Fridays For Future chiede condizionalità sociali e lavorative nel “Clean Industrial Deal” Europeo

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VARESE, 27 ottobre 2025-L’Europa si trova a un bivio, stretta tra le tensioni geopolitiche e l’urgenza di rinnovare la propria capacità industriale in chiave ecologica. All’inizio dell’anno, la Commissione Europea ha risposto con il piano per un “Clean Industrial Deal”, promettendo ambizione climatica e rilancio economico. Tuttavia, per gli attivisti di Fridays For Future, il rischio di replicare gli errori del passato è alto se non verranno integrate rigorose clausole di equità e responsabilità.

“Non solo profitti, ma dignità per i lavoratori”

Il cuore della richiesta degli attivisti risiede nelle condizionalità. Non basta investire nel verde, è necessario assicurare che gli investimenti pubblici creino reale valore pubblico e non si limitino a sovvenzionare profitti aziendali.

“Un Clean Industrial Deal deve garantire che la transizione offra dignità, sicurezza e buoni posti di lavoro ai lavoratori – non solo profitti per gli azionisti,” afferma Carlo Mezzalama di Fridays For Future Torino.

Obblighi legali per le aziende sussidiate

Sara Sessa di Fridays For Future Roma specifica quali dovrebbero essere gli obblighi legali per le aziende che ricevono sostegno pubblico:

Riduzioni reali delle emissioni (senza trucchi contabili).

Rispetto dei diritti dei lavoratori e delle clausole sociali (inclusa la contrattazione collettiva e i salari equi).

Mantenimento dell’occupazione di qualità (evitando licenziamenti o esternalizzazioni).

Investimenti in formazione e filiere locali.

Questi requisiti, lungi dall’essere “burocrazia superflua”, sono visti come garanzie per evitare che il sostegno industriale continui a finanziare pratiche inquinanti, bonus ai dirigenti o ristrutturazioni a scapito delle comunità.

L’Esempio GKN: Lentezza Istituzionale

A dimostrazione di quanto il divario tra intenzione politica e realtà operativa sia ampio, Emanuele Akira Genovese di Fridays For Future Roma cita il caso GKN. “Il Collettivo di Fabbrica GKN ha dimostrato la possibilità e l’urgenza di una riconversione ecologica dal basso della fabbrica. Ma ancora oggi la risposta delle istituzioni rimane lenta e farraginosa.”

Integrazione tra politiche climatiche e politiche del lavoro è la chiave di volta. I governi devono cogliere l’opportunità offerta dal Clean Industrial Deal per costruire una prosperità a lungo termine, resiliente al clima e socialmente equa.

La richiesta finale ai decisori politici è perentoria: “Ogni euro di investimento pubblico serva il duplice scopo di proteggere il nostro pianeta e assicurare lavoro dignitoso.”

redazione@varese7press.it