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Intervista a Abdol Khaled Fayazi cuoco afghano che vive in Italia: “Mia moglie e figlia sono rimaste a Kabul e rischiano la vita”

VARESE, 27 agosto 2021- di GIANNI BERALDO-

Tra poche ore partiranno da Kabul gli ultimi voli delle forze alleate nel tentativo di portare in salvo più persone possibili, soprattutto donne e bambini.

Dopodichè per moltissimi di loro l’incubo di rimanere per sempre in balia dei Talebani (senza contare i terroristi dell’Isis-K) potrebbe divenire una triste realtà. Con tutte le conseguenze del caso.

Una situazione drammatica che vede coinvolti anche la moglie 22enne e la figlia di quasi 3  anni di ABDOL kHALEQ FAYAZI, 28enne cuoco afghano residente in Italia (ad Alberobello in Puglia) da diversi anni.

Moglie e figlia che invece sono rimasti a Kabul, cercando disperatamente delle soluzioni per imbarcarsi si uno dei C-130 dell’Aeronautica Italiana. Ma finora tutto è risultato vano.

Adbol è costantemente in contatto con sua moglie, con la disperazione che prende il sopravvento ogni ora che passa <<Come si vede anche dai vari servizi televisivi la situazione a Kabul è drammatica. C’è un casino enorme vicino all’aeroporto e non fanno

Abdol con la piccola figlia che non vede dallo scorso mese di febbraio

passare le persone-ci racconta lo stesso Abdol da noi contattato telefonicamente- la mia famiglia da giorni è chiusa in casa senza mai uscire per paura di rappresaglie da parte dei Talebani. Mia sorella e mio fratello gli portano cibo e altre cose necessarie ma la paura è tanta. Fortunatamente erano in casa anche nel momento dei due attentati>>.

Abdol ci spiega che il problema riguarda soprattutto gli afghani di origine etnica hazara di religione sciita, come loro appunto <<I talebani picchiano la gente, sono violenti e la mia famiglia rischia moltissimo a livello di rappresaglie. La speranza è che arrivi il visto e possano prendere una aereo militare per lasciare il Paese. Personalmente ho chiesto aiuto fin da subito contattando l’ambasciata italiana a Kabul così come il ministro Di Maio e altri politici italiani: tutti mi hanno risposto di inviare i documenti necessari ma intanto il tempo passa e le speranze di rivederle sono ridotte al minimo. Francamente mi sento anche un pò preso in giro>>.

L’ultima volta che Abdol ha visto moglie e figlia è stato lo scorso mese di febbraio, dopo avere trascorso qualche mese a Kabul. Da allora lo scenario politico è cambiato velocemente con i talebani che hanno conquistato Kabul così come gran parte dell’Afghanistan. E con loro sono tornate le più ferree leggi coraniche, spazzando in un sol colpo vent’anni di pur lenti cambiamenti in ambito culturale, sociale e politico.

<<I talebani hanno dichiarato che perdoneranno quelli che hanno collaborato per i Paesi stranieri, ma non è vero. La realtà. confermata dai miei familiari, è che stanno cercando casa per casa i vari collaboratori>>.

Sono 5 anni che Abdol cerca in ogni modo di ricongiungersi in Italia con moglie e figlia, ma la burocrazia (e forse non solo) ancora non l’ha permesso <<ho presentato tutti i documenti necessari ma finora nulla si è sbloccato. Mia moglie si

Ressa all’entrata dell’aeroporto di Kabul

presentava con appuntamento all’ambasciata italiana ma ogni volta venivano rispedite a casa con scuse diverse con documenti che mancavano ecc… Francamente penso che non vi sia la volontà da parte dell’Italia di ricevere altri stranieri, altri afghani>>.

Durante l’intervista è palpabile la rabbia e lo scoramento da parte di Abdol che, quasi rassegnato evidenzia come <<penso che una volta che i vari Paesi europei e americani lasceranno l”Afghanistan, l’unica via di uscita potrebbe essere quella di raggiungere il Pakistan, Tagikistan o India. Ma non so come si potrebbero muovere. Sarebbe un viaggio clandestino con tantissimi pericoli considerato quanto casino vi è pure alle frontiere>>.

Ci congediamo da Abdol augurandogli ovviamente che le cose possano andare per il meglio con il pensiero rivolto alla sua giovane famiglia con tutte le angosce e paure che stanno vivendo in questi giorni.

direttore@varese7press.it

 

 

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