Primo Maggio: le ACLI varesine ribadiscono il valore del lavoro per la dignità, la giustizia e la pace

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VARESE, 30 aprile 2025-In occasione della Festa del Lavoro 2025, le ACLI di Varese tornano a sottolineare con forza il significato profondo di questa ricorrenza. Il 1° maggio non è solo una celebrazione, ma un momento per ricordare le storiche battaglie per i diritti dei lavoratori, lotte che hanno radici nella richiesta di una giornata lavorativa più umana e che si sono evolute nella difesa e promozione di valori universali come la dignità, la cittadinanza, la partecipazione, la pace e il bene comune.

Per le ACLI varesine, pace, giustizia e democrazia poggiano fondamenta solide sul lavoro. Un lavoro che sia garanzia di un’esistenza libera e dignitosa per ogni individuo, popolo e generazione, ovunque essi si trovino. Un lavoro che non deve essere fonte di insicurezza e mera sopravvivenza per molti, né strumento di un arricchimento smisurato e di una pericolosa concentrazione di potere nelle mani di pochi.

In questa giornata significativa, le ACLI varesine rilanciano con convinzione la centralità della persona come vera ricchezza del lavoro. Solo ponendo l’essere umano al cuore della società sarà possibile superare le criticità generate da dinamiche internazionali dominate da logiche di puro potere economico. Questa convinzione è valida anche per l’Italia e per il territorio varesino, ricco di vitalità imprenditoriale e di uno spirito di innovazione, ma purtroppo segnato anche da pratiche scorrette e comportamenti superficiali.

Le ACLI mettono in luce una realtà spesso sottaciuta: accanto all’economia reale prospera un’economia sommersa fatta di lavoro irregolare, negazione dei diritti, precarietà e condizioni di lavoro pericolose. Le dimensioni allarmanti dell’evasione fiscale e la diffusione del lavoro nero o grigio dovrebbero far riflettere profondamente su quanto alcune realtà produttive siano pericolosamente intrecciate con forme di illegalità.

Un tema drammatico che non può essere ignorato in questa Festa del Lavoro è quello del lavoro povero. Se la mancanza di un’occupazione rimane la principale causa di indigenza, avere un lavoro oggi non è più una garanzia sufficiente per sfuggire alla povertà. I dati forniti dall’Istat nel 2023, con l’11,5% degli occupati in condizione di povertà (una percentuale superiore alla media europea dell’8,5%), e l’incidenza della povertà relativa individuale che nel 2024 ha raggiunto il 14,5%, coinvolgendo quasi 8,5 milioni di persone, sono estremamente preoccupanti. Particolarmente vulnerabili risultano i lavoratori stranieri, con un tasso di rischio di povertà pari al 22,6%, un dato nettamente superiore all’8,9% registrato tra i lavoratori italiani.

Nel celebrare il Primo Maggio, le ACLI varesine non possono inoltre tacere il grave e inaccettabile problema degli incidenti sul lavoro. Il tragico bilancio del primo trimestre del 2025 in Lombardia, con 14 decessi sul lavoro, di cui uno riguardante un lavoratore straniero, conferma tristemente la regione tra le più colpite da questa piaga.

Di fronte a queste profonde ingiustizie, le ACLI di Varese lanciano un appello accorato per maggiori tutele per chi lavora e si impegnano in prima persona, chiamando la politica, le parti sociali e le associazioni di categoria a un confronto serio e responsabile. L’obiettivo è chiaro e urgente: costruire insieme una società più giusta, solidale e che garantisca la dignità per ogni lavoratore.