VARESE, 31 ottobre 2025-Un tentativo di furto notturno si è concluso in modo rocambolesco a Varese, in via Orrigoni, con l’aspirante ladro bloccato in una posizione imbarazzante, schiacciato sotto la motocicletta che intendeva rubare. L’episodio, avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì scorsi, ha messo in luce una combinazione di sfortuna, malessere fisico e scarsa lucidità.
L’allarme è scattato intorno alle tre del mattino, quando i residenti di un palazzo del centro hanno udito rumori sospetti provenire da un garage al piano terra. Un uomo di circa trent’anni, un italiano senza fissa dimora già noto per gravitare nell’area delle stazioni ferroviarie, stava tentando di forzare la saracinesca di un box.
L’obiettivo del giovane, originario del Luinese, era una due ruote custodita all’interno insieme a un’automobile, apparentemente di proprietà di un carabiniere. L’impresa si è subito rivelata ardua: non solo per il peso del mezzo, ma anche a causa delle precarie condizioni fisiche dell’uomo. Sembra che l’aspirante ladro fosse sotto l’effetto dell’alcol e debilitato da una ferita all’addome, forse un’aggressione subita nei giorni precedenti.
Nel tentativo di far passare la motocicletta nello stretto varco tra la vettura e il muro del box, manovra che ha anche danneggiato la carrozzeria dell’auto, il giovane ha perso l’equilibrio. All’arrivo della pattuglia della Squadra Volante della Polizia di Stato, chiamata dal 112, l’uomo si è agitato, cadendo a terra e rimanendo intrappolato sotto il peso del motociclo.
L’esito è stato l’inevitabile arresto per tentato furto. La sua situazione personale aggiunge un ulteriore livello di complessità: si è scoperto che anche suo padre e suo zio si trovano attualmente reclusi in carcere.
Dopo una notte trascorsa in Questura, il trentenne è comparso davanti al giudice Stefania Brusa, che ha convalidato l’arresto. Su richiesta del pubblico ministero Davide Toscani, data l’assenza di una dimora fissa per l’imputato, è stata disposta la custodia cautelare in carcere in attesa del processo per direttissima, fissato per metà novembre. L’avvocato difensore, Andrea Pellicini, ha infatti ottenuto un rinvio per valutare riti alternativi o la possibilità di trovare un parente disposto ad ospitarlo agli arresti domiciliari.
Per il momento, la tentata fuga si è conclusa con l’uomo trasferito nel carcere dei Miogni.





