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8 Marzo, D’Elia (Pd): “Battaglia diritti donne va di pari passo con quella per l’occupazione”

VARESE, 8 marzo 2021-“L’8 marzo per le donne democratiche è il giorno in cui ribadire che le donne devono essere protagoniste della ripresa del Paese. E in questo contesto tema fondamentale è l’occupazione. I dati dicono che la pandemia e la crisi economica colpiscono soprattutto i settori dove maggiore è la presenza femminile. Conseguenza di una fragilità strutturale che vede concentrarsi, da sempre, le maggiori difficoltà sul lavoro femminile. L’8 marzo deve essere anche una giornata di orgoglio per le donne, in cui focalizziamo i temi su cui siamo in prima linea ogni giorno, ma anche le conquiste fatte”.

Così Cecilia D’Elia, portavoce della Conferenza delle donne democratiche ai microfoni di Radio Immagina, la Webradio del Partito democratico.

“L’8 marzo è l’occasione per tutti, uomini e donne, di mettere al centro dell’agenda politica la grande questione dell’occupazione femminile, che significa ripensare l’organizzazione sociale, i tempi di lavoro e di vita, il welfare, affermare la condivisione del lavoro di cura. Questioni che devono essere al centro anche del Recovery Plan, che con le sue risorse deve essere la chiave fondamentale per cambiare. Non si crea occupazione se non si creano infrastrutture sociali.  Consentire alle donne di partecipare pienamente alla creazione di lavoro significherebbe generare un valore pari al 7% del Pil. Questa è la partita, una questione sociale ed economica fondamentale per tutti, non solo per le donne”.

“Nei primi 100 giorni del nuovo Governo vorremmo, – ha aggiunto la portavoce della Conferenza delle donne del Pd”, – che  si attivassero cose già in cantiere. Il fondo per l’imprenditoria femminile (20 mln in bilancio), la legge sulla parità salariale (c’è già una legge incardinata). La riforma del congedo di paternità, per prolungare i congedi parentali per i padri. Oggi il lavoro di cura ricade prevalentemente sulle spalle delle donne. Gli uomini italiani sono quelli che meno coinvolti nel lavoro domestico e familiare. Parlare di questione femminile significa anche creare nuove condizioni di convivenza, per il genere e le diverse generazioni. Un welfare più strutturato libera il tempo delle donne e sostiene i diritti di tutte e tutti. Predisporre azioni concrete e mettere a disposizione risorse è centrale se vogliamo dare risposte effettive.

Noi chiediamo politiche di empowerment per le donne. Le donne vengono da secoli in cui è stato insegnato loro ad essere seconde. Non è più così, le donne e le ragazze sono cambiate, ma c’è un tema di cultura generale da cambiare. Fino a pochi anni fa, – ha concluso la D’Elia – convivevi con l’idea che la violenza fosse un reato contro la morale e non contro la persona. Il fronte sui cui agire è vasto: si tratta di lavorare sul fronte culturale, su quello delle risorse e dei servizi. Molto è stato conquistato e molto è da conquistare, dobbiamo evitare che la Pandemia ci faccia tornare indietro, e farne un’occasione per costruite una nuova e più giusta convivenza”.

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