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Polemica a Varese: “Per sicurezza abbiamo rinunciato alla Festa per i bambini mentre al mercatino nessuna prevenzione Covid”

VARESE, 19 ottobre 2020- Dopo la lettera aperta inviata ieri da un partecipante alla cerimonia svoltasi domenica mattina per ricordare i caduti partigiani varesini (Ottobre di Sangue Varesino), oggi altre polemiche per divieti (o meglio “consigli”) di assembramenti.

Emanuela Crivellaro-presidente Fondazione Onlus Ponte del Sorriso- ha voluto infatti esternare tutta la sua rabbia e costernazione, nel constatare come esistano in città eventi imprescindibili (leggasi comparto commerciale) nonostante la nuova ondata di contagi che coinvolge pure Varese e eventi la cui utilità pubblica potrebbe essere demandabile a periodi meni critici a livello di rischio contagi.

Ecco quanto scrive la Crivellaro:

<<Ieri avrebbe dovuto svolgersi la festa per i bambini “Un Sorriso per il Ponte”, ai Giardini Estensi di VareseMesi per organizzare tutto, investiamo risorse economiche per preparare un dettagliato piano di sicurezza COVID che preveda  distanziamento, flussi regolati di entrata e uscita, misurazione della temperatura, registrazione dei partecipanti, conteggio delle persone, zone delimitate per evitare assembramenti, 40 volontari formati per i controlli su tutto l’area molto ampia, cartelli, segnaletica e chi più ne ha più ne metta.

Giovedì, due giorni prima, il Sindaco e, tramite lui, anche il Questore, ci comunicano la loro preoccupazione sanitaria, soprattutto perché si tratta di un evento che attira molti bambini, secondo loro “difficilmente gestibili”.

Noi non riteniamo che i bambini siano così indisciplinati, ma i numeri in crescita esponenziale ci invitano alla prudenza, teniamo conto dei timori delle istituzioni e, con grande dispiacere per i bimbi, annulliamo la manifestazione.

Domenica pomeriggio 18 ottobre, stesso giorno della nostra festa, mentre attraverso Piazza Montegrappa vedo un mercato, per lo più gastronomico, localizzato soprattutto in via Marconi, pieno di gente. Mi soffermo e noto che non c’è alcuna prevenzione COVID, né disposizione di sicurezza come impongono la Regione e i DPCM. Non vi sono i cartelli che andrebbero posti all’inizio che indichino le norme da seguire, nessuna pianificazione dei percorsi entrata/uscita, nessuna segnaletica per delimitare il distanziamento, nessunissimo tipo di controllo che non si creino assembramenti. Addirittura le bancarelle sono state posizionate su entrambi i lati, una logistica che lascia talmente poco spazio che, quando si incrociano anche pochi individui, si sfiorano. Alcune persone circolano con la mascherina completamente abbassata sul collo.

Sconcertata mi avvicino alla macchina della Polizia di Stato, ossia della Questura, parcheggiata proprio lì davanti e chiedo ai poliziotti di fare qualche verifica. Risposta “Non siamo noi che ce ne occupiamo, ma la Polizia Locale”. Insisto perché mi sembra assurdo che, davanti a una tale mancanza di osservanza delle norme COVID, non possano intervenire. Niente da fare, mi indicano persino una macchina della Polizia Locale che passa e va verso via Sacco, mi ripetono che è a loro che mi devo rivolgere e se ne vanno.

Non so a chi spetta la competenza, ma a cosa servono i vari decreti se poi nessuno si cura di farli rispettare? E dove è finita la preoccupazione sanitaria che tanto avevano sia il Sindaco che il Questore?

Due facce della stessa medaglia COVID: da una parte anziani disperatamente soli nelle RSA, bambini privati di ogni attività di svago, sport, socializzazione, dall’altra eventi organizzati senza alcuna precauzione>>.

redazione@varese7press.it

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