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Il Pd aderisce alla grande manifestazione di sabato a Milano per le famiglie omogenitoriali. Schlein: “Accanirsi contro bambini e adolescenti è un’infamia”

MILANO, 16 marzo 2023-Sabato 18 marzo, alle ore 15, le associazioni che da anni si battono in difesa dei diritti delle famiglie omogenitoriali si ritroveranno  in piazza Scala a Milano per protestare contro lo stop alla registrazione dei figli nati da coppie omosessuali. Uno stop arrivato nella giornata di lunedì 13 marzo attraverso una lettera con cui la stessa Prefettura ha avvertito palazzo Marino che se continuasse con questa pratica verrà richiesto l’intervento della Procura per annullarle. Il “divieto”, in particolare, riguarda i nuovi atti di nascita. Il primo cittadino aveva iniziato a formare – questo è il termine tecnico – i certificati anagrafici con due padri o due madri a luglio 2022.

In piazza scenderà anche il Pd con la neo segretaria Elly Schlein in testa che all’Ansa dichiara “Il Pd aderisce al presidio di sabato a Milano, contro questo attacco molto duro ai diritti dei bambini e delle bambine in particolare delle famiglie omogenitoriali.

Questo deriva dalla scelta scellerata di questa maggioranza di tentare di affossare un regolamento europeo che tratta dei diritti transfrontalieri al riconoscimento della filiazione e riguarda la tutela del diritto alla mobilità all’interno dell’Ue, riguarda la reciprocità e la non discriminazione, e si pone in linea con la giurisprudenza delle Corti europee e non incide invece sulla competenza nazionale, sul diritto di famiglia, sul quale comunque ci vorrebbe una modifica a mio avviso, ma non si capisce come mai questa destra ce l’abbia così tanto con i bambini e le bambine”

Il sindaco aveva deciso di intervenire nella questione utilizzando i suoi poteri di capo dell’ufficio di stato civile, dato che parlamento e governo non avevano riempito il vuoto di legge sulle famiglie gay e lesbiche, nonostante le ripetute sollecitazioni della Corte

Elly Schlein

costituzionale. Quello dell’estate 2022 non era il primo intervento di Milano sulla questione. Negli anni scorsi l’amministrazione meneghina aveva fatto da apripista sul tema, salvo poi dover rallentare per una serie di sentenze contrarie, risolvibili soltanto con l’intervento di una legge. Legge che però non è mai arrivata. La soluzione sembrava trovata, ma poi il nuovo inciampo, con il ministro dell’Interno che ha chiesto alle Prefetture di comunicare ai sindaci la novità.

“Il governo ha colpito nuovamente la comunità lgbtq+, stavolta andando dritto ai più indifesi: le figlie e i figli delle famiglie omogenitoriali. Accanirsi contro bambini e adolescenti non è un attacco politico. È un’infamia. Sabato torneremo a mobilitarci per chiedere pieni diritti per le figlie e i figli di tutte le famiglie. Vi aspettiamo”, l’appello di Arcigay, famiglie arcobaleno e Sentinelli, che hanno organizzato la manifestazione.

Il nuovo stop imposto dal prefetto di Milano – arrivato proprio su impulso del ministro dell’Interno – recepisce la sentenza n. 38162 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite del dicembre scorso. Attraverso la sentenza i giudici avevano stabilito che i bimbi nati all’estero con la maternità surrogata dovessero essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori con l’adozione in casi particolari, che richiede l’approvazione di un giudice, e non con la trascrizione diretta all’anagrafe, che è un semplice atto amministrativo.(fonte milanotoday.it)

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