Lavoro e legalità: inclusione sociale per i detenuti, Regione Lombardia lancia un protocollo sperimentale

0
416

BRESCIA, 21 ottobre 2025-Dare una seconda possibilità attraverso il lavoro e la formazione, rafforzando la legalità e la coesione sociale: questi i pilastri del Protocollo regionale di sperimentazione per l’inserimento socio-lavorativo delle persone in esecuzione penale, promosso da Regione Lombardia in collaborazione con il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria (PRAP), l’Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna (UIEPE) e Sviluppo Lavoro Italia. La sperimentazione, sostenuta dal Ministero del Lavoro e dal Ministero della Giustizia, mira a tessere una rete virtuosa per il reinserimento dei detenuti.

L’accordo è stato presentato oggi, presso l’UTR di Regione Lombardia a Brescia, dall’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Simona Tironi. Al tavolo dei relatori erano presenti anche figure istituzionali di rilievo come Maria Milano Franco d’Aragona, provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria; Teresa Mazzotta, direttrice Ufficio Interdistrettuale Esecuzione Penale Esterna per la Lombardia; e Giovanna Di Rosa, Presidente Corte d’Appello di Brescia.

Il Protocollo si pone obiettivi ambiziosi e concreti: garantire percorsi integrati e coordinati tra istituzioni penitenziarie, servizi per il lavoro e formazione professionale; favorire l’inclusione socio-lavorativa come strumento di legalità; implementare lo Sportello Lavoro negli istituti penitenziari e sul territorio come punto di accesso stabile ai servizi per l’impiego; monitorare l’efficacia degli interventi e, non ultimo, sensibilizzare le imprese sull’inclusione lavorativa delle persone detenute.

“Questo progetto – ha dichiarato l’assessore Simona Tironi – rappresenta un passo fondamentale verso una politica del lavoro realmente inclusiva, capace di offrire opportunità a chi si trova in una condizione di fragilità. Restituire alle persone detenute la possibilità di formarsi e lavorare significa dare loro una prospettiva di cambiamento reale e duraturo. Il lavoro non è solo un reddito: è dignità, autonomia, libertà”.

La sperimentazione interesserà inizialmente la Casa Circondariale di Bergamo e, per quanto riguarda la provincia di Brescia, il carcere di Canton Mombello e la Casa di Reclusione di Verziano.

Il cuore operativo del progetto è l’implementazione degli Sportelli Lavoro. Gestiti dai Centri per l’Impiego (CPI) in sinergia con gli operatori penitenziari e le reti territoriali, questi sportelli offriranno un accompagnamento personalizzato finalizzato alla costruzione di percorsi formativi e occupazionali concreti per i detenuti.

Elemento cardine del Protocollo è la formazione specialistica integrata che coinvolgerà il personale degli istituti penitenziari, gli operatori degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna e i Servizi per il Lavoro. I moduli formativi affronteranno temi cruciali come l’amministrazione penitenziaria e l’impiego dei detenuti, l’inserimento lavorativo e le opportunità per le imprese, e il superamento degli stereotipi legati al reinserimento.

Regione Lombardia, come spiegato dall’assessore Tironi, assume il ruolo di coordinamento e governance complessiva, garantendo il supporto tecnico-normativo e l’integrazione con le politiche regionali.

La sperimentazione, che valorizza anche le buone prassi già attive nelle province di Milano e Monza Brianza, punta decisamente al coinvolgimento del mondo produttivo lombardo. “Molte aziende lombarde – ha concluso Tironi – hanno già dimostrato sensibilità verso questi temi. Con il loro contributo possiamo trasformare una sperimentazione in una buona pratica stabile, capace di restituire fiducia e valore alle persone, rafforzando insieme legalità, lavoro e coesione sociale.”