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Ci scrivono: “Sulla Sanitá in provincia di Varese tutti i politici ci hanno preso in giro”

GALLARATE, 22 gennaio 2023-Egr. Direttore,

nella nostra regione, nelle nostre città l’ipocrisia è sovrana, non si salva nessuno o quasi.

Mi riferisco agli spettacoli indecenti offerti dalla politica nostrana, soprattutto in piena campagna elettorale e, di campagne elettorali, in questi ultimi anni se ne sono viste molte, dalle europee, alle comunali, alle politiche e per ultime le regionali.

Non si percepisce neppure la decenza di riconoscere le ambiguità e le false promesse alle quali siamo stati sottoposti noi cittadini: sul lavoro, sulla sicurezza e sull’annosa questione della sanità.

Mi ricordo ancora la campagna elettorale delle comunali del 2016- avendone fatto parte come candidato sindaco – e i programmi elettorali dei partiti e delle coalizioni. Non ho la memoria corta come qualcuno, ho perfettamente in mente ciò che sostenevano unanimemente i candidati sindaci e le rispettive coalizioni sulla questione degli Ospedali di Gallarate e Busto: tutti d’accordo (o quasi) sulla volontà di costruire un ospedale unico, le differenze che emergevano riguardavano il luogo dove ubicarlo.

In quel preciso frangente, le questioni pratiche vennero fatte passare sotto silenzio: le conseguenze ambientali, lo smantellamento di interi reparti (cominciato con l’oculistica nel 2014), il trasferimento di centinaia di lavoratori da Gallarate a Busto

Ospedale di Busto Arsizio

l’unificazione di Otorino e Urologia con lo spostamento dei reparti a Busto e la conseguente riduzione di posti letto con l’aumento dei tempi di attesa per i pazienti per le visite. Nonostante questo colpevole silenzio e la denuncia fatta da chi aveva colto immediatamente le problematiche legate al rischio di smantellamento degli Ospedali stessi, “lorsignori” hanno continuato a proseguire in questa logica: quella di trasferimento di risorse pubbliche verso ospedali e strutture private, promuovendo con consapevolezza il conseguente disagio e affanno inevitabili per le strutture ospedaliere pubbliche.

Le condizioni attuali che sono andate, come previsto, peggiorando nei punti critici sopracitati hanno portato le strutture stesse all’affanno e i lavoratori a svolgere un surplus orario, non solo illegale, ma anche dannoso per lo stesso sistema sanitario. Un lavoratore stanco, sottopagato e sfruttato cercherà soluzioni alternative per vedere riconosciuta la propria professionalità (non è un caso se molti infermieri prendono la via della Svizzera, accettando di fare i frontalieri).

L’obiettivo di chi promuove l’ospedale unico è quello di sfruttare le condizioni disastrose che si sono venute a creare a causa dell’idea solo abbozzata di questa nuova struttura per giustificare la necessità della sua stesa esistenza: in pratica ci troviamo davanti ad una mancanza di mezzi e personale che ha portato al collasso di reparti e P.S,  causata proprio da questo progetto e, ora,  ci vorrebbero far credere che l’Ospedale unico che ha creato nella sua stessa assenza tutti questi problemi, possa essere la soluzione?

Penso che ci abbiano preso in giro e continuino a prenderci in giro.

Per accontentare qualche associazione e qualche comitato hanno deciso di fare la cosiddetta Vas, di fatto spostando gli obiettivi dal no all’ospedale unico al discutiamone come farlo, accettando magari qualche osservazione o facendo finta di discuterne dimenticando che, nel contempo, gli ospedali continuano a perdere pezzi importanti, come pezzi importanti ha perso la sanità pubblica, soprattutto quella lombarda a favore di quella privata, ma assente nelle pandemie. A rimetterci, come sempre, sono i pazienti, i cittadini, o come li chiamano loro “gli utenti”.

Semplicemente vergognoso!

Piero Osvaldo Bossi

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