Violenza donne, la replica di Paolo Macchi (SIULP): “Siamo sotto organico, non Inadeguati. Fidatevi di noi”

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Paolo Macchi, Segretario Generale Provinciale Siulp Varese

VARESE, 20 ottobre 2025-A seguito della tragica vicenda di Pamela, che ha scosso l’opinione pubblica per la crudeltà dell’omicidio, e delle conseguenti discussioni sulle responsabilità dello Stato, il SIULP (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia) di Varese rompe il silenzio. Le dichiarazioni del Segretario Generale Provinciale, Paolo Macchi, respingono con forza le accuse di “incompetenza e inadeguatezza” rivolte alle Forze dell’Ordine, in particolare riguardo alla gestione delle situazioni di violenza contro le donne.

“Subire in silenzio è ingiusto,” afferma Paolo Macchi, sottolineando come le critiche siano ingenerose “nei confronti di colleghe e colleghi che ogni giorno, costantemente e incessantemente, vestono una divisa per operare in un’ottica di prevenzione e di tutela” pur operando “con la metà dell’organico di cui necessiteremmo.”

Il Segretario riconosce che l’informazione tenda a enfatizzare gli episodi dal tragico epilogo

per sensibilizzare, ma ricorda che “per ogni triste evento che accade ve ne sono infiniti altri che, anche grazie all’intervento tempestivo e preparato delle Forze dell’Ordine, hanno un esito positivo.” Sebbene un esito positivo “faccia meno notizia perché dovrebbe essere la quotidianità,” Macchi ribadisce: “Non accettiamo che l’intera responsabilità si riversi sulla nostra presunta inadeguatezza.”

Il SIULP evidenzia l’impegno costante nella formazione: “Le donne e gli uomini delle Forze dell’Ordine si formano costantemente, seguono corsi su corsi per adeguare ed affinare le sensibilità per fronteggiare qualunque tipo di emergenza.”

Riconoscendo che la preparazione “certamente non basta,” Macchi lancia un appello alla collaborazione civica, puntando sull’importanza della denuncia.

“Aiutiamoci a vicenda,” prosegue Macchi, “sensibilizziamo sul tema dell’importanza delle denunce, che non è vero che non portano a nulla.” Il Segretario spiega come la denuncia-querela sia la “condizione di procedibilità” essenziale per mettere in moto la macchina burocratica in un Paese spesso appesantito dalle lungaggini.

Il sindacato invoca un cambio culturale, a partire dalle scuole, per “insegnare quando è indispensabile farlo”: “Insegniamo, a partire dalle scuole, che uno schiaffo non ha mai motivo di essere giustificato e che la sindrome da crocerossina porta nel baratro della più cieca violenza chi cerca di salvare colui (o colei) che non vuole essere salvato.”

“Aiutateci ad aiutarvi e fidatevi di noi, che siamo al lavoro apposta per proteggervi. E quando non ci riusciamo, anche se la colpa non è nostra, […] il senso di colpa ci logora,” conclude Macchi, invitando tutti a “diffondere la cultura della prevenzione” e a “fare rete”.

Riferendosi alla provincia di Varese, Macchi cita l’intervento “impeccabile sul bus” che ha protetto e messo in salvo una giovane vittima di stalking come “esempio palese di questa buona capacità professionalità e tempestività.”

Infine, il Segretario critica “certa politica” che ha sollevato “un vulcano di critiche infondate” sulle decisioni di un giudice. Macchi precisa che tali decisioni erano “perfettamente aderenti alle norme in vigore” e che un giudice non può “prevedere l’ergastolo per questo fatto.”

L’accusa è rivolta a chi usa i social e i banchetti per fare “critiche asettiche che servono solo ad alimentare sfiducia ed odio,” ricordando che “alla politica spetta il compito di fare buone leggi e migliorare le attuali e non quello di fare post.”

redazione@varese7press.it