aware – Assessing plastic as a neW component of Aquatic ecosystems in the anthRopocenE”, un ambizioso progetto di ricerca da 1,3 milioni di euro finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito del programma Fondo Italiano per la Scienza 2022–23.
Il progetto sarà coordinato da Gilberto Binda, professore a contratto all’Università dell’Insubria e ricercatore al Norwegian Institute for Water Research di Oslo, che grazie a questo finanziamento rientrerà stabilmente in Italia presso il Dipartimento di Scienze teoriche e applicate dell’ateneo varesino.
Mentre l’attenzione globale si è focalizzata sull’inquinamento da plastica nei mari, molto meno si sa degli effetti che questo materiale produce negli ambienti d’acqua dolce come laghi e fiumi. Il progetto Aware nasce proprio per colmare questa lacuna, concentrandosi sul ruolo della plastica come nuovo costituente abiotico degli ecosistemi.
La plastica in immersione non è solo un inquinante diretto, ma si trasforma in un

substrato attivo per la formazione di biofilm, ovvero comunità microbiche. Questi aggregati viventi non sono inerti: possono rilasciare o accumulare sostanze chimiche, alterare la disponibilità di nutrienti e competere con gli organismi naturali. Il risultato è una profonda modifica dei processi fondamentali degli ecosistemi, come i cicli biogeochimici e gli scambi energetici tra acqua e sedimenti.
Gli studi preliminari indicano che nei fondali lacustri, dove la plastica tende ad accumularsi, si osservano già chiari segni di alterazione del funzionamento naturale degli ecosistemi.
Il progetto Aware si propone di valutare in modo sistematico e innovativo come la plastica, e i biofilm che su di essa si sviluppano, incidano sulle proprietà chimico-fisiche dei sedimenti e, di conseguenza, sui flussi di nutrienti, energia e organismi tra acqua e fondale.
Questa prospettiva di ricerca è inedita e permetterà di rivedere le conoscenze classiche di biogeochimica ed ecologia acquatica alla luce dell’onnipresente presenza della plastica.
«Con Aware vogliamo capire come la plastica non sia soltanto un rifiuto visibile, ma un elemento capace di cambiare i meccanismi di base che regolano la vita nei laghi e nei fiumi – spiega Gilberto Binda -. Questa ricerca rappresenta un’opportunità per il nostro Ateneo, peraltro localizzato in un contesto perfetto per lo studio di laghi e fiumi, di dare un contributo importante alla scienza internazionale e, al tempo stesso, alla tutela della biodiversità e dei servizi ecosistemici da cui dipendiamo».
I risultati attesi del progetto forniranno strumenti cruciali per prevedere e mitigare gli effetti dell’inquinamento da plastica, con possibili e immediate applicazioni nella gestione e nella salvaguardia degli ecosistemi d’acqua dolce. L’Università dell’Insubria rafforza così la propria vocazione internazionale, ospitando un progetto di frontiera che si inserisce in una delle principali sfide ambientali del nostro tempo.





