Olimpiadi Digitali dei Diritti Umani: al via la terza edizione riservata alle scuole secondarie di II grado
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VARESE, 10 marzo 2023-L’ISI “Sandro Pertini” di Lucca, in collaborazione con l’Associazione Robert F. Kennedy Foundation of Italy ONLUS (RFK Italia) e il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) organizzeranno per il giorno 28 aprile 2023 la III edizione delle Olimpiadi Digitali dei Diritti Umani, mentre le prove tecniche si terranno giorno 20 aprile 2023.
La competizione è aperta alle scuole secondarie di II grado di tutta Italia, fino ad un massimo di 40, e si svolgerà sulla piattaforma gratuita Google Hangoutse Kahoot interamente in lingua inglese. Il punteggio verrà calcolato combinando il maggior numero di risposte esatte date nel minor tempo possibile.
Le iscrizioni saranno aperte dal giorno 9 marzo 2023 al giorno 16 aprile 2023. Le scuole interessate dovranno inviare una lettera di adesione ai seguenti indirizzi email: olimpiadigitalidirittiumani@isipertinilucca.edu.it e eduitalia@rfktalia.org e compilare il modulo di iscrizione al seguente link:https://www.rfkitalia.org/rfk/olimpiadi-digitali.html#:~:text=Kennedy%20Foundation%20of%20Italy%20ONLUS,terranno%20giorno%2020%20aprile%202023.
Le scuole partecipanti devono disporre di linea ADSL con un requisito minimo di 20 megabyte.
Ogni scuola potrà partecipare con una sola squadra composta da un massimo di 6 studenti del triennio.
La competizione si svolgerà in tre fasi: fase eliminatoria, dedicata alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e Agenda 2030; semifinale dedicata al funzionamento del Sistema delle Nazioni Unite e dell’Unione Europea e finale dedicata alla figura di Robert Francis Kennedy.
RFK Italia metterà a disposizione delle scuole partecipanti materiali e bibliografia sul presente sito web.
Lo staff di RFK Italia preparerà i questionari, che verranno caricati sulla piattaforma. Le scuole partecipanti riceveranno il PIN per accedere al questionario.
Le scuole partecipanti dovranno rendersi disponibili, nella settimana precedente la competizione, ad effettuare test tecnici.
Ogni squadra riceverà un attestato di partecipazione.
Premi per i primi tre classificati:
Alla squadra prima classificata verrà offerto un soggiorno di due giorni (solo pernottamento) presso la sede del Robert F. Kennedy Human Rights Italia (ex carcere de Le Murate, Via Ghibellina 12a, 50122 Firenze), in un periodo da concordare. I costi di viaggio e di vitto saranno a carico dei vincitori.
Alla squadra seconda classificata verranno offerti 8 pass per il Carnevale di Viareggio 2024, in una data da concordare con l’organizzazione. I cisti di viaggio, vitto e alloggio saranno a carico dei vincitori (https://viareggio.ilcarnevale.com/programma-eventi/corsi-mascherati/);
Alla terza classificata verranno offerti 8 biglietti numerati per un’opera lirica del Festival Pucciniano di Torre del Lago (Lucca) in una data da concordare con l’organizzazione. I costi di viaggio, vitto e alloggio saranno a carico dei vincitori (www.puccinifestival.it).
Ulteriori premi aggiuntivi verranno comunicati entro la data della competizione.
Storie di migranti raccontate in prima persona di scena sabato al Teatro Comunale di Cassano Valcuvia
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CASSANO VALCUVIA, 8 marzo 2023-Una serata teatrale dedicata alle migrazioni, con attori-testimoni diretti provenienti da Costa d’Avorio, Senegal e Guinea Conakry.
L’iniziativa fa parte di Latitudini, la stagione del Teatro Comunale di Cassano Valcuvia e Spazio Yak di Varese, una selezione di spettacoli a cura di Teatro Periferico e Karakorum Teatro con il coinvolgimento di altri sei comuni dell’Alto Varesotto.
Sabato 11 marzo, dalle ore 21.00, sul palcoscenico cassanese si terranno due spettacoli tratti dalle storie e i racconti di vita vissuta di Mamadou Diakité e Abdoulaye Ba, entrambi partiti dall’Africa, loro paese d’origine, per cercare libertà e riscatto sociale in Italia.
Apre la serata il monologo Racconto Personale con Mamadou Diakité, interprete e autore del testo insieme a Stefania Marrone della compagnia Bottega degli Apocrifi, in arrivo da Foggia.
A seguire, un primo studio in forma di lettura scenica di Abdolulaye e Mamadou non sono morti, spettacolo tratto dal libro In Inferna di Abdoulaye Ba, menzione speciale bando Costruzioni Fantastiche.
La prima è la storia vera, sfrontata e arrogante, di un giovane cittadino ivoriano che si è messo in viaggio semplicemente perché pensava di avere diritto a un’occasione nella vita per inseguire un sogno.
Mamadou è un giovane cittadino della Costa d’Avorio che si è messo in viaggio “senza motivo”: non c’era una guerra nel suo Paese, non era perseguitato, aveva addirittura da mangiare tutti i giorni, tre volte al giorno. Quella di Mamadou è una storia sfrontata e arrogante, che ci racconta di un ragazzo che ha semplicemente pensato di avere diritto a un’occasione nella vita per inseguire un sogno. Una storia lunga, che attraversa il deserto e che comincia con l’incontro con il trafficante più in gamba di tutta l’Africa: Sita la venditrice.
Il progetto s’ispira a quello della Human Library nata in Danimarca, nella ferma convinzione che raccontarsi sia il modo migliore per avvicinarsi, anche e soprattutto in questo tempo che ci ha necessariamente richiesto una lontananza fisica.
Anche il secondo racconto è ispirato all’esperienza migratoria di Abdoulaye Ba che lui stesso ha raccontato nel libro In Inferna (Ed. Sensibili alle foglie) e sabato sera porterà in scena in forma di lettura scenica insieme a Siaka Conde e Dario Villa della compagnia Teatro Periferico.
Abdoulaye passa ore angoscianti su una barca in mezzo al Mediterraneo in compagnia di suo padre. Ma il Padre è presente solo nel delirio di Abdoulaye, infatti è morto quando lui aveva 13 anni. Ad accudirlo, in realtà, è il suo amico Mamadou. A un certo punto, Abdoulaye ha uno sprazzo di lucidità e si chiede se sia davvero suo padre a occuparsi di lui, o se non sia piuttosto uno spirito. Si domanda anche se non sia per caso già morto egli stesso e se, anziché trovarsi su una barca in mezzo al Mediterraneo, non sia già in viaggio verso il Paradiso, in compagnia della Morte. Dove sono ora infatti gli altri 128 disperati che erano saliti con lui?
Per la serata è attivo il servizio di Teatribus che accompagna il pubblico in teatro e offre momenti di dialogo e approfondimento durante il trasposto.
Il servizio di andata e ritorno parte da Maccagno, passando da Luino e Germignaga, e da Gavirate, attraverso Castello Cabiaglio e Masciago Primo.
Biglietti: Intero 10 euro | Ridotto 7 euro (under 18, over 65 e allievi Scuola di teatro di Cassano Valcuvia)
È possibile prenotare gli spettacoli fino a due ore prima della rappresentazione, telefonando ai numeri sopra indicati; Teatribus entro giovedí.
Varese accoglie la mozione di ANCI in solidarietà alle donne afghane e iraniane
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VARESE, 7 marzo 2023-In occasione della Giornata internazionale delle donne, il Comune di Varese accoglie l’iniziativa di ANCI Nazionale di adottare una mozione di denuncia delle gravi violenze e soprusi di cui sono vittime le donne afghane e iraniane, oltre a intraprendere iniziative di sensibilizzazione e prevedere l’illuminazione di un monumento cittadino con un fascio luminoso di colore giallo. Per questo nelle serate del 7 e 8 marzo, dalle 18.00 alle 21.00, Palazzo Estense sarà illuminato di colore giallo.
“L’impegno dell’amministrazione nella difesa dei diritti sociali e civili delle donne è costante, con il coinvolgimento di tutti i soggetti attivi del territorio attraverso incontri e iniziative – spiega l’assessora alle Pari opportunità Rossella Dimaggio – La Giornata internazionale delle donne di quest’anno punta inevitabilmente l’attenzione sui diritti negati alle donne, ragazze e bambine in Iran e Afghanistan, con una situazione particolarmente drammatica che non può lasciare indifferente la comunità internazionale”.
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Poca partecipazione al presidio di Varese per le morti di migranti sulle coste calabresi: “E’ una strage di Stato”
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VARESE, 4 marzo 2023-di GIANNI BERALDO-
Poca partecipazione questa mattina al presidio organizzato a Varese, dirimpetto a Piazza Montegrappa, avente come tema la recente strage di migranti avvenuta sulle coste calabresi.
Appuntamento quello varesino organizzato da diverse associazioni provinciali (tra cui Un’altra Storia, Varese Senza Frontiere, Associazioni per i Diritti Umani, il movimento La Comune, ecc…) con la partecipazione pure della Cgil.
Una settantina in tutto. Pochissimi giovani e molti attivisti over 60. Scarsa partecipazione ma comunque una presenza più che simbolica con i vari rappresentanti delle associazioni ad alternarsi al microfono spiegando le ragioni dell’incontro.
<<Una strage di Stato>>, così l’hanno definita gli organizzatori del presidio così come i manifestanti.
Alcuni di loro con volantini da distribuire ai passanti (tutti disinteressati e impegnati più che altro nella tradizionale passeggiata mattutine di fine settimana) sui quali veniva riportato il senso della tragedia e le colpe dello Stato (secondo le loro tesi ovviamente).
L”area del presidio era completamente tappezzata di striscioni e manifesti del tipo “I muri creano i trafficanti, non il contrario” e altri dal tenore simile.
Interessante la partecipazione dell’associazione nazionale La Comune, rappresentata in provincia di Varese da Manuela <<E’ un’associazione nata con questo nome citrca 15 anni fa ma la sua storia in realtà è molto piuù lunga chiamandosi in precendenza Socialismo Rivoluzionario. Noi crediamo in un cabiamento che parte innanzitutto dalle persone, quelle che scelgono di esprimere la propria e migliore umanità. I valorti migliori perchè crediamo che questa sia la strada più concreta per vivcere meglio>>.
Tra i manifestanti una rappresentante della Cgil varesina ammette scorata <<Davvero poca gente e sempre quella, non sappiamo più che fare per attirare l’attenzione
Giuseppe Musolino
su temi così importanti>>.
Tutto vero quello che evidenzia la sindacalista, resta il fatto che fortunatamente in Italia esiste ancora ha la forza di scendere in piazza a manifestare il dissenso su temi cruciali e importanti per la nostra società, non solo per il presente ma soprattutto in ottica futura.
Certamente bisogna trovare anche il giusto appeal nei confronti dei giovani e di altre categorie di persone, altrimenti il rischio che di avvenimenti e di certe tragedie non se ne parli proprio più.
Tragedia migranti sulle coste calabresi: sabato presidio in Piazza Montegrappa organizzato da Varese Senza Frontiere
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VARESE, 2 marzo 2023-Sabato 4 marzo 2023, dalle ore 10:30 si terrà un presidio a Varese, piazza Monte Grappa/inizio C.so Matteotti.
Con l’iniziativa, promossa dalla Rete Varese Senza Frontiere, si vuole manifestare l’indignazione, lo sconcerto e il dolore per la strage di migranti avvenuta sulle coste calabresi.
Pensiamo che si tratti di sbarchi programmati negli esiti drammatici, con l’intento di voler scoraggiare quelli che sono viaggi della speranza tentati da persone che fuggono dalla morte certa nei propri Paesi e la trovano nel mare Nostro oramai tomba della nostra umanità.
Noi riteniamo che sono i muri ed è il nostro rifiuto ad accogliere a creare i trafficanti e queste immani tragedie.
Si tratta, nel caso specifico e in generale in casi simili, di accertare le evidenti responsabilità e di denunciare colpe legalmente passibili di pene appropriate, veri e propri reati contro l’umanità dolente, brutali assassinii.
Denunceremo politicamente ed anche legalmente, manifesteremo e continueremo a manifestare finché tutto questo non cambierà, evitando il prevalere di razzismo, disprezzo della vita e della dignità umana, l’ignoranza e l’incapacità anche spirituale di percepire l’altro/l’altra come fratello/sorella.
Auspichiamo una grande partecipazione e numerose adesioni da parte delle organizzazioni politico-sindacali e socio- culturali.
Rete Varese Senza Frontiere
Giuseppe Musolino
L’appello di Amnesty International per i diritti umani calpestati in Iran: “Aiutateci con lasciti solidali”
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VARESE 1° marzo 2023 – Nel nome di Mahsa Amini, al grido di Donna, Vita, Libertà, donne e uomini di ogni età e di ogni classe sociale si sono riversati nelle strade, in ogni regione dell’Iran, per dichiarare la loro aperta opposizione a un regime che ogni giorno opprime la sua popolazione con sistematiche discriminazioni di genere e violazioni delle libertà fondamentali. La protesta è divampata ormai dallo scorso settembre e prosegue da allora, nonostante il regime reprima nella violenza e nel sangue ogni forma di dissenso.
Amnesty International svolge un costante lavoro di monitoraggio delle gravissime violazioni dei diritti umani che avvengono ogni giorno, per le strade di Teheran e di tutto l’Iran, per raccoglierne le prove e per fare pressione sulle istituzioni iraniane e internazionali, affinché vengano abolite leggi come quella sull’obbligo di portare il velo in luoghi pubblici, così come la pena di morte e la tortura.
Proseguire questa battaglia è imprescindibile: ecco perché l’Organizzazione rilancia l’appello ad unirsi, anche attraverso uno strumento di solidarietà concreta come il lascito solidale, intorno alle donne e agli uomini che in Iran stanno mettendo a repentaglio la loro stessa vita in nome di un ideale di libertà e di giustizia.
I DIRITTI DELLE DONNE IRANIANE CALPESTATI CON LA VIOLENZA
Secondo il codice penale islamico iraniano, qualsiasi atto ritenuto “offensivo” per la pubblica decenza è punito con la reclusione da dieci giorni a due mesi oppure con 74 frustate. Le donne che si mostrano in pubblico senza il velo devono essere punite con una reclusione da dieci giorni a due mesi o col pagamento di una multa in contanti. L’età minima della responsabilità penale per le ragazze in Iran è di nove anni, ma di fatto le autorità impongono il velo obbligatorio alle bimbe sin dall’età di sette anni, quando iniziano la scuola elementare. Chi non rispetta queste leggi finisce nelle mani della polizia e delle forze paramilitari, che ogni anno arrestano decine di migliaia di donne solo per aver mostrato ciocche di capelli sotto il velo o per aver indossato abiti colorati.
In strada le donne iraniane sono regolarmente sottoposte a molestie verbali e aggressioni fisiche da parte della polizia e delle forze paramilitari, anche solo se si fermano a parlare con qualcuno; vengono picchiate con schiaffi, pugni e manganelli e ammanettate. Essere una bambina o una ragazza, in Iran, significa essere alla mercé del regime in ogni momento.
LA MICCIA CHE HA RIACCESO L’INCENDIO: L’UCCISIONE DI MASHA AMINI
Il 13 settembre scorso Mahsa (Zhina) Amini, una ragazza di 22 anni di origini curde, è stata arrestata a Teheran dalla cosiddetta polizia morale, accusata di non indossare in modo corretto il velo obbligatorio. Secondo testimoni oculari, Mahsa Amini è stata picchiata violentemente mentre veniva trasferita con la forza nel centro di detenzione di Vozara a Teheran. In poche ore è stata trasferita all’ospedale di Kasra dopo essere entrata in coma. È morta tre giorni dopo. Immediatamente dopo la morte di Mahsa è esplosa la rivolta popolare, provocando una micidiale repressione da parte delle autorità iraniane.
PENA DI MORTE E PROCESSI SOMMARI: LA PROTESTA REPRESSA NEL SANGUE
525 manifestanti, tra cui 71 bambini, sono stati uccisi e più di 19 mila persone sono state arrestate da settembre ad oggi.L’8 dicembre scorso le autorità hanno
Proteste a Roma (copyright Francesca Maceroni/Amnesty International Italia)
messo a morte il manifestante Mohsen Shekari, dopo averlo condannato in un processo gravemente iniquo con l’accusa di “inimicizia contro Dio”. Quattro giorni dopo è stato impiccato un altro giovane manifestante, Majidreza Rahanvard, dopo un processo farsa a suo carico. Il 7 gennaio sono avvenute le esecuzioni di Mohammad Mehdi Karami e di Seyed Mohammad Hosseini. Tutti loro hanno subito processi iniqui: sono stati negati i loro diritti a essere difesi da un avvocato di propria scelta, alla presunzione di innocenza, a rimanere in silenzio non rispondendo alle domande e ad avere un processo giusto e pubblico. Numerosi imputati sono stati torturati e le loro confessioni, estorte in questo modo, sono state usate come prove nel corso dei processi. Le TV di stato hanno mandato in onda le “confessioni” forzate di almeno nove imputati, prima dei loro processi. Amnesty International teme che decine di altre persone rischino l’esecuzione, considerate le migliaia di rinvii a giudizio disposti finora. Il timore di imminenti esecuzioni è accresciuto dalle richieste da parte del parlamento e di altre istituzioni di avere processi rapidi ed esecuzioni pubbliche.
“Le autorità iraniane hanno ignorato i ripetuti appelli della comunità internazionale ad aprire indagini su tali crimini. Hanno diffuso una narrazione che mette in discussione le morti dei manifestanti, le attribuisce a suicidi, incidenti stradali, avvelenamenti, overdose o cause naturali e definisce coloro che protestano ‘vandali al soldo di potenze nemiche’ – spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia – Proprio questo è il momento in cui la solidarietà internazionale risulta cruciale. Amnesty International è impegnata ogni giorno per documentare i crimini commessi dalle autorità iraniane, ma è fondamentale che tutti ci uniamo intorno alla lotta di migliaia di donne e di uomini che stanno rischiando la vita per costruire un futuro di diritti e libertà”.
LA CAMPAGNA LASCITI “CHI LOTTERÀ AL TUO POSTO QUANDO NON CI SARAI PIÙ?”
Continuare a lottare per sempre per un mondo più giusto, nel quale i diritti umani siamo rispettati, in Iran come nel resto del mondo: è l’invito che Amnesty International rivolge a
tutti, attraverso la campagna “Chi lotterà al tuo posto quando non ci sarai più?”. Il lascito solidale è uno strumento di solidarietà concreta che non lede in alcun modo i diritti degli eredi legittimi e che non richiede grandi patrimoni. Per restare indipendente, l’Organizzazione non accetta fondi da governi, istituzioni né grandi aziende, ma vive delle donazioni provenienti da persone comuni. Per questo l’aiuto di ognuno è indispensabile, anche attraverso un lascito solidale. Tutti, attraverso un lascito testamentario, possono decidere di lasciare una somma di denaro, un bene immobile oppure mobile. Si tratta di un gesto non vincolante, che può essere ripensato e modificato in qualsiasi momento, per lasciare in eredità anche i propri ideali. Con un lascito testamentario in favore di Amnesty International, ognuno di noi può passare il testimone dei propri valori di giustizia, di equità, di rispetto dei diritti umani fondamentali a chi verrà dopo.
Per riceveremaggiori informazioni su come destinare un lascito solidale in favore di Amnesty International è possibile richiedere la Guida Lasciti contattando Maria Grazia Diana, Responsabile Programma Lasciti, al 346 8274558, scrivendo a lasciti@amnesty.it oppure visitando il sitohttps://amnesty.it/lasciti
Festival del cinema palestinese alla Camera del Lavoro di Varese: tra gli ospiti la madre di Vittorio Arrigoni
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VARESE, 25 febbraio 2023- Prosegue il percorso di dialogo e approfondimento sulla Palestina cominciato nel 2019 dall’Associazione COVO, quando la stessa organizzò due serate molto significative: l’incontro con Egidia Beretta – madre dell’attivista Vittorio Arrigoni, e la presentazione del progetto West Climbing Bank, ideato da un nucleo di attiviste e attivisti delle Acciaierie ZAM di Milano, che portano l’insegnamento dell’arrampicata sportiva ai bambini e alle bambine palestinesi che vivono in aree occupate.
L’associazione nata all’Informagiovani di Varese sei anni fa propone ora – venerdì 3 e sabato 4 marzo dalle 19:30 presso la Camera del Lavoro – un festival di cortometraggi di autrici e autori palestinesi. Presupposti della rassegna sono stati due preziosi incontri: quello con Irene Uboldi, varesina che da anni vive a Parigi dove ha studiato cinema, occupandosi attualmente anche dell’organizzazione di Ciné-Palestine, e quello con Franca Bastianello, curatrice del festival itinerante Nazra.
I corti proiettati il 3 e 4 marzo sono infatti frutto di una selezione delle pellicole in concorso in queste due importanti rassegne internazionali. L’intento è quello di partire dalle immagini per approfondire le contraddizioni e riflettere sulle ingiustizie che dominano lo scenario geopolitico e umano della Palestina. Tale riflessione sarà impreziosita con il contributo dei diversi ospiti che interverranno nel corso delle due serate, presentate e moderate da Michela Mazzucchi.
Per la prima serata sarà possibile prenotare un aperitivo con piatti tipici realizzati dalla cucina di Zonafranca, mentre nel corso della seconda saranno proposti agli spettatori tè e dolci palestinesi.
Il festival si terrà presso la Camera del Lavoro di Varese, in Via Nino Bixio 37.
Informazioni su Associazione COVO
Associazione giovanile nata nelle aule studio dell’InformaGiovani di Varese con l’intento di riempire la città di cultura d’ogni genere, dando spazio al potenziale creativo dei giovani varesini attraverso eventi musicali, teatrali, sociali, cinematografici, artistici e di orientamento allo studio e al lavoro.
Vera Politkovskaja, figlia della giornalista russa uccisa, mercoledì ospite alla Fondazione Feltrinelli di Milano
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MILANO, 20 febbraio 2023-Gruppo Feltrinelli e Fondazione Giangiacomo Feltrinelli propongono un programma di iniziative e approfondimenti aperto a tutti per accendere la riflessione sulla guerra e sull’opportunità – e necessità – della pace.
Partendo dalle vive voci degli autori, il 22 febbraio, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ospiterà la presentazione del libro di Vera Politkovskaja, figlia della giornalista russa uccisa nel 2006: “Una madre. La vita e la passione per la verità di Anna Politkovskaja” (Rizzoli). Interviene con l’autrice Barbara Stefanelli, Vicedirettore Corriere della Sera. Modera Mara Gergolet.
A seguire, il 23 febbraio, un incontro pubblico per riflettere sul conflitto a partire dalle presentazioni dei titoli “Ombre d’Europa. Nazionalismi, memorie, usi politici della storia”(Donzelli) e “L’Ucraina in 100 date: Dalla Rus’ di Kyïv ai nostri giorni” (Della Porta), rispettivamente di Guido Crainz e Giulia Lami. Con la partecipazione di Andrea Ruggeri e il contributo video di Silvio Pons e Andrea Romano. Modera Annalisa Camilli, Internazionale.
Nella Feltrinelli di viale Pasubio, inoltre, a dare evidenza all’orrore della guerra sarà dal 18 febbraio un’installazione dal nome “1 YEAR OF WAR, un’offesa all’Umanità tutta”, realizzata dagli artisti Simona e Lorenzo Perrone: una pila di libri bianchi realizzati in gesso e macchiati di rosso, come feriti a morte; un’opera per riflettere grazie alla violenta immediatezza di un’immagine.
Sì è conclusa la Settimana Intercultura a Gallarate con mostre, seminari e altre iniziative
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GALLARATE, 20 febbraio 2023-Si è chiusa sabato 18 febbraio, la sesta edizione della Settimana Intercultura a Gallarate con le mostre dei lavori realizzati nei 4 Istituti Comprensivi cittadini: arte, musica, danze, cibo, abiti, e oggetti dal mondo sono stati i protagonisti degli allestimenti, mettendo in luce l’impegno e la sensibilità di alunni, insegnanti e famiglie.
4.000 i bambini e ragazzi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado cittadine, e 500 gli insegnanti, coinvolti nei laboratori. 200 i docenti di ogni ordine e grado che hanno partecipato ai seminari formativi “Il linguaggio universale delle immagini”, tenuto da Pursumal del COE di Milano e “Dare voce all’infanzia. Il racconto di sé tra arte e digitale”, tenuto dalla da Francesca Gentile di Alchemilla, in cui sono stati forniti spunti operativi per lavorare nelle classi sempre più multietniche della nostra città. 100 i partecipanti alla serata aperta alla cittadinanza, sul tema “Costruire legami, cambiare sguardo”, che ha visto ospiti la scrittrice e sociologa Sumaya Abdel Qader e don Massimo Mapelli, prete solidale, che, con la mediazione del prof. Valerio Raffaele, hanno raccontato storie di vita concreta di immigrazione e accoglienza dell’altro. Presenti alla serata l’Assessore alle attività formative del Comune di Gallarate, Claudia Mazzetti, e il Dirigente dell’Ufficio Scolastico Provinciale, Prof. Carcano Giuseppe. Tanta la partecipazione alle mostre nelle scuole, tanti i genitori impegnati negli allestimenti, così come tanti i presenti all’inaugurazione, al Museo Maga, della mostra con i lavori realizzati dagli alunni delle classi terze delle scuole primarie e delle scuole medie della città in collaborazione con gli operatori del Maga, che hanno realizzato un unico grande allestimento dal titolo “Personaggi mitici”.
Un lavoro corale che, ormai da 6 anni a questa parte, ogni anno caratterizza le scuole della città di Gallarate, capofila l’IC De Amicis, chiamate a riflettere insieme su una tematica tanto importante quanto poco trattata come quella dell’Intercultura. Il tema della Settimana, “Legami”, è stato anche quest’anno un’occasione per consolidare il dialogo tra scuola, famiglia e territorio e per costruire e rafforzare LEGAMI tra culture. Tanta la soddisfazione degli organizzatori, animati dal comune obiettivo di realizzare un percorso educativo, che vuole arricchire culturalmente e contribuire alla crescita umana e civile.
Riflessioni: “Un mare d’ipocrisia”
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VARESE, 7 febbraio 2023- di VINCENZO ANDRAOUS-
Lo Stato, leader supremo, sulla ragione, la morale, la giustizia, il bene e il male. Lo Stato non fa sconti a nessuno, neppure nei riguardi di quei fagottini di pochi giorni che stanno a galla perché gonfi di acqua salata. Perché il respiro non esce più dai minuscoli polmoni. Rimangono corpicini morti a galleggiare in un mare denso di ipocrisia, di indifferenza, di inutile dispiacere d’accatto. Vorrei che ognuno provasse a immaginare quella scena terribile, una donna madre muore sfinita dopo giorni e giorni di fame, di sete, di fatica immane a sorreggere la propria creatura.
La donna piega di lato non ce la fa più, sta lì inchiodata su quella barchetta, il piccolo fagottino non più sorretto dal calore della mamma, lentamente scivola giù, tra le onde, nel gelo e nell’impotenza più disumana. Pochi attimi e quel piccolino scompare nel mare sommerso, dove stanno i peccati quelli veri, quelli più inconfessabili, quelli che dovrebbero fare ribaltare nelle loro belle certezze amorali chi riesce senza neppure troppa fatica a volgere lo sguardo da un’altra parte. Quelli che le tragedie come questa le classificano eventi critici, quelli che avversano le Ong, quelli che fan finta di non vedere i barchini che in qualche maniera miracolosamente approdano e scaricano esseri umani, quelli che in questa immane tragedia di morti e feriti per sempre, trovano tempo per buttarla in politichese. Di fronte a mamme morte, bimbi annegati, persone ridotte a ramoscelli di ulivo spezzati, a questo punto sarebbe necessario, urgente, spingere in avanti una riflessione, un pensiero, una grammatica corretta del dolore.
E’ vero che solamente una entità, una persona, può salvare d’emblee chiunque, ovunque, nella prossimità come nella lontananza, Quella persona è Dio. Proprio per questo mi viene da suggerire anche a chi non crede, a chi si sente parente stretto dei superlativi assoluti, a chi è bullo per professione, a chi di intelligenza priva di empatia e umana compassione mostra il proprio fianco, che anche noi miseri e piccoli esseri umani, abbiamo una possibilità altrettanto potente quanto la sua. Possediamo la consapevolezza di tentare di aiutare chi sta conciato peggio di noi, chi arranca, chi cade e chi sta per affogare. Chi è innocente fino all’ultimo respiro.